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Net neutrality: l’assist di Angela Merkel alle corsie preferenziali sul web

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Secondo la Merkel alcuni servizi essenziali per l'economia digitale richiederebbero una qualità di trasmissione affidabile e dovrebbero quindi essere trattati in modo diverso rispetto ad altri dati.

Bisogna fare di più per fare dell’Europa un Continente digitale. A dirlo è il cancelliere tedesco Angela Merkel, che ha spronato gli Stati europei ad accelerare la transizione, anche predisponendo regimi fiscali favorevoli alle aziende del settore IT.

Nel suo intervento al summit ‘Digitising Europe’, organizzato da Vodafone a Berlino, la Merkel ha sottolineato che la digitalizzazione dell’Europa è uno strumento essenziale per combattere la disoccupazione giovanile e per far ripartire le economie europee.

Ma non è, forse, questa parte del suo intervento quella che ha suscitato più dibattito.

 

Si a un internet a due velocità?

Dal Cancelliere tedesco, infatti, è arrivato anche un assist ai supporter  di un approccio più flessibile alla net neutrality. Secondo la Merkel infatti alcuni servizi essenziali per l’economia digitale richiederebbero una qualità di trasmissione affidabile e dovrebbero quindi essere trattati in modo diverso rispetto ad altri dati.

Dovrebbe quindi esserci una scissione dei servizi, “uno per la connessione internet gratuita, e l’altro per i servizi speciali”, ha aggiunto, spiegando che però entrambi dovrebbero transitare sull’infrastruttura internet esistente.

Toccherebbe quindi a Bruxelles negoziare gli standard perché un simile modello possa funzionare: “Un internet favorevole all’innovazione significa anche un’affidabilità garantita per i servizi speciali e questi possono svilupparsi solo quando sono disponibili standard di qualità e di sicurezza prevedibili”, ha detto ancora Merkel.

Net neutrality: il vento sta cambiando?

 

Una posizione decisamente di ‘peso’ in vista del prossimo Consiglio europeo, chiamato a negoziare una posizione comune sui temi del roaming e della net neutrality da portare al Parlamento europeo, che ad aprile ha dato il via libera a un testo molto restrittivo sulla net neutrality che di fatto impedirebbe l’offerta di servizi specializzati sull’internet pubblico.

Ma il vento, in Europa, sembra essere cambiato e la nuova Commissione pare più favorevole alle richieste dell’industria. Nelle scorse settimane ha fatto molto discutere la proposta della Presidenza italiana di rimuovere le definizioni di ‘net neutrality’ e ‘servizi specializzati’ e sostituirle con “…un riferimento all’obiettivo di net neutrality” per risolvere “i dubbi in caso di contraddizioni con specifiche disposizioni”.

Nei giorni scorsi era stato il Commissario Ue per il Digitale, Gunther Oettinger ad ‘aprire’ a un approccio più morbido verso la net neutrality, sottolineando che la riforma del mercato europeo delle telecomunicazioni, che sarà presentata entro i primi sei mesi del prossimo anno dovrà consentire l’offerta di servizi innovativi, come l’IPTV o altri servizi che potranno emergere in futuro, “a condizione che questi non danneggino l’Internet aperto”.

Le reazioni

Secondo I sostenitori tedeschi della net neutrality, le parole del Cancelliere sono un inchino alle lobby delle telecomunicazioni.

“Questa non è la net neutrality che vogliamo, ma un passo avanti verso un internet a due velocità che privilegerà chi è disposto a pagare”, ha affermato il fondatore di netzpolitik, Markus Beckedahl.

Per il Professor Leonhard Dobusch della Freie Universität di Berlino, le indicazioni della Merkel sono un primo passo pericoloso verso leggi sulla net neutrality in Germania.

Industria 4.0

La quarta rivoluzione industriale è quella promossa da internet, ma l’Europa se la sta perdendo, ha notato la Merkel, evidenziando come l’Europa sia del tutto assente da aree chiave della nuova economia: “per esempio nella produzione di chip o nel settore dei motori di ricerca”.

Ne consegue che, secondo le ultime statistiche, il 90% della crescita economica si sta svolgendo fuori da continente. A preoccupare è soprattutto la disoccupazione giovanile, che riguarda il 22% dei ragazzi tra 15-24 anni, circa 5 milioni di persone.

Un trend che avrà effetti devastanti per le economie nazionali, ha avvisato il premio Nobel per l’economia, Joseph Stiglitz, tanto più che le nuove generazioni sono permeate da un forte pessimismo, con solo il 15% dei ragazzi europei che ritiene che le nuove tecnologie possano creare occupazione. Molti, anzi, temono il contrario. A loro le rassicurazioni del cancelliere tedesco, secondo cui la digitalizzazione delle economie “creerà più posti di lavoro di quanti ne verranno persi”.

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