Netflix stringe il cerchio intorno agli utenti ‘furbetti’ che ricorrono a una serie di escamotage tecnologici per poter accedere a film e serie tv non ancora disponibili nel Paese nel quale si sono abbonati.
E così, mentre la Ue spinge per rimuovere le pratiche di geoblocking e il Parlamento Ue presenta una risoluzione in questa direzione per accelerare la realizzazione del Mercato Unico Digitale, il gigante americano del video streaming ha annunciato un prossimo intervento per evitare agli utenti l’utilizzo di quei metodi – principalmente server proxy e reti private virtuali (Vpn) – che consentono di collegarsi a server che si trovano all’estero, aggirando la diversa disponibilità geografica dei diritti e delle licenze dei contenuti.
Netflix, ormai presente in 190 Paesi su scala globale, attivo in Italia da ottobre, ha dichiarato sul proprio blog: “Se tutti i nostri contenuti fossero disponibili a livello globale, gli abbonati non avrebbero motivo di usare proxy o ‘unblocker’ per far credere ai nostri sistemi di essere in un Paese diverso da quello in cui si trovano”.
In altre parole, se esistono ancora paletti che non permettono l’accesso per tutti i Paesi agli stessi contenuti, Netflix non può che adeguarsi e far rispettare le regole.
David Fullagar, vice presidente della Content Delivery Architecture di Netflix, facendo probabilmente riferimento al lavoro della Ue contro il geoblocking, ha commentato che ci sono “progressi in questa direzione“, precisando però “abbiamo ancora molta strada da fare”.
“Col tempo prevediamo di poter offrire gli stessi programmi Tv e film ovunque“, ha aggiunto, ma “per il momento, data la prassi consolidata della concessione di licenze in base all’area geografica, i contenuti che offriamo differiscono da un’area all’altra, in misura più o meno significativa. In attesa di raggiungere il nostro obiettivo, continueremo a rispettare e applicare le licenze dei contenuti in base all’area geografica“.
Fullagar ha quindi annunciato che “nelle prossime settimane gli abbonati che usano proxy e ‘unblocker’ potranno accedere al servizio soltanto nel Paese in cui si trovano”.