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Netflix, ecco su quali dispositivi vederlo

Debutto in pompa magna per Netflix in Italia che ieri sera ha festeggiato al Palazzo del Ghiaccio di Milano con un mega party il suo arrivo nel Belpaese.

La piattaforma di video streaming non solo promette di mandare a casa i dinosauri dell’audiovisivo (il cambiamento è già iniziato e le offerte in campo sono tante e varie), ma probabilmente metterà in condizione di investire di più sulla qualità dei contenuti distribuiti online.

La particolarità di Netflix è che oltre a offrire contenuti originali (nel 2016 investirà altri 5 miliardi di dollari), darà l’accesso all’intera stagione delle serie tv e a una vasta library di film, molti in contemporanea mondiale e tutti con sottotitoli.

Bisognerà aspettare i primi dati sugli abbonati italiani per sapere se il servizio piace o meno (Se ne prevedono 150 mila per fine dicembre).

Ma non solo, la più grande sfida in Italia sarà riuscire a tenerseli gli abbonati vista l’ampia scelta degli altri player come Sky o Mediaset. Anche la Rai ha poi detto che intende investire nello streaming. Vedremo.

Dove si potrà vedere?

Ecco l’elenco di alcuni dispositivi che supportano Netflix al momento del lancio in Italia:

Innanzitutto bisogna avere una connessione internet a banda larga per non rischiare interruzioni della visione. Netflix informa che fornirà “la qualità migliore in base alla larghezza di banda disponibile”.

Questo significa che alcune zone di Italia, dove l’internet veloce non è ancora arrivato, avranno vere difficoltà a godere del servizio.

 

Non sarà disponibile offline

 

Netflix non sarà disponibile in modalità offline. Non si potranno quindi scaricare i contenuti sui dispositivi per guardarli anche quando non si è connessi.

Possibile che il gruppo ci ripensi, ma al momento è così.

Perché?

Neil Hunt, Chief Product Officer di Netflix, spiega che offrire contenuti in downloading metterebbe gli utenti ‘in difficoltà’.

Alcuni test effettuati da Netflix dimostrano, infatti, che il cambiamento incrementale spinge ad abbandonare il servizio.

Intanto scaricare un film o una serie tv richiede una buona connessione – anche se possiamo immaginare che il sistema darà la possibilità di farà partire il downloading solo quando l’utente potrà connettersi in Wi-Fi – e poi bisognerà disporre di un notevole spazio sul proprio dispositivo per gestire tutti i contenuti scaricati.

In realtà però il problema potrebbe nascondere la difficoltà a rinegoziare i costosi diritti di distribuzione con gli studios cinematografici.

Netflix tuttavia ha in serbo altre sorprese per i propri abbonati, a partire dalla possibilità di accesso al catalogo integrale anche quando ci si trova i posti con una cattiva – o assente – connessione.

Come? La compagnia americana pensa alla possibilità di caricare l’intera library sui server degli aerei, del treno o degli hotel.

Abbonamento condiviso

I prezzi del servizio sono già noti: 7,99 euro al mese per il pacchetto base con una sessione di streaming alla volta e definizione standard; 9,99 euro per il pacchetto che prevede con due sessioni di streaming contemporanee e L’HD; 11,99 euro per quello Premium che consentirà quattro sessioni di streaming alla volta e la visione in Ultra HD.

La possibilità concedere fino a quattro accessi al servizio contemporaneamente ha fatto esplodere in alcuni Paesi il fenomeno dell’abbonamento condiviso tra amici o parenti (In Olanda lo fa metà dei clienti).

L’abbonamento si può disdire in qualsiasi momento e il primo mese sarà gratis per tutti i nuovi abbonati.

Sarà possibile pagare anche con PayPal oltre che con carta di credito.

Ecco quanta banda divora

Netflix è considerato un gran divoratore di banda. Ragione per la quale negli USA è dovuto scendere a patti con Verizon e Comcast per garantire ai suoi utenti una migliore qualità del servizio, non senza qualche polemica da parte del Ceo Reed Hastings.

In Italia ha già fatto accordi con Telecom Italia e Vodafone.
I clienti TIM potranno accedere direttamente al servizio streaming dal set-top box di TIMvision.
Quelli di Vodafone potranno abbonarsi direttamente dal proprio smartphone, attraverso il link voda.it/netflix, e sottoscrivere Netflix utilizzando il proprio credito telefonico o abbonamento.

Nell’America del Nord, più del 34% dei dati usati nelle ore di punta è riconducibile a Netflix.

In questa fascia oraria, la parte di dati riservata a YouTube è scesa dal 18,6% del 2013 al 13%.

Nel Regno Unito e in Irlanda, il servizio è la seconda fonte di traffico durante le ore di punta serali.

In America del Nord, quelli che guardano di più contenuti online utilizzerebbero circa 212 gigabyte (Gb) di dati al mese, l’equivalente di 100 ore di video.

Un utente medio, a confronto, usa sette volte meno dati, per circa 29 Gb.

Adesso, restando fiduciosi che il Piano italiano per la Banda Ultralarga diventi fattivo e che entro il 2020 tutta l’Italia sarà coperta almeno a 30 Mbps, resta da capire cosa succederà quando aumenterà la domanda da parte degli utenti di contenuti in streaming.

Le reti riusciranno a reggere l’aumentato traffico?

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