Adesso è ufficiale. Sulla Net Neutrality passa la linea dura voluta dal presidente Obama e la Federal Communication Commission (FCC) si piega al diktat presidenziale emesso a novembre. E così d’ora in poi Internet negli Usa sarà regolato come un bene pubblico alla stregua dell’acqua, una ‘public utility’, un servizio essenziale per la collettività, al quale tutti hanno il medesimo diritto di accesso. Gli operatori Tlc non si danno per vinti: AT&T ha già minacciato ricorso, a ruota c’è da scommettere seguiranno anche altri provider fra cui Verizon e Time Warner Cable.
Dopo mesi di dibattiti e settimane di anticipazioni, la Federal Communication Commission (FCC), l’agenzia Usa che si occupa di Comunicazioni guidata da Tom Wheeler, ha adottato norme stringenti per garantire la neutralità della rete. Regole basate su una nuova definizione di banda larga, che consentirà al Governo di regolamentare e gestire la Rete Internet come si fa con la rete telefonica.
Le nuove regole
Le nuove regole che sanciscono il principio di ‘open Internet’, fortemente caldeggiate dal presidente Obama e ‘subite’ dal presidente della FCC Tom Wheeler, che in un primo tempo era su posizioni molto più morbide, sono state adottate ieri dal Consiglio dell’agenzia con un verdetto di 3 voti favorevoli (espressione dei componenti democratici del Consiglio) contro due contrari (repubblicani). Le nuove regole sostituiscono il vecchio pacchetto normativo che era stato bocciato lo scorso anno da una corte federale.
In sostanza, il nuovo regolamento impedisce agli Isp di bloccare o rallentare il traffico su reti fisse e per la prima volta anche mobili; vieta agli Isp di offrire servizi a pagamento per garantire trasmissioni più rapide (priority services) dei contenuti ai fornitori di contenuti, come ad esempio Netflix. Stop quindi alle corsie preferenziali per consentire un trasporto più rapido dei pacchetti dati (in particolare video) quando la rete è congestionata dal traffico.
Banda larga riclassificata
Il punto nodale delle nuove regole sulla net neutrality è la riclassificazione della banda larga come un normale servizio di telecomunicazioni, con il conseguente aggiornamento del Title II, per rispondere alle esigenze di un settore molto diverso da quello telefonico (si tratta infatti di una norma inclusa nel Telecommunications Act del 1934).
Il potere della FCC sulla Rete si allarga di molto: il presidente Wheeler ha detto che la controversa riclassificazione della banda larga è un passo necessario per difendersi dalla pioggia di cause legali che rischiano di colpire l’agenzia da parte degli operatori. AT&T, Verizon e Time Warner Cable senza contare tutti gli operatori via cavo presenti negli Usa, promettono battaglia.
La posizione delle telco
I detrattori della nuova regolamentazione contestano da tempo alla FCC l’ applicazione alla banda larga regole datate (Il Title II risale al 1934, quando fu emanato il telecommunications Act). Regole che rallenteranno l’innovazione e limiteranno nuove opportunità d’investimento nei network.
Il nuovo pacchetto di regole, secondo i detrattori, potrebbe inoltre consentire al Governo di imporre nuove tasse e tariffe, che sfocerebbero in aumenti salati in bolletta per i consumatori. Infine, il nuovo corso potrebbe consentire al Governo di imporre agli operatori di rete di condividere le infrastrutture con i concorrenti.
Tom Wheeler getta acqua sul fuoco
Tom Wheeler getta acqua sul fuoco, ma il settore delle Tlc e della banda larga Usa è in fermento. Michael Powell, ex presidente della FCC oggi a capo della lobby delle cable company americane, è andato all’attacco, dicendo la FCC si è spinta troppo avanti nel suo intento di garantire un Internet aperto. “La FCC si è fatta scudo dietro al concetto di open Internet per aprire le porte ad un regolamentazione imposta dal Governo in uno spazio, quello della Rete, da sempre celebrato per la sua libertà di impresa”, ha detto Powell, aggiungendo che “La FCC ha ridato fiato ad una regolamentazione, quella della telefonia, ormai superata applicandola al settore più dinamico e libero della storia”.
Sulla stessa linea si è espresso il responsabile legale di AT&T Jim Cicconi: “AT&T ha da sempre sostenuto i principi dell’open Internet e continua a farlo tuttora in maniera stringente e volontaria – ha detto – ciò che non ha mai avuto senso è prendere la cornice regolamentare realizzata per Ma Bell nel 1930 e costringere i suoi nipoti a sottostare alle stesse regole, con un portato tecnologico impensabile 80 anni fa. AT&T auspica, altresì, che nuove voci si uniscano al loro coro perché l’allarmismo, l’esagerazione e la demonizzazione non sono una base solida per fare leggi sagge. Il vantaggio politico non può quindi diventare più importante dell’interesse di un’intera nazione”.
La battaglia politica sulla net neutrality è feroce. I repubblicani accusano la Casa Bianca di aver attentato all’indipendenza della FCC, arrivando a chiedere un’indagine sul ruolo di Obama nella redazione del nuovo regolamento. La bozza presentata nel maggio scorso da Tom Wheeler non conteneva la riclassificazione del traffico a banda larga sotto il Title II.