Quello che ci attenderà al rientro dalle vacanze sarà un autunno molto caldo per il mercato audiovisivo. Tante le novità che potrebbero essere annunciate, anche nelle prossime settimane, che ridefiniranno ulteriormente gli equilibri del panorama italiano dove una figura chiave è sicuramente lo sbarco, atteso da tempo, del servizio americano di video streaming Netflix.
La piattaforma sarà accessibile per gli italiani a partire da ottobre ed è già stato siglato il primo accordo con Telecom Italia, altri ne verranno, che offre ai clienti TIM la possibilità di fruire del servizio accedendo direttamente dal set-top box di TIMvision.
In tutti questi mesi abbiamo assistito al veloce avvicinamento tra operatori tlc e media company anche in Italia, in linea con quanto sta avvenendo già da tempo sul mercato internazionale e soprattutto europeo dove bisognerà fare i conti con il piano per il Mercato Unico Digitale che prevede grossi cambiamenti per l’on-demand.
Il tutto mentre in Parlamento giace nel pantano la riforma della Rai che ancora non riesce a raccogliere pienamente la sfida dell’innovazione, specie quella che arriva dal mondo internet col rischio che la tv pubblica resti vetusta e incapace di rinnovarsi con la conseguenza grave che molta gente continuerà a non voler pagare il canone per un servizio pubblico che considerato antiquato e non al passo coi tempi.
In compenso però nel settore privato le cose si stanno muovendo e anche velocemente.
La media company francese Vivendi è diventata azionista di riferimento di Telecom Italia e avviato un processo per spingere sempre più sui contenuti e l’entertainment.
Una strategia che porterà avanti dall’interno della telco italiana con l’obiettivo di competere con i big americani.
Ma il finanziare bretone Vincent Bolloré a capo di Vivendi non si è fermato all’Italia e da poco la società è entrata anche nel capitale di Telefonica, mettendo un piede anche sul mercato spagnolo molto forte sul fronte dei contenuti.
Parola d’ordine, convergenza tra media e tlc.
Non a caso ad aprile Telecom Italia ha siglato un accordo con Sky Italia che prevede la possibilità di trasmettere i contenuti della pay tv sulla propria fibra ottica.
E un’intesa simile sarà presto formalizzata anche con Mediaset Premium. Secondo le ultime informazioni, si starebbero perfezionando alcuni aspetti finali di questo contratto.
In tutto questo le chiavi di lettura delle possibili mosse future sono chiare: contenuti calcio, che attirano molti clienti paganti, streaming e quad play.
Sky si sta muovendo anche su internet. A maggio ha presentato Sky Online Tv Box, un piccolo dispositivo che se collegato al televisore permette di accedere in streaming all’offerta della pay tv.
E’ di oggi la notizia che Sky ha siglato l’accordo con Viacom per il passaggio di proprietà dell’azienda Nuova Società Televisiva Italiana, già MTV Italia, editore del canale generalista nazionale posizionato al numero 8 dell’LCN.
Le due compagnie informano che il canale MTV sull’LCN 8, nel rispetto della sua natura generalista, si arricchirà di nuovi contenuti tra quelli di maggior pregio di entrambi i Gruppi.
Mediaset ha rilanciato Premium con l’intenzione, in attesa che i player stranieri formalizzino il loro interesse per la tv a pagamento del Biscione (in lizza sempre Vivendi, ndr), di puntare tutto su streaming e app fuori abbonamento.
Ma non solo, come annunciato il mese scorso, Mediaset conta anche di produrre contenuti ad hoc per la banda larga mentre continua a guardare con occhio attento allo sviluppo del dossier RaiWay con la quale vuole costituire un operatore unico per il mercato delle torri.
Intanto tra i due broadcaster, Mediaset e Sky, i rapporti sono sempre più tesi. Sul fronte dei diritti calcio l’azienda di Cologno Monzese conta sulla Champions League con una nuova offerta, presentata a giugno, che conta essenzialmente sugli appassionati del pallone per far salire i propri abbonati.
Sky, dalla sua, può contare sui diritti della Serie A e della Serie B, riuscendo a mantenere stabile la propria base abbonati da tre anni a questa parte nonostante la forte crisi economica che riguarda ancora l’Italia.
Ma l’ultimo fronte di scontro con Mediaset è quello che riguarda le cosiddette retransmission fee, che il gruppo vorrebbe che Sky pagasse per la ritrasmissione dei contenuti gratuiti della società del Biscione sulla pay tv satellitare.
Sicuramente adesso tuti gli operatori dovranno fare i conti con un nuovo player, Netflix, che punta già ad arrivare a 150 mila di abbonati entro la fine dell’anno.
Broadcaster e telco si stanno muovendo e accelerando su streaming e quad play. Ma per far viaggiare i contenuti su internet sono necessarie buone infrastrutture ultrabroadband, altrimenti la partita si ferma ancora prima di iniziare.
Su questo però pesa pesantemente l’incognita del Piano Nazionale Banda Ultralarga per il quale è scesa in campo anche Google e dove Enel vuole avere un posto di primo piano.
I giochi sono ancora tutti aperti, per cui, godetevi queste vacanze perché l’autunno che ci attende sarà molto agitato, c’è da scommetterci.