Grande sbarco oggi in Francia per Netflix. Domani toccherà alla Germania e nei giorni successivi ad Austria, Svizzera, Belgio e Lussemburgo. Restano invece da sciogliere ancora alcuni nodi riguardanti l’Italia prima di far partire il servizio di video streaming anche nel nostro Paese.
Probabilmente questo sarà uno degli argomenti di cui si discuterà in occasione dell‘FT-ETNO Summit del 1° ottobre, quando il Ceo di Netflix Reed Hastings e l’amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano, si vedranno a Bruxelles. Il precedente incontro tra i due gruppi risale a due anni fa, quando Netflix fece presente all’operatore tlc italiano quali erano i timori di una possibile espansione in Italia che riguardavano soprattutto i costi dei diritti tv.
Per Hastings, quello che comincia oggi è il “più grande lancio internazionale mai fatto” che coinvolgerà “80 milioni di famiglie connesse alla banda larga e circa 200 milioni di persone”.
Netflix ha sconvolto nel giro di pochi anni l’industria di Hollywood e insieme anche il tradizionale modo di fruire la tv con il proprio servizio di video on-demand in streaming, forte anche di produzioni originali di successo come House of Cards e Orange is The New Black.
Al momento l’azienda conta 50 milioni di abbonati di cui 35 milioni solo negli Stati Uniti.
Con una valorizzazione di mercato di 29 miliardi di dollari, Netflix si sta avvicinando a media company già consolidate del calibro di CBS e Viacom, stimate rispettivamente in 30,6 miliardi e 33,5 miliardi di dollari.
Diritti tv, il nodo italiano
In Europa, l‘industria media non è rimasta di certo ad attendere con le mani in mano l’arrivo di Netflix.
Del resto si è ben consapevoli della forza di questo servizio e le offerte concorrenti non si faranno di certo attendere.
Non a caso Rupert Murdoch a luglio ha portato a termine l’operazione per la nascita di una super Sky paneuropea che farà a capo a BSkyB con dentro Sky Italia e Sky Deutschland.
E in Italia anche Mediaset sta lavorando con energia alla sua pay Tv Premium e, per darle un orientamento più internazionale, sta già trattando con Vivendi e Al Jazeera.
E potrebbero essere proprio le posizioni di forza di Sky e Mediaset sul mercato dei diritti tv a frenare l’espansione in Italia di Netflix.
I ventilati problemi di mancanza di buona copertura della banda larga per assicurare una buona qualità del servizio streaming sono solo parte della questione.
Basta guarda come si sta muovendo Netflix altrove per capire che la velocità delle connessione può essere assicurata stringendo accordi con gli operatori tlc dei Paesi nei quali opera, come ha già fatto negli USA con AT&T, Comcast e Verizon.
Questo ci dimostra che per costruire e rafforzare le reti ci vuole del tempo ma, quando c’è domanda pagante, gli accordi commerciali si trovano, eccome.
Né tanto meno rappresenta un problema il fatto che gli italiani sono abituati a guardare film doppiati e non con i sottotitoli come avviene negli altri Paesi. Doppiare un film o una serie tv ha in realtà costi davvero accessibili.
Secondo alcuni esperti sentiti da Key4biz il vero nodo riguarda invece i diritti tv di cui ha bisogno Netflix per poter offrire una vasta library ai propri abbonati.
A fare da freno all’arrivo in Italia sarebbe quindi la presenze di questi due grandi broadcaster privati forti che renderebbe imprevedibile il valore dei diritti e quindi, almeno per il momento, escluderebbero il nostro Paese dalle prossime tappe di Netflix.
Lo sbarco in Francia
Il servizio americano di video streaming dedicato a film e serie tv è invece disponibile a partire da oggi in Francia, direttamente su internet ma anche sul prossimo set top-box di Bouygues Télécom a partire da novembre, con un’applicazione integrata, come ha annunciato Hastings.
Gli abbonati avranno accesso a tremila titoli al prezzo di circa 7,99 euro al mese.
I clienti di Bouygues potranno, quindi, accedere direttamente dal loro televisore al servizio di video on-demand a pagamento.
Situazione invece diversa per altri operatori, come Orange, che ritengono le condizioni finanziarie imposte dalla compagnia americana non accettabili.
Netflix tiene però le porte aperte. Hastings ha infatti dichiarato che successivamente si potrebbe trovare l’accordo anche con altri operatori, ammettendo che ci sono trattative già in corso.
Il Ceo ha anche annunciato che dopo la serie ‘Marseille’, la compagnia ne produrrà delle altre.
Riguardo all’accoglienza che Netflix ha avuto in Francia, Hastings ha sottolineato che l’ex Ministro alla Cultura, Aurélie Filippetti, l’aveva “incoraggiato a investire“, cosa che, secondo il Ceo, l’azienda ha fatto con “la nuova serie e con la pubblicità“.
Al momento il gruppo non vede quindi alcun ostacolo, anzi. Hastings ha commentato: “Saranno i francesi a decidere. Se lavoriamo bene per i nostri clienti, la Francia ci accoglierà a braccia aperte”.
“Il nuovo Ministro (Fleur Pellerin, ndr) – ha concluso il Ceo di Netflix – sembra avere un atteggiamento molto positivo sulla creazione di opportunità economiche in Francia e quindi le cose cominciano bene”.
Intanto Netflix pensa già ad espandersi altrove. Le prossime tappe? Cina, Corea, Giappone e poi Australia e Nuova Zelanda.