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Negli Stati Uniti investimenti record in nucleare e geotermico. Così le green tech resistono allo “tsunami” Trump

green tech USA

Sebbene i miliardi di dollari destinati alle clean tech dall’Inflaction Reduction Act di Biden siano stati direzionati altrove dall’Amministrazione Trump, gli investimenti nel settore sono sorprendentemente in crescita. A dirlo è un’indagine pubblicata da PitchBook, la compagnia americana specializzata in dati finanziari, che analizzando il nuovo corso intrapreso dall’industria statunitense, ha evidenziato un trend fino a sei mesi fa insospettabile.

Superato lo stallo degli ultimi sei mesi?

Il settore delle tecnologie verdi ha, infatti, vissuto momenti di forte incertezza, soprattutto in seguito ai tagli imposti dal Tycoon ai finanziamenti per le soluzioni a basse emissioni e, non da meno, all’introduzione dei dazi che rendono più difficile importare materiali utili alla trasformazione delle infrastrutture energetiche. Tuttavia, nonostante il caos, temi come l’indipendenza energetica e l’intelligenza artificiale, supportati dalla retorica presidenziale, trainano il resto, attirando l’attenzione degli investitori. Per cui, contro ogni previsione, i fondi privati continuano a fluire verso l’innovazione volta al Net Zero.

Investimenti in crescita, almeno per ora

Secondo i dati riportati, nel primo trimestre del 2025, il settore ha attratto oltre 5 miliardi di dollari in finanziamenti, con un aumento del 65% rispetto all’anno precedente. Un risultato in controtendenza rispetto al calo globale del 10%, che interrompe tre anni consecutivi di flessione negli Stati Uniti. Resta da vedere però se questo trend positivo sarà sostenibile, dato che parte dell’incremento potrebbe derivare da investimenti rinviati.

C’è da dire che anche durante il primo mandato di Trump, nonostante le tensioni commerciali con la Cina, gli investimenti nel settore erano triplicati. La spinta verso una progressiva nazionalizzazione e i tassi d’interesse bassi avevano incentivato la crescita della filiera green.

Prosperano nucleare e geotermico 

In campo energetico, gli effetti “benefici” dei dazi introdotti, si riversano quasi tutti sulle startup americane la cui mission, oltre alla sostenibilità ambientale, è incrementare l’efficienza produttiva degli USA.

Da parte sua, il Governo americano punta apertamente su nucleare e geotermico, ritenute tecnologie strategiche per la decarbonizzazione del sistema elettrico, messo sotto pressione dall’impennata della domanda energetica legata all’espansione dell’intelligenza artificiale. In particolare, il segretario all’Energia Chris Wright ha annunciato un vero e proprio “rinascimento nucleare americano”. Sulla scia di queste dichiarazioni, fondi di venture capital come Khosla Ventures si sono mossi rapidamente per investire nel settore.

Anche colossi tech come Google e Microsoft si stanno già alleando con produttori di energia nucleare e geotermica per garantirsi forniture stabili e sostenibili. L’esplosione dell’AI sta, inoltre, accelerando lo sviluppo di soluzioni software e infrastrutture elettriche più efficienti, aprendo nuove opportunità per l’innovazione energetica.

I settori a rischio

Idrogeno verde e cattura diretta del carbonio non godono della stessa fama di nucleare e geotermico in America. Lo dimostrano i tagli all’Inflation Reduction Act che colpiscono proprio questi settori emergenti, ancora fortemente dipendenti dal sostegno pubblico. L’amministrazione Trump starebbe persino valutando la chiusura degli uffici federali preposti al loro sviluppo, anche se gli “hydrogen hubs” potrebbero essere salvaguardati.

La sospensione dei fondi federali ha già avuto un impatto su numerosi progetti, che purtroppo rischiano di non decollare. Ne è un esempio la gigafactory in North Carolina di Natron Energy, produttore californiano di batterie al sodio. L’azienda attende l’esito di un maxi-prestito da 1,4 miliardi di dollari. “Siamo l’esempio perfetto di cosa dovrebbe finanziare questa amministrazione” ha dichiarato il CEO Wendell Brooks.

Clean tech, cambio di strategia comunicativa

Cambia anche la narrazione di molte aziende del settore: via termini come “energia pulita” o “zero emissioni”, sostituiti da espressioni più in linea con gli obiettivi dell’attuale amministrazione, come “abbondanza energetica”. È il caso della texana Bedrock Energy, attiva nel geotermico. Altre, come Eos Energy, puntano invece sul comparto difesa, enfatizzando sicurezza e produzione nazionale per ottenere contratti militari. Una strategia che sta dando i suoi frutti: a marzo Eos ha firmato un contratto da 8 milioni di dollari con la Marina di San Diego.

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