Elon Musk non è mai stato uno che lesina sulle ambizioni, e lo ha dimostrato ancora una volta con l’attivazione del “più potente cluster di addestramento AI al mondo”. Situato a Memphis, questo gigante tecnologico vanta 100.000 GPU Nvidia H100 raffreddate a liquido, collegate da un singolo fabric RDMA per un’elaborazione senza precedenti.
L’obiettivo di Musk è chiaro: creare “l’intelligenza artificiale più potente al mondo sotto ogni parametro” entro dicembre di quest’anno. Un traguardo che verrebbe raggiunto grazie all’addestramento di Grok 3, l’ultima iterazione del suo Large Language Model (LLM).
Un gigante che brucia le tappe
Nonostante le previsioni iniziali che ipotizzavano l’apertura della “Gigafactory of Compute” per l’autunno del 2025, il supercluster è già operativo con un anno di anticipo. Un’accelerazione dovuta, forse, all’impazienza di Musk di attendere il lancio di chip H200 o B100 più potenti. Supermicro, fornitore di gran parte dell’hardware, ha elogiato il lavoro svolto dal team di xAI.
In termini di potenza GPU, il Memphis Supercluster va oltre qualsiasi altro sistema presente sullo scenario dell’addestramento AI. Supercomputer come Frontier (37.888 GPU AMD), Aurora (60.000 GPU Intel) e Microsoft Eagle (14.400 GPU Nvidia H100) sono i concorrenti, che almeno dal punto di vista dell’hardware non hanno molto da dire in confronto a ciò che ha messo Musk su piazza.
Grok 3: l’intelligenza artificiale del futuro secondo Musk
Con la sua potenza di calcolo, il Memphis Supercluster avrà il compito di addestrare Grok 3, un LLM che punta a superare ogni limite precedente in termini di intelligenza artificiale. Se i piani di Musk si concretizzeranno, Grok 3 potrebbe rappresentare un punto di svolta rivoluzionario nel campo dell’AI, aprendo la strada a nuove applicazioni. La tempistica di lancio del cluster non è banale e anticipa di qualche mese il cruciale voto delle presidenziali americane.
Sappiamo già che l’American Political action committee (American Pac), una sorta di supercomitato elettorale americano a favore del Partito Repubblicano, riceverà 45 milioni di dollari al mese da Elon Musk. Il magnate non ha mai nascosto il suo appoggio al tycoon e non è detto che l’AI non possa servire anche a tale scopo. Subito dopo il fallito attentato in Pennsylvania, X Stories, la funzionalità che crea titoli e descrizioni delle notizie più calde su X, aveva generato vere e proprie bufale sul social, amplificando la diffusione di teorie complottiste. Sapere che Musk ha in mano la potenza di calcolo più potente al mondo per far muovere le sue iniziative di AI non ci lascia molto sereni.
Corsa alla Casa Bianca
Peraltro, gli Usa non sono l’Unione Europea. Al momento, la regolamentazione dell’AI negli Stati Uniti è un panorama complesso e in evoluzione, con diverse autorità e livelli di governo che svolgono ruoli differenti. Sono state introdotte alcune proposte di legge al Congresso che mirano a regolamentare specifici aspetti dell’AI, ma al momento non è stata approvata una sola legge federale completa. Questo lascia lo scenario oltreoceano aperto a molti usi ed eventuali incomprensioni, quando invece servirebbe maggiore tutela da qui all’Election Day del 5 novembre.