L’investimento massiccio di Netflix in contenuti originali, come la sua serie di punta “House of cards”, alla lunga sarà insostenibile. Questo il giudizio che emerge dal report della società di analisi Ovum, secondo cui la produzione di serie originali come “House of Cards”, “Narcos”, “Daredevil” e “The Crown” pesa troppo sulle casse della società, con investimenti da centinaia di milioni di dollari che non garantiscono però rientri immediati (Roi) nel breve periodo in pubblicità e accordi di licenza.
L’unico motivo per cui vengono prodotte serie così costose è far decollare il numero di abbonati.
Nel report, intitolato ‘Netflix’s Current Business Model is Not Sustainable’, Ovum sostiene che Netflix è stretto fra l’incudine (la necessità di investire sempre di più per produzioni originali) in un contesto altamente competitivo come quello delle produzioni e delle licenze per i contenuti, e il martello (l’impossibilità di aumentare abbastanza i prezzi per raggiungere utili significativi).
Nel 2011 Netflix generava utili mensili pari a 0,81 dollari per singolo cliente. Nei primi 9 mesi del 2016 gli utili per singolo cliente si sono ridotti a 0,16 dollari, una diminuzione di cinque volte. Nei primi nove mesi del 2016 la società specializzata in streaming online ha bruciato un miliardo di dollari e la spesa annua in contenuti va verso i 6 miliardi nel 2016.
Un paio di anni fa, Netflix ha cominciato a investire in modo deciso in nuovi prodotti originali con un effetto leva sugli abbonamenti. C’è da dire poi che per restare al passo con la concorrenza – Amazon sta investendo molto sui contenuti – Netflix non può certo rallentare troppo il passo.
Detto questo, per Ovum è un problema di numeri: gli investimenti non sono coperti dalle entrate derivanti dai nuovi abbonamenti e per questo la società sta perdendo soldi. Il che non è sostenibile nel lungo periodo, anche se molte società della rete, come Amazon, hanno sacrificato i profitti sull’altare della crescita.
Come uscirne? Se Netflix vorrà stare in piedi sulle sue gambe, prima o poi dovrà pensare ad un business model differente. Se invece l’obiettivo è aumentare la base clienti in vista di una vendita, magari a Disney, oppure a Apple e Google, del cui interessamento si è vociferato da tempo, allora il debito diventa una voce secondaria.
Tanto più che la quotazione di Netflix in borsa negli ultimi quattro anni è cresciuto di dieci volte.
La bolla è destinata a scoppiare?