Industria della musica in rimonta in Italia. Secondo i dati presentati da Deloitte per Fimi (Federazione industria musicale italiana), i primi sei mesi del 2015 registrano una crescita del 22%, a 65,5 milioni di euro (si parla di sell-in). Nel 2014 lo stesso mercato aveva generato 53,6 milioni di euro.
Procede bene anche il mercato digitale che passa da 22,8 a 28,1 milioni con un incremento del 23%. E adesso rappresenta il 43% del mercato. Impennata del 37% per lo streaming.
Impennata anche per il comparto fisico con i cd che segnano una crescita del 21% da 30,7 a 37,3 milioni di euro.
Enzo Mazza, presidente Fimi, ha dichiarato a Key4biz: “Il mercato nel primo semestre ha visto una release schedule molto forte di artisti italiani che hanno guidato il settore con numeri sicuramente interessanti. Molto significativo è stato l’impatto sul segmento album, con risultati notevoli anche sul prodotto fisico”.
Sempre forte anche il vinile, trainato dall’eCommerce, che sale del 72% e rappresenta oggi il 4% del mercato. Il trend è positivo anche per la musica classica che è salita del 19%.
A trainare questo incremento, sono state soprattutto le ultime uscite di alcuni big italiani. Novità che hanno fatto bene sia al comparto fisico che a quello liquido. In quest’ultimo caso, nel digitale, sempre grazie alla performance degli album (+12% sul download), è cresciuto anche il download totale (precedentemente in calo) del 6% a 10,8 milioni di euro, che in Italia viene effettuato principalmente da iTunes, il music store di Apple.
Notevole anche lo streaming che è arrivato a rappresentare il 26% di tutto il mercato discografico ed il 62% del digitale.
Lo streaming è cresciuto complessivamente del 37% con un valore di mercato di 17,3 milioni di euro contro i circa 12 milioni del 2014.
Driver della crescita l’ampia diffusione di servizi come Spotify, YouTube o TimMusic. Importante anche il fatto che sempre più operatori tlc stiano integrando la musica in streaming nei loro pacchetti.