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NetCo. Ugliarolo (UILCOM): “Scelta governo causerà bomba sociale”

È duro il commento della UILCOM alla mossa del governo Meloni sulla NetCo. Rimane, quindi, critica la posizione del sindacato della UILCOM UIL sulla decisione presa ieri dal Consiglio dei ministri di dare l’ok al progetto Netco, di fatto avallando in questo modo lo scorporo e quindi di spaccare in due l’azienda Tim.

Il segretario generale S. Ugliarolo UILCOM UIL: “Confermiamo tutta la nostra contrarietà ad un progetto che non ha nulla di industriale per il nostro Paese e per questa azienda”

“L’abbiamo sempre detto in tutte le occasioni”, ha dichiarato Salvo Ugliarolo, Segretario Generale della UILCOM, “che questa scelta non risolve i dannosi problemi di tutta la filiera anzi, rischia seriamente di peggiorare una situazione di forte difficoltà che versa il settore delle telecomunicazioni”.

“Tornando alla scelta del Governo”, ha aggiunto, “riteniamo che non soltanto non abbia nulla di industriale per il nostro Paese ma metta in forte crisi la parte che non rientrerà all’interno della Netco la così detta ServCo”. 

“Dispiace”, ha continuato Ugliarolo, “di vedere come il Governo, a guida Meloni, abbia preferito strizzare l’occhio ai fondi di investimenti stranieri anziché difendere il principio dell’italianità.

Tutto questo senza mai aprire un confronto con le parti sociali!”

“Ad oggi”, ha rivelato Ugliarolo, “malgrado le ripetute richieste di incontro, inviate a Palazzo Chigi per entrare nel merito e potere rappresentare la nostra visione su Tim e su tutto il settore – abbiamo ricevuto soltanto un imbarazzante silenzio da parte del Governo Meloni”.

“Per quanto ci riguarda”, ha spiegato, “continueremo a denunciare questa nostra contrarietà e a mettere al centro le scelte sbagliate che questo esecutivo sta portando avanti sul futuro dell’ex monopolista.

Come UILCOM riteniamo che si debba arrivare, urgentemente, ad un vero confronto per capire realmente se qualcuno, oltre noi, si è posto il problema dei livelli occupazionali per l’altro pezzo dell’azienda restante.

“Ad oggi”, ha concluso, “in assenza di reali soluzioni, questa scelta non farà altro che creare una vera “bomba sociale” e sinceramente come UILCOM non siamo disposti a stare in silenzio davanti a scelte sbagliate che questo governo mette in atto a discapito di questa azienda, del settore e soprattutto del futuro di migliaia di lavoratori che, ancora una volta, rischiano il loro posto di lavoro per colpa dell’incapacità della nostra classe politica di affrontare seriamente i problemi di questo settore”.

Anche Slc-Cgil critica scelta del governo: “Con questa scelta l’Italia non avrà voce in capitolo in consolidamento TLC continentale”

PerFabrizio Solari, segretario nazionale della Slc Cgil, la scelta del governo di appoggiare il progetto di spezzatino di Tim “allontana l’Italia dall’Europa, in particolare da Francia e Germania, che continuano a difendere i loro ex monopoli oggi diventati campioni nazionali”.

“Anche in questo settore, come già avvenuto in altri casi, l’Italia non avrà voce in capitolo nel probabile, quanto auspicabile, consolidamento dell’industria delle telecomunicazioni a livello continentale”, sostiene Solari.

L’apprezzamento di Fistel-Cisl: ““La presenza pubblica nella società della rete garantirà sicurezza per i dati dei cittadini e delle istituzioni, investimenti per il superamento del digital divide e ci auguriamo che garantisca tutta l’occupazione di Tim”

Infine, Fistel-Cisl valuta, invece, positivamente l’operazione. 

“La presenza pubblica nella società della rete garantirà sicurezza per i dati dei cittadini e delle istituzioni, investimenti per il superamento del digital divide e ci auguriamo che garantisca tutta l’occupazione di Tim”, si legge nella nota della Fistel-Cisl.

Il sindacato chiede al governo di salvaguardare il destino dei lavoratori che resteranno nella società dei servizi, una volta separata dalla rete, “anche pensando ad una partecipazione nei servizi di aziende pubbliche con analoghi business.”

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