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Ue: Roaming zero non prima del 2018, regole ‘light’ per la Net Neutrality

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Gli ambasciatori dei 28 stati membri della Ue hanno dato il loro ok, dopo mesi di dibattito, a un nuovo testo di compromesso che prevede l’entrata in vigore del nuovo regolamento su roaming e net neutrality dal 30 giugno 2016.

Via libera al testo Connected Continent legislative package, che fa slittare a non prima del 2018 la decisione sull’azzeramento delle tariffe di roaming e propone regole light sulla net neutrality, con un pacchetto di norme che pur impedendo la discriminazione del trattamento del traffico concede altresì agli operatori margini di manovra per gestire i servizi speciali via internet come assistenza sanitaria.

Roaming zero, se ne riparla nel 2018

Sul fronte roaming, questo non verrà eliminato del tutto ma i prezzi comunque scenderanno ulteriormente, perché oltre a una quantità minima garantita di sms, chiamate e dati, sarà imposto un tetto massimo ai sovraccosti che non potranno superare i costi all’ingrosso che pagano gli operatori tra loro per utilizzare la rete altrui. Nel 2018, anche in base alla revisione dei costi all’ingrosso, la Commissione Ue valuterà se sarà possibile eliminare del tutto il roaming.

Net neutrality, la Ue apre alle due velocità

Sulla net neutrality, viene stabilito il principio di non discriminazione del trattamento del traffico su internet, stabilendo norme comuni per la sua gestione ed evitandone la congestione. Per quei servizi speciali, diversi dalla fornitura di accesso a internet e che richiedono uno specifico livello di qualità, si consente la possibilità di accordi ad hoc, a condizione però che gli operatori garantiscano anche la qualità dei servizi di accesso a internet. Spetterà ai regolatori nazionali, sotto la guida di quelli europei del Berec, assicurare il rispetto delle regole sulla neutralità della rete.

Il testo dovrà essere ora negoziato con Parlamento e Commissione Ue, su posizioni diverse, e potrebbe quindi subire modifiche anche sostanziali.

Ue, approccio light alla net neutrality

Il testo formulato dalla presidenza lettone del Consiglio Europeo a Bruxelles prevede quindi un approccio decisamente light alla net neutrality rispetto alle nuove regole vigenti negli Usa, a seguito del voto della settimana scorsa della FCC. Nel pacchetto approvato oggi, si consentono quindi accordi ad hoc per uno specifico livello di qualità – le così dette corsie preferenziali -, a patto che gli operatori garantiscano un servizio di traffico impeccabile per tutti. Inoltre, si impedisce l’uso indiscriminato da parte degli Isp di ‘blocking’ e ‘throttling’ (rallentamento del traffico dati).

La proposta europea sembrerebbe quindi meno penalizzante per le compagnie tlc del Vecchio Continente rispetto al duro colpo subito dalle loro omologhe americane sul terreno della net neutrality.

La posizione di Etno e Deutsche Telekom

Al Mobile World Congress di Barcellona, Tim Höttges, amministratore delegato di Deutsche Telekom, si è espresso a favore di regole sulla net neutrality che permetterebbero alle compagnie tlc di dare priorità a determinati servizi essenziali come l’assistenza sanitaria.

Poi riferendosi al problema che rappresentano gli OTT aggiunge “abbiamo bisogno di un piano di parità con le società di internet. Se questi ragazzi sono fuori dal regolamento, anche noi vogliamo esserlo. Facebook è un servizio di comunicazione? Sicuramente sì. È Google Hangouts? Sicuramente sì. Ma purtroppo non vengono definiti come tali.”

 

Sulla stessa linea c’è anche Steven Tas, presidente di Etno. “Cerchiamo di non legare le mani di un intero settore con regole di neutralità dalle maglie strette. Bisogna fare in modo che gli utenti e le imprese possano beneficiare di regole volte all’innovazione e a un aumento degli investimenti”.

 

Il tutto fa quindi pensare che entro l’anno si arriverà a una conclusione della spinosa vicenda net neutrality. Per il momento aspettiamo quale saranno i prossimi risvolti, dal momento che il testo dovrà essere negoziato con la Commissione UE e con il Parlamento, quindi per arrivare alla decisione finale ci vorrà almeno un anno.

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