l'annuncio

Musk guiderà un nuovo Dipartimento di Governo in caso di vittoria di Trump. Prima cosa: “Subito auto a guida autonoma in tutti gli USA”

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Mancano ormai meno di dieci giorni alle elezioni presidenziali americane e la sfida tra Trump e Harris diventa sempre più serrata. In caso di vittoria, Elon Musk accetterà la guida di un nuovo Dipartimento offertagli dal Tycoon e tra i primi provvedimenti ci sarà il via libera al software di guida autonoma Tesla, sua azienda di punta. Ma è normale tutto questo?

In caso di una nuova amministrazione Trump, ci sarà un posto anche per Musk

Mancano ormai meno di due settimane alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti e stando a quanto affermato da Donald Trump, ex Presidente e sfidante di Kamala Harris per la conquista della Casa Bianca, uno dei suoi uomini chiave nel nuovo Governo sarà il popolare imprenditore high-tech Elon Musk.

Lo scorso mese Trump aveva annunciato, in caso di vittoria alle presidenziali 2024, la nascita di un nuovo ufficio presidenziale, il Department of Government Efficiency, offrendone la guida a Musk.

Il patron di Tesla e SpaceX ha ufficializzato il suo interesse al ruolo propostogli di guida del Dipartimento governativo e tra i primi provvedimenti su cui lavorare ha certamente messo sul tavolo la semplificazione delle autorizzazioni amministrative per il software per la guida autonoma Tesa.

Semplificare le autorizzazioni amministrative per la mobilità a guida autonoma

Sebbene in passato il governo federale abbia esaminato le normative nazionali per i veicoli automatizzati, gli standard e le linee guida emanati dagli enti regolatori sono stati relativamente limitati, lasciando ai governi locali il compito di definire il proprio approccio. Attualmente, 19 stati hanno leggi in vigore che consentono ai veicoli senza conducente di circolare sulle strade pubbliche.

La prima cosa da fare, se ci sarà questo nuovo Dipartimento, è procedere ad una piena autorizzazione a livello nazionale della guida autonoma”, ha detto Musk durante una call aziendale, secondo quanto riportato da qz.com, aggiungendo: “il mio compito sarà di faro accadere”.

Mi aspetto che Tesla ottenga l’approvazione per lanciare servizi di ride sharing in California, Texas e alcuni altri stati nel 2025, insieme all’approvazione per una versione completamente autonoma del software di assistenza alla guida sviluppato dall’azienda”, ha precisato Musk, che ha proseguito: “Rimarrei scioccato se Tesla non ottenesse l’approvazione in California”, lamentandosi del lungo processo di approvazione dello stato.

La burocrazia a volte è lunga per problemi di regole e prassi amministrative, per inefficienza del personale o altri problemi, ma di certo ci vuole tempo per valutare una nuova tecnologia, in particolare la sua sicurezza pubblica, soprattutto se si tratta di guida autonoma, cioè veicoli con passeggeri che circolano sulle nostre strade.

Ma non c’è un conflitto di interessi enorme in questa possibile nomina?

Un aspetto che colpisce di questa vicenda, almeno per noi europei, è che in tutto questo il conflitto di interessi non sia nemmeno preso in considerazione.

L’autore dell’articolo, Guglielmo Gavino, ha ovviamente sottolineato anche il peso esagerato che un ruolo istituzionale come quello offerto da Trump a Musk avrebbe sul mondo delle imprese americane e sulla libera concorrenza.

Musk avrebbe un’enorme influenza su tutte le agenzie governative chiamate a regolare i tanti settori in cui le sue imprese sono attive, da SpaceX nell’industria aerospaziale a Tesla nell’automotive, fino alla startup xAI nell’intelligenza artificiale e i robot Tesla nell’automazione robotica.

Già in passato molte di queste aziende sono ripetutamente entrate in conflitto con agenzie federali, come l’Environmental Protection Agency.

Se Musk entrasse alla Casa Bianca favorirebbe le sue aziende a scapito di tutte le atre, ottenendo vantaggi quasi illimitati nel raggiungimento dei suoi obiettivi di imprenditore, ma che ne sarebbe del concetto di bene comune e di interesse pubblico?

Un fiume di denaro dai privati alla politica USA

D’altronde, sostenere con finanziamenti privati la campagna elettorale di un candidato alla presidenza americana significa anche influenzare le sue scelte, se eletto, una volta al Governo del Paese. Lo sappiamo bene, lo sanno anche gli americani, ma forse un limite va posto a questo sistema.

Per capire bene quanto la politica in questo Paese sia fortemente influenzata dal mondo delle imprese e non solo, basta ragionare su quanto riportato dalla Nbc News: “ad oggi, gruppi esterni di supporto elettorale ai due candidati hanno raccolto e investito oltre 1,1 miliardi di dollari”, la cifra più alta degli ultimi 12 anni

La spesa invece diretta in questa competizione, cioè messa in campo dai comitati ufficiali dei due candidati ha raggiunto più di 600 milioni di dollari. Mettendo assieme i due dati si ottiene una cifra spropositata per una campagna elettorale, in prospettiva, quasi 2 miliardi di dollari..

Lo stesso Musk, oltre ad aver finanziato i comitati repubblicani, aveva promesso pubblicamente soldi agli elettori che avessero collaborato attivamente alla vittoria di Trump in Pennsylvania. Il Dipartimento di Giustizia si è mosso avvertendo che così si violavano le leggi federali, ma il problema resta, soprattutto in quest’era di politica fortemente influenzata dalla comunicazione social.

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