La net neutrality è oggi al centro del dibattito europeo sul mercato unico delle telecomunicazioni: anche la Commissione Europea l’ha posta tra le priorità del Digital Single Market.
E ciò a pochi mesi dalla decisione della FCC, che nel marzo 2015 ha espresso un orientamento preciso a favore della net neutrality, anche sulla scia della presa di posizione netta da parte del Presidente Obama.
Ne abbiamo parlato con Antonio Preto, Commissario Agcom, a margine di un incontro di studio sull’argomento, organizzato dall’Autorità giovedì 21 maggio a Roma.
Key4biz. Commissario Preto, la decisione dell’FCC è davvero storica come sostiene Tim Wu o la Net neutrality è una minaccia per il mercato come paventano le grandi Telco statunitensi?
Antonio Preto. Garantire oggi la neutralità della rete è fondamentale per il futuro del web e per il futuro dei diritti umani, come ha detto Tim Barners Lee. Internet deve restare un sistema neutrale e dunque aperto all’innovazione e alla libertà d’espressione. Ma non solo. La neutralità della rete è una garanzia dei valori fondanti della democrazia, anche nel nuovo mondo digitale.
Key4biz. L’Open Internet Order si applica, però, solo negli Stati Uniti. A che punto siamo in Europa?
Antonio Preto. Ci sono posizioni contrapposte. La Presidenza lettone sta faticosamente cercando un compromesso tra il Parlamento Europeo, da sempre schierato a favore della net neutrality, e la Commissione europea, che nella proposta per un Telecom Single Market del settembre 2013 – si era pronunciata a favore degli specialised services. Si tratta ora di capire cosa farà la nuova Commissione Juncker. Ma il Vicepresidente Andrus Ansip ha recentemente rimarcato il bisogno di regole forti per la neutralità della rete anche in Europa.
Key4biz. Nell’attesa che l’Unione europea trovi una soluzione definitiva, come si possono tutelare gli utenti europei?
Antonio Preto. Nulla vieta agli Stati membri di adottare leggi nazionali in materia. Paesi come l’Olanda e la Slovenia sono già intervenuti per disciplinare la net neutrality. Anche in Italia il tema è al vaglio del Parlamento. La proposta di legge, che ha come primo firmatario Stefano Quintarelli, costituisce un’ottima base di partenza. Certo, ci vorrà un approccio condiviso e unitario a livello europeo. D’altra parte, il quadro regolamentare vigente già individua alcuni principi importanti.
Key4biz. A che cosa si riferisce esattamente?
Antonio Preto. La direttiva sul servizio universale 2002/22/CE, come modificata dalla direttiva 2009/136/CE, prevede che le ANR (le Autorità nazionali di regolazione, ndr.) possano imporre un livello di qualità minima per impedire il degrado del servizio e la limitazione o il rallentamento del traffico di rete. Questo è il punto fondamentale: garantire a tutti un livello di qualità adeguato. Con gli standard minimi di qualità, nessun accordo commerciale o pratica di gestione del traffico potrebbe compromettere l’accesso alla rete, anche in assenza di una regolazione ad hoc. In questo modo potremmo garantire a tutti una connessione non solo neutrale ma anche di alta qualità. E lasciare poi spazio ai servizi specializzati (come la telemedicina).
Key4biz. L’FCC disciplina anche la discriminazione di prezzo, vietando la “paid prioritisation”, ma non ha preso posizioni sullo “zero rating”. Che idea si è fatto al riguardo?
Antonio Preto. Lo zero rating viene chiamato “discriminazione in positivo”, ma di fatto sempre di discriminazione si tratta. A me sembra a tutti gli effetti una strategia per aggirare il divieto di paid prioritisation. Se il traffico verso alcuni siti o applicazioni non viene caricato in bolletta, ciò non significa che non lo paghiamo in altro modo: in economia non esistono “pasti gratis”. Il traffico che non viene pagato dall’utente finale lo pagherà il content provider di turno, e ciò non può che favorire comportamenti discriminatori e il lock in del cliente. Io credo che per garantire una rete neutrale lo zero rating debba essere vietato.
Key4biz. L’Open Internet Order si applica solo alla rete di accesso. Condivide questo approccio?
Antonio Preto. Nell’ecosistema digitale, il concetto di neutralità deve necessariamente evolvere con le dinamiche di mercato e l’innovazione tecnologica. Pensiamo solo a come la convergenza sta ridisegnando i rapporti di forza tra le imprese e favorendo l’integrazione verticale, creando nuovi rischi per la concorrenza e la libertà di innovazione. In questo scenario, la rete è veramente neutrale solo se il principio di non discriminazione si applica a tutti i livelli. Il grande limite della decisione dell’FCC è quello di concentrarsi solo sugli Internet Service Provider, senza intervenire sugli accordi di interconnessione e le piattaforme online.
Key4biz. Dunque, secondo lei, anche gli OTT dovrebbero essere soggetti agli stessi obblighi degli ISP?
Antonio Preto. Direi proprio di sì. Gli Over-the-Top sono diventati veri e propri gatekeeper della rete ed è importante che la Commissione Europea abbia deciso di far luce sul loro ruolo nel mercato digitale. Serve più trasparenza sugli algoritmi e sulle modalità di gestione dei dati personali, per evitare comportamenti abusivi e discriminatori. In Italia, la proposta al vaglio del Parlamento ha il grande pregio di andare proprio in questa direzione, sancendo il principio di “libero accesso a software, contenuti e servizi”, in anticipo sull’Europa e sulla FCC. Se approvata, diventerebbe una best practice europea.
Key4biz. L’Europa, in definitiva, deve seguire gli Stati Uniti o possiamo fare di meglio?
Antonio Preto. L’Open Internet Order rappresenta certo un modello di riferimento ma l’Europa ha bisogno di una sua “decisione storica”, per garantire la neutralità dell’accesso a tutti livelli della Rete. Con un approccio pragmatico, come quello in discussione in Italia. Non dobbiamo temere un over regulation: come ha detto il presidente della FCC Tom Wheeler, la Rete è semplicemente troppo importante per essere lasciata senza regole e senza arbitro.