“La net neutrality è un interesse comune per tutti gli utenti e tutti i cittadini e deve essere garantita a tutti. Si possono prevedere delle deroghe in casi di interesse pubblico – come emergenze e così via – ma non per le aziende, non per motivi di business”. Così il commissario designato all’Agenda digitale è intervenuto nel merito della questione della net neutrality, chiarendo, insomma, che non dovrebbero essere consentiti gli accordi tra le telco e gli OTT (come Google o Netflix) per garantire priorità ai loro servizi più voraci di banda.
La net neutrality, così come è stata definita anche nella bozza presentata dalla presidenza italiana Ue è quel “principio secondo il quale tutto il traffico Internet viene trattato allo stesso modo, senza discriminazioni, limitazioni o interferenze, indipendentemente dal mittente, destinatario, tipo, contenuto, dispositivo, servizio o applicazione”.
La questione, molto dibattuta anche oltreoceano – dove però le autorità stanno propendendo per la direzione inversa, consentendo cioè gli accordi tra telco e OTT – è stata al centro di non poche polemiche tra le aziende di settore e le istituzioni europee, soprattutto dopo che il Parlamento ha deciso di votare un testo molto restrittivo che se da un lato e giustamente, richiama le telco a non discriminare i contenuti di aziende come Netflix o i servizi di Skype, dall’altro vieta anche la possibilità di dare priorità ad alcuni tipi di traffico, negando nega una realtà consolidatasi nel corso degli anni: e cioè che le telco hanno sempre usato sistemi di gestione del traffico per far funzionare internet nel migliore dei modi.
Gli operatori telefonici si sono ovviamente levati in blocco contro questa visione, che avrebbe, a loro dire, un impatto negativo sulla gran parte degli attori della catena di valore digitale e, in ultima analisi, si tradurrebbe in servizi di minore qualità per i consumatori e le imprese europee, in un freno all’innovazione e in una evidente distorsione della concorrenza.
Ieri, Oettinger ha tenuto la sua audizione al Parlamento europeo rispondendo a domande sulle priorità del suo mandato, le competenze generali, la gestione del portafoglio e la cooperazione col Parlamento e ha assicurato il suo impegno per una ‘rapida adozione’ del pacchetto ‘Telecom Single Market’ attualmente in discussione al Consiglio europeo e auspicato l’abolizione del roaming entro il 2015. Si è detto inoltre soddisfatto del fatto che l’Italia abbia recentemente presentato un testo di compromesso sul mercato unico e ha promesso un’azione legislativa ‘ambiziosa’ sul mercato unico entro i primi sei mesi del suo mandato.