Trimestrale

Netflix perde colpi, si teme la fuga degli abbonati

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Stime in calo per il secondo trimestre dell’anno. La concorrenza si fa più forte e Netflix prevede un rallentamento degli abbonamenti.

Risultati migliori del previsto per il primo trimestre di Netflix ma le stime molto caute per il secondo hanno inciso negativamente sull’andamento del titolo in Borsa che a Wall Street è arrivato a perdere il 14% nelle contrattazioni after hours.

A distanza da alcuni giorni dalla presentazione a Parigi delle nuove produzioni destinate all’Europa, mentre si rafforza la posizione di Vivendi-Mediaset e Sky annuncia l’accordo con Sony sul cinema, Netflix sembra barcollare in un mercato, quello dello streaming, dove finora l’ha fatta da padrone.

La concorrenza è forte e la piattaforma rischia di perdere clienti.

La web company americana chiude il primo trimestre con utile per azione di 6 cent, sopra le attese degli analisti che prevedevano 4 cent.

Fatturato in linea con le attese per 1,96 miliardi di dollari (+24%) ma a incidere sul titolo sono le stime per gli abbonamenti del secondo trimestre. Si teme un calo.

Nei primi tre mesi, il gruppo ha registrato 6,74 milioni di nuovi abbonati.

A far da traino soprattutto i nuovi clienti oltreoceano che sono stati 4,35 milioni, mentre negli USA 2,30 milioni.

Il totale degli abbonati ai servizi streaming è adesso di 47 milioni negli Stati Uniti e 34,5 milioni (81,5 milioni). A questi si aggiungono i 4,7 milioni di clienti per il servizio di noleggio DVD.

Rispetto al quarto trimestre 2015, Netflix ha aggiunto 6,5 milioni di nuovi abbonati allo streaming ma adesso, visto che la concorrenza è diventata molto più agguerrita, si prevede un rallentamento.

Per il secondo trimestre, il gruppo stima di aggiungere 2,5 milioni di abbonati per arrivare a un totale di 84 milioni, sotto le previsioni degli analisti.

In questo primo trimestre, l’Ebitda ha perso il 23% e il risultato operativo è quasi dimezzato a 49 milioni di dollari per sostenere i costi dell’espansione all’estero del servizio.

Il trimestre si è chiuso con 1,6 miliardi di dollari cash.

Per il secondo trimestre Netflix prevede una crescita molto più lenta. Per i ricavi, si stima un aumento del 18% negli USA e del 68% oltreoceano. A pesare saranno soprattutto i costi delle nuove produzioni.

Si calcola anche un aumento del tasso di abbandono del servizio a causa dell’aumento dei prezzi che precedentemente aveva risparmiato una buona fetta di clienti. Le ripercussioni, secondo il gruppo, si faranno sentire per fine anno.

I conti di Netflix arrivano nel giorno in cui Amazon lancia una nuova sfida alla società, rendendo autonoma la sua piattaforma per lo streaming on-demand con un abbonamento da 8,99 dollari al mese.

Finora il servizio era infatti offerto solo ai clienti di Amazon Prime, il servizio di consegna gratuita del gruppo che costa 99 dollari l’anno o 10,99 euro al mese.

Il prezzo del servizio in streaming di Amazon è inferiore a quello di Netflix che negli USA è di 9,99 dollari (pacchetto base).

Ma non solo. La sida si sposta anche sui contenuti dove Amazon ha annunciato di essere al lavoro su una nuova produzione televisiva (Time Out of Mind), basata sulle musiche di Bob Dylan, per rispondere a Netflix, che con Beat Bugs ha realizzato una serie animata ispirata dalle più celebri canzoni dei Beatles.

Netflix già consapevole delle difficoltà starebbe anche ripensando alla possibilità di rendere il proprio servizio disponibile offline, come già fa Amazon, per agevolare i mercati dove la banda larga crea rallentamenti alla visione dei contenuti.

Il gioco si fa duro, stiamo entrando nel vivo della concorrenza.

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