Stanotte, al Dolby Theatre di Los Angeles, sono stati consegnati i premi Oscar 2019 e il film ‘Roma‘ di Alfonso Cuaron prodotto da Netflix ha vinto 3 Oscar: miglior film straniero, miglior regia, miglior fotografia.
Primo film di Netflix a essere candidato per l’Oscar al miglior film (perso per pochissimo) e secondo film in bianco e nero a vincere un Oscar negli ultimi 50 anni dopo “Schindler’s List”), l’opera del regista messicano rappresenta un vittoria per il colosso dello streaming.
Netflix ha dimostrato che è in grado di giocare nel campionato più importante, e di saper vincere. Una bella sberla a quei registi e critici che snobbano l’azienda perché fa concorrenza al cinema tradizionale. Inoltre questa vittoria rappresenta una rivincita su quei cinema che avevano deciso di non mostrare Roma nelle loro sale, sapendo che poco dopo sarebbe stato disponibile online.
Il colosso dello streaming ha infatti investito moltissimo sulla promozione della pellicola, tanto da modificare le proprie scelte di distribuzione classiche permettendo la proiezione del lungometraggio nelle sale, oltre che in streaming. La piattaforma si sta quindi sempre più affermando all’interno dell’universo della produzione cinematografica mondiale, ricevendo sempre maggiori consensi nonostante la partenza da outsider qualche anno fa.
L’ultimo nodo da sciogliere sembra essere quello del Festival di Cannes, dove il colosso dello streaming e gli organizzatori della kermesse sono ormai da diversi anni in diretta contrapposizione.
Finchè il colosso dello streaming presentava nei festival filmastri come “Beasts Of No Nation”, flop critico e commerciale, nessuno si sentiva minacciato. Ora che Cuarón ha vinto Leone D’oro a Venezia e tre Oscar e che anche i più grandi registi del mondo, da Scorsese a Guillermo Del Toro, firmano contratti d’oro con Netflix, la musica cambia. Gli esercenti temono che questo sia solo l’inizio di una deriva fatale, perché, si dice, quelli di Netflix non sono film veri e propri, non sono pensati per la sala, e non è giusto dare lo stesso peso e la stessa visibilità a un autore che ha lavorato per il grande schermo e a uno che, invece, sapeva che il suo film sarebbe finito in streaming.
Una parte di Hollywood è ancora scettica. Come dargli torto?