Previsioni

Netflix, 130 milioni di abbonati nel 2020. La battaglia si sposta sulle produzioni originali

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Secondo le ultime stime di Ampere Analysis, Netflix avrà 130 milioni di clienti per la fine del 2020. Battaglia spietata sui contenuti, sui quali il gruppo dovrebbe investire 9 miliardi l'anno a partire dal prossimo decennio.

Netflix al lavoro per definire le ultime partnership prima dello sbarco ufficiale in Italia, previsto per la metà del prossimo mese.

Già definiti gli accordi con Telecom Italia e Vodafone mentre già si conoscono tutte le informazioni riguardanti di diversi pacchetti per i clienti e l’offerta on-demand che andrà dai film alle serie tv, senza tralasciare che l’azienda americana, leader sul mercato del video streaming, potrà anche proporre produzioni interamente made in Italy.

Una vera rivoluzione che modificherà gli attuali equilibri del mercato italiano dell’audiovisivo, spingendo sulla fruizione anywhere, anytime, e soprattutto da ogni dispositivo purché connesso a Internet.

Sicuramente servirà una buona connessione per assicurarsi una visione di qualità e magari anche in Ultra Alta Definizione, visto che ormai sono tanti i programmi girati in 4K offerti da Netflix.

E mentre gli utenti italiani attendono trepidanti l’arrivo del nuovo servizio, Netflix continua ad affinare il proprio business model puntando sempre più alla produzione originale, riducendo così gli acquisti da terzi che rappresentano un grosso costo per le aziende che forniscono contenuti.

Il gruppo del resto può contare su previsioni molto buone. Alla fine del secondo trimestre, Netflix registrava 63 milioni di abbonati nel mondo e la presenza in più di 50 mercati.

Secondo le ultime stime di Ampere Analysis, Netflix avrà 130 milioni di clienti per la fine del 2020. Il suo più diretto competitor è il servizio di video on-demand di Amazon che si ferma però a 50 milioni di utenti.

All’inizio del prossimo decennio, il 6% delle famiglie a livello globale avrà Netflix in casa.

Il gruppo ha già detto che investirà 5 miliardi di dollari per i contenuti, una cifra che, secondo le previsioni, aumenterà di un altro miliardo nei due anni successivi.

Per Ampere, nel 2020 Netflix e Amazon investiranno più di 9 miliardi l’anno per l’acquisto e la produzione di contenuti.

Elemento rilevante: secondo gli analisti Netflix comincerà a ridurre gli acquisti da terzi già a partire dal 2017 con l’annunciato obiettivo di dimezzare le spese.

La corsa all’acquisto dei contenuti presso i produttori subirà quindi un forte rallentamento perché le aziende preferiranno confezionarseli da soli.

Ed è proprio qui che si giocherà la prossima sfida.

“La battaglia per i nuovi abbonati – ha indicato Ed Aked, analista e autore del Report – sarà calcolata, tattica e spietata come una campagna politica”.

Netflix cavalca così l’onda del successo dei servizi SVOD che quest’anno hanno registrato oltre 41 milioni di nuovi clienti su scala globale.

Anche Amazon Prime procede bene ma a differenza del competitor investe meno in produzioni originali per dedicarsi ad allargare la propria library puntando su vecchi titoli, documentari, film per famiglie e bambini e musica.

Questo rende le due offerte diverse, permettendo alle due aziende di ritagliarsi uno spazio importante sul mercato dei contenuti.

Secondo i dati raccolti da Ampere, che analizza i clienti SVOD nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Germania, un quarto dell’audience di Netflix è composta da giovani tra i 18 e i 24 anni mentre Amazon Prime punta a quelli tra 25-34 anni.

I servizi SVOD sono inoltre più diffusi tra le famiglie più agiate: il 41% degli abbonati Netflix e il 45% ad Amazon Prime rientrano nella fascia da oltre 60 mila dollari di reddito annuo contro il 30% della media di mercato.

Molti inoltre hanno l’abbonamento a entrambi i servizi, merito di un prezzo – circa 10 dollari mensili – accessibile a tutti e di un’offerta diversa da parte dei due gruppi.

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