“Internet deve restare deve restare aperto per tutti e tutto il traffico deve essere trattato allo stesso modo”. Così il vicepresidente per il Digital Single Market nella Commissione Europea, Andrus Ansip, ha espresso il suo sostegno alla net neutrality, dicendosi preoccupato per le proposte che potrebbero consentire ai fornitori di banda larga di offrire velocità di trasmissione diverse ai clienti disposti a pagare di più.
Anche se non si parla, ovviamente, di clienti privati, ma di grandi fornitori di contenuti come Youtube o Netflix – che coi loro servizi occupano molta banda – Ansip si dice contrario a un’internet a due velocità e d’accordo con quanto affermato nelle scorse settimane dal presidente americano Barack Obama, che ha esortato il regolatore a difendere la neutralità della rete e a prevenire accordi commerciali tra le parti che vadano a discapito del servizio offerto ai consumatori.
Ad aprile, il parlamento europeo ha in effetto approvato una concezione molto rigida di net neutrality, che vieta di fatto l’utilizzo di sistemi di gestione della rete e la stipula di accordi commerciali per l’offerta dei cosiddetti ‘servizi specializzati’.
L’Italia, la scorsa settimana ha presentato un documento in cui questa rigidità veniva ammorbidita e si chiedeva di eliminare le definizioni di net neutrality e servizi specializzati e di consentire l’utilizzo di sistemi di gestione del traffico “a condizione che siano trasparenti, non discriminatori e proporzionati, e non anticoncorrenziali”, fermo restando “l’obbligo di mantenere sufficiente capacità di rete per il servizio di accesso a internet a prescindere da altri servizi forniti nel corso dello stesso accesso”.
Secondo Ansip, dovrebbe essere consentito “avere velocità più elevate, ma non a spese degli altri” utenti.
Ansip, prima di assumere la carica di vicepresidente per il mercato unico digitale nella nuova Commissione europea di Jean-Claude Juncker, è stato primo ministro dell’Estonia, paese all’avanguardia per tutto quanto concerne il digitale.
L’accesso a internet deve essere “un diritto fondamentale”, ha detto Ansip, che ha anche sottolineato che i grandi OTT americani come Google dovrebbero essere controllati – come del resto sta cercando di fare la Commissione europea – per evitare abusi di posizione dominante.
Nelle scorse settimane, anche il Commissario per il digitale, Gunther Oettinger si è soffermato sul tema della net neutrality, affermando di non essere ‘categoricamente contrario’ agli accordi tra telco e OTT per consentire a chi paga una sorta di corsia preferenziale per i suoi contenuti. Ha però spiegato che bisogna fare molta attenzione: “se si creano troppe categorie di servizi, si corre il rischio di degradare e rendere meno affidabile il servizio internet disponibile a tutti. Non deve insomma trasformarsi in uno svantaggio sociale”.