Nasceva venti anni fa l’MP3, il formato che ha cambiato radicalmente il modo di distribuire la musica nel mondo e ha portato la rivoluzione delle playlist personalizzabili anni prima dell’arrivo delle piattaforme di streaming più conosciute oggi.
Una tecnologia che ha davvero cambiato il modo di consumare in chiave digitale la musica, soprattutto da parte dei giovani, e che è stata sviluppata da un collettivo internazionale di scienziati coordinato da un ingegnere italiano, Leonardo Chiariglione, che il Time inserì tra i cinquanta uomini più influenti al mondo in campo tecnologico.
Come ha spiegato l’ingegnere piemontese all’Ansa: “Per la prima volta l’Mp3 ha consentito che la musica fosse organizzabile dall’utente, ha spostato la capacità di scegliere dal fornitore all’ascoltatore. Ora invece lo streaming ha rispostato il pendolo sul fornitore e non sull’utente, pur mettendogli a disposizione una libreria di 20 milioni di canzoni“.
L’innovatore italiano lavorò all’MP3 all’interno del gruppo Mpeg, team nato nel 1988 per sviluppare sistemi e standard usati nella compressione video, dai film in dvd alle trasmissioni satellitari.
Un’invenzione al servizio del consumatore, potremmo dire, con il vantaggio di personalizzare la propria musica creando le playlist. Senza controlli, però, sulla copia o la distribuzione delle canzoni. Una specie di involontario ponte per la pirateria musicale.
“A suo tempo – ha dichiarato Chiariglione all’Ansa – mi sono solo chiesto come fare a mettere contenuti audio e video in un cd mantenendo la qualità audio elevata. A me piace l’idea di aver creato un formato indipendente, contenuti che viaggiano da soli e non un modello di business. Spesso incontro persone che dicono: ci hai dato qualcosa che prima non avevamo. Questa per me è una grande soddisfazione“.