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Nanobot, ecco i 5 robot più piccoli del mondo (video)

Robot sempre più piccoli, anche meno di un millimetro

Piccoli robot in grado di entrare nel nostro corpo, immergendosi nel flusso sanguigno per raggiungere un qualsiasi organo o tessuto in difficoltà, con l’obiettivo di “ripararlo”, magari tramite somministrazione di farmaci ad esempio.

Sembra solo fantascienza, ma non è così Il cinema e l’immaginario collettivo si sono già occupati di questo, come nel caso di “Viaggio allucinante” del 1966 di Richard Fleischer (più conosciuto oggi per pellicole commerciali come “Conan il distruttore” del 1984), trasposizione del celebre romanzo omonimo di Isaac Asimov dello stesso anno.

Ma non solo, perché ci sono anche i robot minuscoli che imitano gli insetti o ancora droni di qualche centimetro di lunghezza utilizzati per il monitoraggio di piccole aree o in ambito militare, in grado di funzionare tramite nano-batterie e reti WiFi.

Per tutte queste macchine esiste un nuovo campo di studio denominato “tiny robots”.

Sono davvero numerose le possibili applicazioni della nanorobotica e un articolo su weforum.org del World economic forum illustra gli utilizzi principali di questi robot minuscoli, addirittura esistono i “millirobots” (macchine grandi pochi millimetri) progettati dalla Stanford University, in cinque possibili settori.

Le cinque applicazioni dei “tiny robots”

Un settore molto avanzato e in prima linea per l’impiego di questi tiny robots è la biomedicina e la chirurgia. Come anticipato, robot di alcuni micron di grandezza (“micro-scallops”) possono essere inseriti nel nostro organismo, esattamente come i millirobots (ma per interventi ancora più precisi), sfruttando le arterie ed il flusso del sangue per raggiungere organi e tessuti da curare. Sono alimentati grazie ad un campo magnetico esterno e possono cambiare forma all’occorrenza.

Sempre nello stesso campo di applicazione ci sono le pillole autonome o “robotic pill, che una volta ingerite navigano nello stomaco e poi nell’intestino somministrando farmaci.

Poi c’è il settore militare e della sicurezza, che potrebbe presto impiegare droni spia della grandezza di alcuni centimetri soprannominati “calabroni neri”, in grado di muoversi rapidamente in un determinato ambito o quadrante, silenziosi e con un’autonomia di volo di circa 25 minuti, per un massimo di 2 km di allontanamento, hanno assicurato i suoi sviluppatori della Teledyn (prezzo medio 200 mila dollari).

Passano dal calabrone alle api, ecco quindi i nano robot volanti, chiamati “RoboBees”, appunto api robot, che potrebbero trovare largo impiego nelle colture sterminate di grandi terreni nelle Americhe e in Asia, ma un po’ ovunque ce ne sia bisogno.

Oltre all’impollinazione queste macchine possono essere utilizzate per la sorveglianza e operazioni speciali di ricerca e salvataggio in luoghi molto pericolosi.

Sempre imitando gli insetti, infine, ecco il “roboFly”, una macchina della dimensione di una mosca e il peso di uno stuzzicadenti, alimentato da un raggio laser, che potrebbe essere utilizzato per il controllo di infrastrutture energetiche, ad esempio per la ricerca di fughe di gas, o per raccogliere e stoccare energia in radiofrequenza, che in natura è dispersa liberamente in un ambiente indifferentemente dalla fonte che la emette (energy harvesting).

Al momento solo progetti e prototipi, ma la strada è segnata

Quando saranno utilizzati massicciamente questi nanorobot nei vari ambiti di impiego? Secondo l’articolo ci vorrà del tempo, forse un’altra decina di anni, sia per la ricerca di nuovi materiali, sia per i sistemi di alimentazione.

Sono macchine troppo piccole per contenere sia una batteria, sia per ospitare una qualche forma di intelligenza artificiale. Per il momento ci sono solamente sperimentazioni che vedono l’uso di soluzioni wireless per fornire energia a questi robot (o anche un cavetto delle giuste proporzioni), ma la strada del loro sviluppo è ormai tracciata.

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