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Neom firma un accordo da 5 miliardi di dollari per un data center AI sostenibile

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Il centro, situato nell’hub industriale di Oxagon, avrà una capacità di 1,5 gigawatt e dovrebbe essere operativo entro il 2028.

Ars Artificialis: una rubrica a cura di Nicola Grandis. Parlare e dialogare sulla migliore approssimazione di Arte Artificiale realizzata sin qui dall’uomo, quella che comunemente viene definita Intelligenza Artificiale. Per leggere tutti gli articoli clicca qui.

Il progetto futuristico saudita Neom ha siglato un accordo da 5 miliardi di dollari con l’azienda DataVolt per la costruzione di un avanzato data center AI. Il centro, situato nell’hub industriale di Oxagon, avrà una capacità di 1,5 gigawatt e dovrebbe essere operativo entro il 2028.

Questo investimento si inserisce nella più ampia Vision 2030, il piano strategico dell’Arabia Saudita per diversificare l’economia oltre il settore petrolifero e affermarsi come polo globale dell’innovazione.

La competizione tra Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti per il primato tecnologico nell’AI è sempre più serrata. Entrambi i paesi stanno investendo massicciamente in infrastrutture digitali: di recente, Emirati e Francia hanno annunciato un impegno da 31-52 miliardi di dollari per la creazione del più grande data center AI europeo.

Il progetto Neom, lanciato nel 2017 dal principe ereditario Mohammed bin Salman, comprende anche altre ambiziose iniziative, tra cui ‘The Line’, una città futuristica progettata per ospitare 9 milioni di persone e una forte automazione basata su robot.

Tuttavia, il progetto è stato criticato a livello internazionale per violazioni dei diritti umani, in particolare per l’evacuazione forzata delle tribù locali. Nel 2023, le Nazioni Unite hanno espresso preoccupazione per le possibili esecuzioni di membri della tribù Howeitat, residenti nell’area di costruzione di Neom.

Nonostante le controversie, l’Arabia Saudita continua a spingere verso la trasformazione digitale, cercando di attrarre investimenti e consolidare il proprio ruolo di leader nell’intelligenza artificiale.

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Quanta energia consuma ChatGPT?

L’articolo analizza il consumo energetico di ChatGPT, contestando la stima diffusa secondo cui ogni query consumerebbe circa 3 wattora, ovvero dieci volte l’energia necessaria per una ricerca su Google.

Secondo calcoli aggiornati, il consumo effettivo per una richiesta tipica con GPT-4o si aggira intorno a 0,3 wattora, un valore significativamente inferiore rispetto alle precedenti previsioni.

L’abbattimento dei costi energetici è attribuito a modelli più efficienti e hardware migliorato rispetto al 2023. Per contestualizzare, il consumo di 0,3 wattora per query è paragonabile a pochi minuti di utilizzo di una lampadina LED o di un laptop. Tuttavia, query più lunghe o con input complessi possono aumentare il consumo fino a 40 wattora.

Il costo energetico dell’addestramento del modello è elevato ma, su base individuale, rappresenta una frazione trascurabile del consumo totale di energia. L’articolo esamina anche il ruolo delle GPU Nvidia H100 utilizzate per l’inferenza, evidenziando che la potenza assorbita da queste unità dipende dalla loro efficienza e dal numero di operazioni per secondo.

Inoltre, confronta il consumo di GPT-4o con altri modelli come GPT-4o-mini, o1 e o3, concludendo che l’efficienza dell’AI migliorerà nel tempo grazie a hardware avanzato e ottimizzazioni software.

Tuttavia, se l’uso dell’AI dovesse espandersi in applicazioni più complesse, la richiesta energetica potrebbe aumentare. Nel lungo termine, il settore dell’AI potrebbe raggiungere livelli di consumo significativi, potenzialmente rappresentando il 10% dell’energia elettrica degli Stati Uniti entro il 2030.

L’articolo suggerisce che maggiore trasparenza da parte delle aziende di AI aiuterebbe a comprendere meglio l’impatto ambientale di questi sistemi.

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