Il gigante americano del video streaming, Netflix, al Festival di Cannes punta il dito contro le regole europee che impongono le finestre temporali di distribuzione.
Argomento centrale questo e molto dibattuto all’interno della Ue che ha trovato forti sostenitori anche in Italia nel presidente Agcom Angelo Cardani o nel senatore Felice Casson che nella sua proposta di legge sul diritto d’autore ha sollecitato proprio l’abbattimento delle cosiddette windows che limitano il mercato, incentivando indirettamente la diffusione della pirateria audiovisiva.
Parliamo di regole che stabiliscono che la messa a disposizione, specie su internet, di contenuti televisivi o cinematografici possa avvenire solo a seguito del decorso di considerevoli periodi di tempo dalla distribuzione attraverso il circuito tradizionale.
Un aspetto che però non ha trovato spazio nell’intervento a Cannes del Commissario Oettinger, né tanto meno nella Strategia Ue per il Mercato Unico Digitale.
Secondo Netflix, che forse già a ottobre arriverà in Italia dopo essere sbarcato in diversi Paesi europei, “le norme Ue non proteggono il cinema anzi lo indeboliscono”.
Il responsabile Contenuti del gruppo americano, Ted Sarandos, ha fatto l’esempio della Francia, che obbliga la piattaforma a offrire un film online solo dopo 36 mesi la sua uscita in sala.
Le windows previste in Francia così come in altri Paesi Ue, ha precisato Sarandos, “favoriscono la pirateria“. Costringere gli utenti “a dover aspettare 3 anni (dall’uscita in sala) per poter vedere un film che desiderano, incoraggia questa pratica”.
Su questo argomento, Netflix ha trovato dalla sua anche il produttore americano Harvey Weinstein che ha difeso le ragioni dell’azienda
Winstein ha però accusato il gruppo di “non partecipare al finanziamento dell’industria creativa” come invece viene richiesto ai broadcaster europei.
Weinstein, che ha prodotto grandi successi come ‘Pulp fiction’, ha definito Netflix ‘un visionario’ per la sua capacità di creare nuovi mercati mondiali per prodotti come i documentari o i film in lingua straniera.
Il registra americano Joel Cohen, quest’anno a Cannes co-presidente della giuria insieme al fratello Ethan, ha parlato dell’emergenza di società come Netflix anche se ha ammesso di guardare film sull’iPhone.
Sarandos ha replicato: “Nulla di ciò che facciamo nasce per contrastare le sale cinematografiche”, ma “solo offrire più scelta ai consumatori“.