Tecnologie disruptive, come l’Internet delle cose, l’intelligenza artificiale e il software as a service, non solo stanno accelerando la trasformazione digitale del mondo aziendale, ma sono tra i principali driver del mercato cloud computing.
Il mercato public cloud service è cresciuto del 18% quest’anno, secondo i ricercatori Gartner, passando dai 209,2 miliardi del 2016 ai 246,8 miliardi di dollari del 2017. A guadagnare di più sugli ultimi 12 mesi sicuramente il segmento Infrastructure as a service (IaaS), che entro la fine dell’anno in corso raggiungerà un valore approssimativo di 35 miliardi di dollari (+37% su base annua).
Alla virtualizzazione remota si aggiunge quella ‘fisica’, relativa a server, capacità di rete, sistemi di memoria, archivio e backup, e in questo processo continuo e sempre più diffuso, si inseriscono le infrastrutture di elaborazione o Software defined infrastructure (SDI), in cui tutti gli elementi sono virtualizzati e gestiti come servizi.
Un punto di svolta, l’ha definito IDC Italia in una sua infografica, in cui si definiva come matura la tecnologia per la convergenza cloud, cioè per l’integrazione di servizi cloud pubblici, privati, di community, hosted e ibridi.
Il mercato mondiale SDI vale oggi quasi 35,6 miliardi di dollari e nel 2018 potrebbe raggiungere il valore di 43,3 miliardi di dollari, con una crescita annua del 22%. I vantaggi, secondo un’indagine condotta nel nostro Paese da IDC, per il 33% degli intervistati è nel maggiore controllo e nella migliore gestione della sicurezza. Un altro 26% ha valutato positivamente il minor tempo di deployment delle applicazioni, mentre il 24% ha apprezzato la semplificazione delle operations.
Entro il 2018, inoltre, l’85% delle aziende ha dichiarato l’adozione di architetture multi cloud, accelerando la trasformazione digitale e IT dell’azienda a partire (75%) dall’acquisto in ambito data center di tecnologie SDI (specificatamente storage, computing e networking).
