Netflix sempre più indebitata per sostenere la corsa ai nuovi abbonati. Un’approfondita analisi dell’Associated Press (AP) all’indomani dell’ultima trimestrale fa il punto sulla situazione finanziaria della prima piattaforma globale di video streaming on demand per numero di abbonati, e sottolinea che con il peso crescente del debito si assottigliano i margini di errore dell’azienda del Ceo Reed Hastings, la cui strategia però sembra funzionare e per ora non pesa sul titolo e non preoccupa Wall Street.
Serie cult e nuovi sottoscrittori
Per ora, i miliardi presi in prestito per la produzione esclusiva di serie cult come “House of Cards”, “Strange Things” e “The Crown” hanno pagato eccome in termini di nuovi abbonati, quadruplicati in quattro anni per raggiungere quota 109 milioni di sottoscrittori globali a settembre.
Nel periodo luglio-settembre 2017 Netflix ha aggiunto 5,3 milioni di nuovi sottoscrittori al servizio a livello mondiale, sopra le attese della società e degli analisti.
Il valore del titolo Netflix a Wall Street è quintuplicato in quattro anni, ma, secondo l’AP, l’incremento della clientela potrebbe rallentare se la web company non riuscirà ad accaparrarsi sempre nuovi diritti per film, serie Tv e programmi di successo, tanto più che la concorrenza è serrata con player agguerriti come Amazon, Apple, Hulu e Youtube nell’arena.
Se mancheranno le serie cult, l’attenzione sul debito di Netflix crescerà inevitabilmente e il faro sugli enormi costi di produzione si accenderà, e potremmo quindi assistere a nuovi giochi da parte degli investitori, secondo l’analista Tuna Amobi di CFRA Research, anche se per la crescita della clientela resta sostenuta.
La massa del debito
Al 30 settembre 2017, Netflix registra un indebitamento complessivo a lungo termine, comprensivo di obbligazioni, par a 21,9 miliardi di dollari, a fronte dei 16,8 miliardi dello stesso periodo del 2016. La somma comprende 17 miliardi per la video programmazione dei prossimi 5 anni, in aumento rispetto ai 14,4 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno.
Netflix è costretta a chiedere soldi in prestito per sostenere la maggior parte delle spese di programmazione, perché i ricavi che genera sono insufficienti, avendo bruciato altri 465 milioni nell’ultimo trimestre, iscritto a bilancio come “negative cash flow”, che a fine 2017 potrebbe raggiungere 2,5 miliardi di dollari secondo stime aziendali. Soldi spesi per diversificare la sua library e adattarla ai gusti di 190 mercati dov’è presente.
Nonostante il cash flow, Netflix ha chiuso il terzo trimestre con utili per 130 milioni e ricavi per 3 miliardi di dollari.
Aumenti in vista
Ma per non finire nel buco del debito è presumibile che l’azienda agisca prima della fine dell’anno sulla leva del prezzo, con aumenti di 1 o 2 dollari per i suoi 53 milioni di clienti statunitensi.
L’incremento del prezzo secondo RBC Capital Markets stime porterà un aumento dei ricavi pari a 650 milioni il prossimo anno,
E’ anche vero che l’aumento degli abbonamenti potrebbe rivelarsi un boomerang, qualora i clienti decidessero per la disdetta come già avvenuto in passato in analoghe occasioni. Ma questa volta gli analisti di FactSet non prevedono un’emorragia di clienti, e anzi l’azienda prevede un aumento di 6,3 milioni di sottoscrittori per il periodo ottobre-dicembre 2017, sopra le stime.
Valore in borsa
Da tempo Netflix ha sposato la strategia dell’indebitamento per la produzione di contenuti originali, puntando sulla crescita della base utenti sempre più disposti a pagare per la fruizione di contenuti in mobilità.
L’azienda sottolinea poi che l’entità del debito è piuttosto limitata, a fronte del valore di mercato pari a quasi 90 miliardi di dollari.
Il titolo vale tanto, in teoria Netflix potrebbe vendere più quote sul mercato per incamerare fondi freschi. Anche se le cose potrebbero cambiare se il titolo si deprezzasse a causa delle preoccupazioni sul debito.