Il consolidamento transfrontaliero delle telco europee non è più un tabù a Bruxelles, e nemmeno l’ipotesi che le Big Tech contribuiscano al finanziamento delle nuove reti. Lo ha detto il commissario al Mercato Interno Thierry Breton nel suo intervento al Mobile World Congress di Barcellona, sottolineando che “il modello di business” delle telco dovrà cambiare radicalmente dopo la vasta consultazione pubblica di tre mesi, appena lanciata per il riordino del settore e valutare l’introduzione di nuove regole per il ‘fair share’ delle reti, che sembrano sempre più imminenti.
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Regole meno severe per il consolidamento
Breton ha detto che è tempo di fare una riflessione serie sul fatto di allentare le regole sul fronte delle fusioni transfrontaliere, che frenano la capacità di concorrere delle nostre telco rispetto ad altre regioni del globo. Un altro aspetto critico riguarda “i vantaggi di un mercato integrato dello spettro radio. Vedo che questi due problemi (consolidamento transfrontaliero e frammentazione dello spettro radio ndr) attualmente frenano il nostro potenziale collettivo rispetto ad altri continenti”, ha detto Breton.
Il tema del “fair share”, l’equo contributo da parte delle Big Tech al rollout di fibra e 5G, è sempre più sentito. Le posizioni fra le parti contendenti sono sempre più polarizzate, anche se formalmente Breton sostiene che l’unico motivo per cui il dibattito è in corso è favorire lo sviluppo in tempi stretti delle nuove reti in tutto il continente.
Big Tech contro il fair share
Le Big tech, fra cui Google e Netflix, sono assolutamente contrarie a pagare per le reti delle telco. Sostengono di contribuire già all’ecosistema e alle spese per le infrastrutture con i miliardi investiti per cavi sottomarini e data center sparsi un po’ ovunque nel Vecchio Continente. I loro servizi, inoltre, portano ricavi anche alle telco e alimentano il traffico con ritorni per la industry delle Tlc.
C’è poi il tema della net neutrality, che rischierebbe secondo le Big tech di essere violata.
Ma secondo Thierry Breton siamo di fronte ad un svolta epocale, con lo sviluppo del Web 4.0 alle porte, del supercomputing e di un’era di simbiosi fra esseri umani e oggetti. Saremo immersi in un continuum di computing, dove connessioni ultraveloci saranno il presupposto per fruire di tutti questi nuovi servizi.
“In poche parole, stiamo assistendo a operatori di telecomunicazioni che trasformano la loro attività da semplici fornitori di connettività a fornitori di network-as-a-service o addirittura fornitori di software innovativi”, ha detto Breton nel suo intervento.
L’Ue sostiene la trasformazione della connettività
Ha detto Breton: “Il mio messaggio per voi è: potete contare sulla mia determinazione per raggiungere insieme i nostri obiettivi per il 2030.
La consultazione è ovviamente solo una parte del puzzle che abbiamo messo insieme negli ultimi anni. Nell’interesse del tempo, vorrei solo menzionare:
Il Chips Act dell’UE, per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento, la resilienza e la leadership tecnologica dell’UE nelle tecnologie e nelle applicazioni dei semiconduttori.
La Smart Networks and Services Joint Undertaking, un’importante iniziativa di ricerca per lo sviluppo di reti 6G.
I nostri sforzi per garantire un’infrastruttura di connettività resiliente, sicura e sovrana, con passi decisivi compiuti in materia di sicurezza informatica, e la nostra infrastruttura di connettività sicura basata nello spazio IRIS², concordata in tempi record.
Il nostro lavoro sui sistemi di crittografia, per preparare la crittografia post-quantistica e la comunicazione quantistica.
I progetti multinazionali, ad esempio su blockchain pubblica, corridoi 5G, super e computer quantistici, per favorire la cooperazione tra settore pubblico e privato, con un vero valore aggiunto europeo.
E, naturalmente, il Gigabit Infrastructure Act presentato la scorsa settimana per consentire un’implementazione più rapida, economica ed efficace delle reti Gigabit in tutta l’UE.
L’UE sostiene la trasformazione della connettività
Il mio messaggio per voi è: potete contare sulla mia determinazione per raggiungere insieme i nostri obiettivi per il 2030.
La consultazione è ovviamente solo una parte del puzzle che abbiamo messo insieme negli ultimi anni. Nell’interesse del tempo, vorrei solo menzionare:
Il Chips Act dell’UE, per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento, la resilienza e la leadership tecnologica dell’UE nelle tecnologie e nelle applicazioni dei semiconduttori.
La Smart Networks and Services Joint Undertaking, un’importante iniziativa di ricerca per lo sviluppo di reti 6G”.
Labriola (Tim): ‘Servono consolidamento, nuove regole e fair share’
Oltre alle sfide per un nuovo modello industriale, per il rilancio del comparto delle telecomunicazioni “serve un cambio del contesto regolatorio”. A ribadirlo, dal palco del Mobile World Congress di Barcellona, l’Ad di Tim, Pietro Labriola. “E’ necessario consentire il consolidamento del settore, incentivare il salto verso le nuove tecnologie e introdurre meccanismi per una redistribuzione piu’ equa dei costi legati alla crescita del traffico, attraverso il cosiddetto ‘fair share'”, ha aggiunto, spiegando che “il rinnovo della cornice politica e regolatoria per le tlc e’ un pezzo fondamentale del puzzle da comporre per arrivare a un ecosistema digitale piu’ bilanciato”.
Le telco non sono soggetti indivisibili, il modello di azienda verticalmente integrato “e’ superato perche’ non risponde piu’ a esigenze di mercati come quello italiano, dove la strada per la creazione di valore passa attraverso la separazione di infrastruttura e servizi”, ha aggiunto Labriola. “Si tratta di due mondi che possono fare meglio se gestiti separatamente, perché ciò permetterebbe una maggior concentrazione sui rispettivi punti di forza e sulla crescita potenziale, permettendo anche una miglior allocazione del capitale”.
Labriola, in Europa settore Tlc affronta ‘tempesta perfetta’
Il settore in Europa sta affrontando “la tempesta perfetta”, ha detto Labriola, citando, oltre alle sfide specifiche del settore, anche temi di natura macro come l’aumento dei prezzi dell’energia, il rallentamento della crescita economica e la risalita dei tassi d’interesse.
Labriola ha poi ribadito la sua visione secondo cui nel contesto attuale, almeno in Italia, il modello di operatore verticalmente integrato è superato e il business va riorganizzato separando il segmento dei servizi da quello infrastrutturale.