Manca ancora la due diligence sulla nuova NetCo e mancano di conseguenza le prospettive di sviluppo economico, sostenibilità e redditività su NeCo. Non c’è nemmeno il business plan. Per questo, la Corte dei Conti non è in grado di giudicare la bontà dell’investimento da 2,2 miliardi di euro nell’operazione da parte del MEF. E’ quanto emerge dalla delibera della Corte dei Conti sul DPCM che autorizza il Ministero dell’Economia e delle Finanze alla presentazione di un’offerta vincolante finalizzata all’acquisizione di una partecipazione nella società NetCo.
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La delibera della Corte dei Conti riguarda il DPCM che autorizza il Ministero dell’Economia e delle Finanze alla presentazione di un’offerta vincolante finalizzata all’acquisizione di una partecipazione nella società NetCo. A questo punto, il DPCM di fatto resta nel limbo, in attesa del giudizio della Corte dei Conti sulla base dei dati mancanti necessari per consentire ai giudici di esprimersi.
Secondo i giudici contabili, “prendendo atto che le attività valutative dell’operazione societaria risultano ancora in corso” il contenuto “della motivazione del Dpcm e “i prospetti finanziari non appaiono idonei a suffragare adeguatamente il giudizio di sostenibilità finanziaria” dell’investimento da 2,2 miliardi del Mef nella rete Tim “alla stregua dei principi di completezza documentale e proporzionalità”.
Di fatto, non ci sono ancora gli elementi per giudicare la bontà e la sostenibilità finanziaria dell’operazione. Non si tratta di una bocciatura da parte della Corte dei Conti, come sottolinea una nota del MEF. Per una bocciatura ci vorrebbero tutti gli elementi per giudicare, che ancora non ci sono. Ma di certo sono ancora molti gli aspetti dell’operazione che vanno chiarire per farsi un’idea della sua validità da parte della Corte dei Conti. Che sospende il giudizio.