Trecento giornalisti accreditati, blogger provenienti da tutta Europa, registi, attori e un accompagnatore d’eccezione, Frank Underwood, il protagonista della serie cult House of Cards interpretato da Kevin Spacey, per la più grossa conferenza stampa della storia di Netflix.
L’incontro si è tenuto ieri a Parigi alla Casa del Cinema di Saint-Denis, dove il Ceo Reed Hastings e il Chief Content Officer Ted Sarandos hanno presentato i progetti chiave dello sviluppo di Netflix in Europa.
Nel 2016 la compagnia pianifica di distribuire 31 serie televisive, tra cui nuove produzioni e nuove stagioni di quelle esistenti, una ventina di film e documentari, un’ampia scelta di stand-up comedy special e 30 serie originali kids, distribuite contemporaneamente in tutto il mondo.
“È un onore essere qui oggi con talent di tale rilievo che hanno messo cuore e anima nella realizzazione di questi show e poter presentare Netflix come il network che ha reso possibile qualcosa che non avrei mai sperato di poter nemmeno pensare”, ha commentato Reed Hastings.
Mentre Vivendi ha accesso i motori e venerdì annunciato l’accordo con Mediaset che secondo gli esperti è una vera e proprie dichiarazione di guerra a Netflix sul mercato dei servizi in streaming, Hastings appare molto tranquillo e pronto a raccogliere la sfida.
Commentando l’intesa, il Ceo ha dichiarato: “Speso vediamo questo tipo di reazione sui mercati dove i player si sentono minacciati dal nostro arrivo. Ma questo non ci interessa”.
Per quanto riguarda invece gli Stati Uniti, il Ceo ha detto che “negli USA ci sono ogni giorno servizi nuovi“, per cui, “ci concentreremo sulla qualità dei contenuti”.
L’accordo Vivendi-Mediaset li spaventa? ‘Assolutamente no’ ha risposto il Ceo in un’intervista rilasciata a La Stampa.
“Facciamo il nostro gioco – ha precisato Hastings – e cerchiamo di espanderci il più possibile senza guardare a quanto fanno gli altri. Ripeto, è indubbio che la concorrenza sia spietata e stia facendo di tutto per creare un palinsesto interessante ma noi siamo Netflix“. In Italia, ha spiegato Hastings a La Stampa, “stiamo investendo molto e producendo una serie che sarà sicuramente un gran successo. Si intitola Suburra e vedrete sarà epica. Sui numeri non posso rispondere”.
In generale, conclude, “diciamo che siamo contenti ma non completamente” perché “non siamo ancora in Cina e saremo davvero felici quando arriveremo anche lì. Ci stiamo impegnando al massimo investendo parecchi sforzi ma per le licenze in quel Paese è davvero complicato. In più c’è tutto un lavoro sulla banda larga che deve essere ancora fatto. Non disperiamo”.
A Parigi l’annuncio delle prossime uscite. Si parte il 5 maggio con la serie francese ‘Marseille’ con Gérard Depardieu e Benoît Magimel ma ce ne saranno altre; il 1° luglio Marco Polo; il 4 novembre The Crown; l’anno prossimo sarà la volta della tedesca ‘Dark’.
Sul palco sono saliti almeno una ventina di registi e le star delle serie tv prodotte da Netflix, tra le quali Kevin Spacey che incarna Frank Underwood nella serie House of Cards, il thriller politico ambientato alla Casa Bianca arrivato ormai alla quarta stagione trasmesso in Italia su Sky Atlantic.
Nelle puntate ora in onda, c’è la corsa per le presidenziali USA, proprio come sta avvenendo adesso negli Stati Uniti.
Fiction o realtà? Spacey ha ironizzato: “Alcuni candidati sembrano personaggi di fantasia. Quando sono finite le riprese, io mi sono chiesto se eravamo troppo lontani (dalla realtà) ma quando sono tornato in albergo e ho acceso la tv mi sono detto ‘No, non siamo andati molto lontano’”.
In Cina, ha detto Spacey, “sono stato accolto come una superstar (La serie non è stata distribuita in questo Paese, ndr). Sono convinti che Underwood sia un uomo che lotta contro la corruzione!”.
I cinesi non ci hanno capito molto.
Negli ambienti politici, ha detto ancora l’attore, “alcuni mi hanno detto che a serie è troppo cinica ma altri che è molto più vicina alla realtà di quanto possiamo immaginare”.
Il successo della serie?
Underwood spesso si rivolge direttamente al pubblico televisivo, un sistema, sottolinea Spacey, introdotto in teatro da Shakespeare, che crea “complicità con i telespettatori. Un’ambiguità meravigliosa che ha fatto il successo della serie”.
Per questo grosso evento, Netflix ha schierato mezzi potenti, numerosi stand hanno animato la Casa del Cinema di Parigi e anche un ristorante che riproduceva la mensa della prigione della propria serie tv ‘Orange is The New Black’.
Netflix conta oggi 75 milioni abbonati, secondo gli ultimi dati ufficiali, rispetto ai 40 milioni di settembre 2014, mentre in Europa gli utenti salgono di 4 milioni tra i quali ci sono anche gli italiani.
Il servizio è presente in 190 Paesi.