Musica sempre più in streaming anche per l’Italia. I nuovi dati diffusi oggi dalla FIMI, Federazione industria musicale italiana, confermano il trend già partito da tempo che ha avuto un colpo d’accelerata lo scorso settembre quando lo streaming ha cominciato ad essere conteggiato nelle classifiche ufficiali dei brani musicali, segno dell’evidente successo di questo canale di distribuzione che è ormai sempre più popolare nel nostro Paese tra i consumatori di musica.
Ricordiamo inoltre che lo scorso anno l’Italia si è classificata come terzo mercato d’Europa per lo streaming, stando al Digital Music Report 2014 di IFPI (International Federation of Phonographic Industry).
Secondo i dati forniti oggi da FIMI, prosegue la crescita del mercato discografico italiano nel 2014, dopo i primi dati positivi del 2013. Secondo i dati certificati da Deloitte l’anno appena trascorso si è chiuso con un incremento del 4% e un fatturato di 122 milioni di euro al sell in.
Nel 2013 il mercato era tornato a crescere dopo undici anni consecutivi di calo.
Complessivamente, sottolinea FIMI, il segmento digitale, sul dato annuale, rappresenta il 38% del mercato contro il 32% del 2013.
La crescita è stata trainata soprattutto dai servizi streaming come TIMmusic, Google Play, Spotify, Deezer, YouTube e Vevo che complessivamente sono saliti di oltre l’80%.
Nello specifico, i servizi sostenuti da pubblicità sono cresciuti dell’84% mentre quelli in abbonamento del 82%.
Oggi lo streaming rappresenta il 57% del digitale contro il 43% del download, sceso nel 2014 del 15%. Nel 2013 lo streaming rappresentava il 12% del totale mercato, oggi il 22%.
Rallenta il calo del supporto fisico che rappresenta comunque il 62% del mercato, e in questo contesto per FIMI va segnalata inoltre la costante crescita del vinile che aumenta dell’84% anche se rappresenta sempre un fenomeno di nicchia con il 3% del mercato.
Il vinile, secondo FIMI, rappresenta molto per tutti gli amanti di musica e per gli appassionati di questo splendido formato: aggiunge da sempre valore estetico all’ascolto musicale e arricchisce artisticamente l’esperienza di fruizione con il possesso di un oggetto che è ormai quasi considerato di culto.