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Musei, teatri e innovazione digitale. L’esperienza italiana con l’AI

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Molto è cambiato, negli ultimi anni, per quanto riguarda il panorama culturale italiano, che ha vissuto una trasformazione significativa nella fruizione dei suoi contenuti pubblici, grazie all'integrazione di tecnologie avanzate.

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui..

Molto è cambiato, negli ultimi anni, per quanto riguarda il panorama culturale italiano, che ha vissuto una trasformazione significativa nella fruizione dei suoi contenuti pubblici, grazie all’integrazione di tecnologie avanzate. Tali innovazioni hanno permesso una crescita esponenziale sia nel numero di visitatori che nelle entrate: il 2023 da poco concluso, in particolare, ha segnato un punto di svolta per musei, monumenti e aree archeologiche, con un incremento del 16% dei visitatori e del 27% delle entrate rispetto al 2019. Anche i teatri hanno beneficiato di questa ripresa post-pandemia, con una crescita del 6% degli spettatori e del 5% delle entrate.

A dimostrarlo, l’ultimo studio dell’Osservatorio Innovazione Digitale per la Cultura della School of Management del Politecnico di Milano, presentato nell’ambito del convegno “Il digitale per una Cultura inclusiva”. Il rinnovato interesse per la cultura è stato alimentato non solo dal desiderio di tornare alla normalità dopo gli anni del Covid, ma anche dall’adozione di nuove tecnologie che hanno reso le visite più interattive e coinvolgenti.

In questo contesto, l’innovazione digitale ha svolto un ruolo cruciale. Nei musei, l’adozione di soluzioni di realtà aumentata, virtuale e mista ha permesso di offrire ai visitatori esperienze di visita più immersive e personalizzate. Il 29% dei musei italiani utilizza queste tecnologie, mentre il 14% ha implementato l’AI generativa, ormai onnipresente in ogni ambito del nostro quotidiano, per creare contenuti per newsletter e canali social. Simili strumenti non solo arricchiscono l’esperienza dei visitatori, ma aiutano anche le istituzioni a gestire in modo più efficiente le loro operazioni. Ad esempio, l’uso dell’intelligenza artificiale per la manutenzione predittiva e la sentiment analysis permette di ridurre i costi e migliorare la gestione delle collezioni, andando incontro alle esigenze e alle preferenze dei visitatori. Sistemi avanzati come la realtà aumentata ora necessitano soltanto di uno smartphone e di una connessione al web, entrambi accessibili alla grande maggioranza degli utenti (su SOSTariffe.it sono sempre disponibili i comparatori per trovare le offerte di telefonia mobile più convenienti).

Naturalmente, la differenza tra l’incremento dei visitatori e quello delle entrate, con un delta di più di 10 punti percentuali, non va sottovalutata. Secondo Eleonora Lorenzini, Direttrice dell’Osservatorio Innovazione Digitale per la Cultura, «i numeri che hanno caratterizzato l’ultimo anno dei luoghi della cultura in Italia da un lato certificano la definitiva ripresa del comparto dopo gli anni segnati dalla pandemia, ma dall’altro sono influenzati anche dal forte trend inflattivo. Se le misure di revisione dei prezzi hanno allineato l’offerta italiana ai livelli tariffari dei grandi competitor europei, queste hanno anche portato diverse associazioni di consumatori a chiedere maggiore attenzione all’accessibilità economica del settore, che peraltro trova riscontro nelle politiche di prezzo agevolate applicate dalla maggior parte delle istituzioni per particolari categorie di utenti».

Collezioni digitali e gestione dei palinsesti

Un altro aspetto fondamentale dell’innovazione digitale nei musei riguarda la digitalizzazione delle collezioni. Il 54% dei musei ha investito in questo ambito nell’ultimo anno, con il 74% che ha digitalizzato almeno parte delle proprie opere. Questo processo non solo preserva il patrimonio culturale, ma lo rende anche più accessibile al pubblico. Tuttavia solo il 68% dei musei ha una strategia chiara su come utilizzare i dati digitalizzati, e ciò dimostra la necessità di una maggiore pianificazione e coordinamento. La vendita di biglietti online, sebbene aumentata durante la pandemia, rimane un’area con ampi margini di crescita. Allo stato attuale, solo l’1% delle vendite proviene da agenzie di viaggio online (OTA) e il 6% dai siti dei concessionari, e anche questo è un segnale di come sia da tenere presente un potenziale significativo per migliorare la visibilità e l’accessibilità delle offerte culturali.

Parallelamente ai musei, anche i teatri italiani stanno adottando tecnologie digitali per migliorare la loro efficienza operativa e l’esperienza degli spettatori. Il 57% dei teatri utilizza i dati provenienti dalla biglietteria online per ottimizzare la gestione operativa, mentre il 39% li impiega per rivedere e migliorare il palinsesto degli spettacoli. La strategia non solo migliora la qualità dell’offerta culturale, ma aiuta anche a rispondere meglio alle esigenze e preferenze del pubblico. Ad esempio, l’analisi dei dati può rivelare quali spettacoli attirano più spettatori e quali fasce orarie sono più popolari, permettendo così di pianificare in modo più efficace le attività future.

L’accessibilità è un altro tema centrale nell’innovazione dei musei e teatri italiani. Nonostante il 44% dei musei e il 31% dei teatri presentino ancora barriere architettoniche, molte istituzioni stanno lavorando attivamente per migliorare l’inclusione. Iniziative come il video-tour digitale “autism friendly” presso la Sagrestia del Vasari di Sant’Anna dei Lombardi dimostrano l’impegno nel rendere la cultura accessibile a tutti, compresi coloro con disabilità fisiche e intellettive. Inoltre, l’uso di tecnologie come repliche 3D e schermi touch interattivi permette un’esplorazione tattile degli artefatti, mentre gli smart glass offrono sottotitoli in tempo reale per i visitatori non udenti, migliorando così l’esperienza di visita per un pubblico più ampio.

L’intelligenza artificiale al museo

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando non solo l’esperienza dei visitatori ma anche le operazioni dietro le quinte nei musei, non solo in Italia. Ad esempio, lo Smithsonian utilizza sensori e algoritmi di machine learning per prevedere i guasti delle attrezzature, riducendo i tempi di inattività e i costi di manutenzione. Dal canto suo, la sentiment analysis, permette di interpretare i commenti dei visitatori e ottenere preziosi feedback che aiutano a migliorare continuamente l’offerta culturale. Progetti come “Recognition” della Tate Gallery a Londra, che abbina opere d’arte a fotografie giornalistiche, e “Art Selfie” di Google Arts & Culture, che utilizza il riconoscimento facciale per abbinare i selfie degli utenti a ritratti nelle collezioni museali, dimostrano come l’AI può aumentare l’engagement del pubblico e rendere l’arte più interattiva e accessibile.

Le prospettive future per l’uso dell’AI nei musei e teatri sono promettenti, ma presentano anche sfide significative, come del resto tutto ciò che riguarda oggi l’intelligenza artificiale. L’accesso e il controllo delle tecnologie AI sono temi cruciali, con le istituzioni culturali che devono decidere se collaborare con giganti tecnologici come Google o sviluppare le proprie soluzioni. La differenza tra tecnologie AI “aperte” e “chiuse” potrebbe influenzare la democratizzazione dell’arte e la sua accessibilità, creando potenzialmente un divario tra istituzioni dotate di risorse avanzate e quelle che ne sono prive. Inoltre è essenziale affrontare le questioni etiche legate all’uso dell’AI, come la privacy e il bias, per garantire che queste tecnologie siano utilizzate in modo responsabile e a beneficio del pubblico.

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