Generative AI Insights è la rubrica curata da Recomb, il think tank dedicato all’esplorazione dell’impatto e del potenziale dell’AI generativa in vari aspetti della vita umana. Recomb studia l’AI generativa da tutte le angolazioni: professionale, etica, tecnica, legale, economica, ambientale, sociale, educativa e culturale. Per leggere tutti gli articoli della rubrica Generative AI Insights su Key4biz clicca qui..
Secondo quanto riferito da CNBC, Elon Musk avrebbe recentemente contattato i principali investitori di xAI con l’intento di raccogliere una somma che potrebbe superare i 25 miliardi di dollari. L’obiettivo, stando alle indiscrezioni, sarebbe quello di finanziare il nuovo supercomputer ‘Colossus 2’, destinato a includere fino a un milione di GPU.
Tale impresa tecnologica rappresenterebbe un balzo monumentale rispetto all’attuale Colossus, che impiega circa 200.000 unità delle GPU H100 di Nvidia. L’iniziativa si colloca nel contesto di una crescente competizione nell’ambito dell’infrastruttura AI, dove diverse aziende tecnologiche puntano alla costruzione di data center di nuova generazione.
Il costo stimato per la realizzazione di Colossus 2 potrebbe oscillare tra i 100 e i 125 miliardi di dollari, considerando non solo l’acquisto delle GPU Nvidia Blackwell (modelli B100 o B200), ma anche l’intera infrastruttura necessaria, inclusi edifici, server, reti e sistemi di raffreddamento.
L’entità dell’investimento suggerisce un’ambizione senza precedenti per potenza di calcolo e capacità di training di modelli avanzati, in controtendenza rispetto ad altri operatori del settore che esplorano soluzioni più efficienti dal punto di vista computazionale.
L’iniziativa conferma la visione di Musk secondo cui l’AI richiederà, in futuro, potenze di calcolo sempre maggiori, una prospettiva condivisa anche da Broadcom, che prevede data center dotati di milioni di processori AI entro il 2027. Tuttavia, resta da vedere se il fondatore di xAI riuscirà a reperire i fondi necessari in tempi utili.
Per maggiori informazioni, clicca per l’articolo originale.
La Corea del Sud afferma che DeepSeek ha trasferito dati e richieste degli utenti senza consenso
L’autorità sudcoreana per la protezione dei dati ha rilevato che la startup cinese di AI, DeepSeek, ha trasferito informazioni personali e contenuti delle richieste degli utenti senza autorizzazione.
L’azienda, operativa in Corea del Sud da gennaio, avrebbe inviato questi dati a società situate in Cina e negli Stati Uniti, contravvenendo alle normative locali sulla privacy.
A seguito di tali irregolarità, a febbraio, l’agenzia ha sospeso il download della loro applicazione nel paese. In particolare, DeepSeek avrebbe condiviso contenuti delle richieste inserite dagli utenti con la Beijing Volcano Engine Technology Co. Ltd., insieme a dati relativi ai dispositivi, reti e applicazioni.
Successivamente, l’azienda ha dichiarato che questa pratica mirava a migliorare l’esperienza dell’utente e che dal 10 aprile aveva cessato il trasferimento dei contenuti delle richieste.
Tuttavia, l’agenzia ha richiesto a DeepSeek di eliminare immediatamente i dati già trasferiti e di stabilire una base legale per il trasferimento internazionale delle informazioni personali. Questo caso solleva ulteriori dubbi sulle pratiche di gestione dei dati adottate dalle startup cinesi di AI, in un contesto di crescente attenzione normativa.
Per maggiori informazioni, clicca per l’articolo originale.
‘Il Washington Post firma un accordo di licenza con OpenAI per la ricerca ChatGPT’
Il Washington Post, di proprietà di Jeff Bezos, ha siglato una partnership strategica con OpenAI per integrare i suoi contenuti all’interno di ChatGPT. Questo accordo prevede che ChatGPT mostri riassunti, citazioni e link agli articoli originali del quotidiano in risposta a ricerche pertinenti, con una chiara attribuzione.
L’obiettivo comune delle due parti è facilitare l’accesso a informazioni affidabili e ben documentate, soprattutto su argomenti complessi o in rapida evoluzione. Questo accordo si aggiunge a quelli già stipulati da OpenAI con oltre 20 editori, tra cui News Corp, Financial Times e LeMonde.
Tuttavia, testate come il New York Times hanno intentato cause legali contro OpenAI e Microsoft per presunte violazioni di copyright. Il Washington Post ha inoltre sperimentato internamente strumenti basati su AI, come ‘Ask the Post AI’ e ‘Climate Answers’, e continua a esplorare soluzioni tecnologiche indipendenti, mantenendosi agnostico rispetto ai modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM).
OpenAI sottolinea che più di 500 milioni di persone utilizzano settimanalmente ChatGPT per ricerche, rafforzando l’importanza di fornire contenuti giornalistici di qualità.
Per maggiori informazioni, clicca per l’articolo originale.