Dopo ‘House of Cards’ e ‘Orange is the new black’, Netflix non si ferma e continua a puntare sulle produzioni originali, chiave del suo successo.
A dicembre è stata la volta di ‘Marco Polo’, serie in 4K da 90 milioni di dollari, a marzo si attende ‘Bloodine’ con Kyle Chandler e Sam Shepard, dopo ci sarà ‘Wet Hot American Summer’…
Netflix continua a investire massicciamente in produzioni e la prova arriva anche dal Rapporto della società americana Janney Montgomery Scott, secondo la quale la piattaforma di video streaming arriverà a spendere fino a 5 miliardi di dollari (4,39 miliardi di euro) nel 2016 per film e serie tv divenendo l’azienda che investe di più in contenuti dopo il network televisivo ESPN che spende molto in diritti sportivi.
Parliamo di una cifra da capogiro, quasi quanto l’intero fatturato del gruppo nel 2014.
A titolo di riferimento, ricordiamo che lo scorso anno Hbo, Amazon, Starz e Showtime hanno investito tutti insieme 4,5 miliardi di dollari in programmazione, una cifra che resta in ogni caso al di sotto di quella di Netflix.
Nel 2014 Netflix, con una spesa di circa 2,8 miliardi di dollari, era già davanti ai propri competitor Hbo (poco meno di 2 miliardi), Amazon (1,3 miliardi), HUlu (1,1 miliardi) e Shotime (800 milioni).
La piattaforma cerca adesso di allargare ulteriormente il divario con i suoi principali concorrenti.
Le cifre confermano la sua strategia molto aggressiva. All’inizio dello scorso anno, Netflix aveva dichiarato di voler spendere oltre 6 miliardi di dollari nel periodo 2014-2016.
“I nostri contenuti esclusivi ci costano in media meno, rispetto alla loro audience, che non i contenuti per i quali paghiamo i diritti di acquisizione”, spiegava il Ceo di Netflix Reed Hastings nella sua lettera agli azionisti in occasione della presentazione dei risultati annuali del gruppo il mese scorso.
Per questa ragione, aggiungeva il Ceo, “continueremo ad aumentare gli investimenti nei contenuti originali”.
Il gruppo intende conquistare il mondo nei prossimi due anni passando dai 50 paesi dove è attualmente presente a circa 200 per la fine del 2016. Ultimo sbarco quello a Cuba.
Una campagna ovviamente molto costosa con grossi esborsi nell’acquisto dei diritti e nelle produzioni di contenuti locali.