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Movimenti agostani in attesa del Festival di Venezia, tra cinema e Rai

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La Sottosegretaria Lucia Borgonzoni rivendica che i decreti (quello approvato sul Tax Credit Produzione del 10 luglio e gli altri imminenti) renderanno il cinema italiano “più forte. Il Ministro Giancarlo Giorgetti benedice la nomina di Giampaolo Rossi ad Amministratore Delegato della Rai e non esclude “privatizzazioni”

La prima e la seconda settimana di agosto sono sempre state fasi non movimentate della politica italiana, anche se talvolta sono il periodo più propizio per “manovre” che non suscitano grande attenzione da parte dei media, a causa del diffuso relax vacanziero (anche dei giornalisti): un classico, per esempio, nelle nomine dirigenziali in Rai… 

Come “Key4biz” ha ben segnalato ieri, si avvicina la data di apertura dell’edizione n° 81 del Festival di Venezia (diretto da Alberto Barbera), e, al di là del cartellone dell’offerta filmica, sono all’opra anche gli organizzatori degli eventi “paralleli”, convegni e seminari e presentazioni di varia natura: è una sorta di intensa attività politico-relazionale, certamente meno sotto i riflettori della stampa e dei media “mainstream”, ma che non va assolutamente trascurata. Si rimanda anche al nostro intervento di ieri: vedi “Key4biz” del 7 agosto 2024, “Tra Rai e Cinema accelerazioni e frenate, ricompattamenti e frammentazioni”.

Il “calendario” degli eventi istituzionali non è stato ancora pubblicato sul sito web della Direzione Cinema e Audiovisivo (Dgca), ma si prevede che la Sottosegretaria delegata Lucia Borgonzoni sarà presente, verosimilmente per tutta la durata del festival al Lido, da mercoledì 28 agosto a sabato 7 settembre.

Non si ha ancora notizia delle prospettate eventuali iniziative di protesta da parte di alcune delle associazioni che sono insoddisfatte a causa dell’ormai famoso Decreto interministeriale Tax Credit, firmato il 10 luglio 2024 dai Ministri Gennaro Sangiuliano (Cultura) e Giancarlo Giorgetti (Economia e Finanze): si attende la pubblicazione ufficiale, questione di pochi giorni, e da allora scatterà il termine di 30 giorni – previsto dal decreto stesso – per l’emanazione di tanti (forse addirittura 10) “decreti direttoriali” (che recheranno la firma del Direttore Generale Nicola Borrelli), che potranno finalmente consentire al settore cine-audiovisivo di rimettersi in moto, dopo una pausa di esasperante attesa durata oltre un anno.

La Sottosegretaria Borgonzoni (Mic): “rendiamo più forte il sistema cinematografico”. Lo Foco (Consiglio Superiore Cinema Audiovisivo): “non ci siamo espressi sul ‘trade-off’ tra automatismi e selettivi”

La Sottosegretaria delegata è ottimista: in un’intervista pubblicata ieri a piena pagina dal quotidiano romano “Il Tempo”, firmata da Pietro De Leo (richiamata anche in prima), la senatrice Lucia Borgonzoni rivendica che la riforma in atto andrà a premiare i film migliori e rafforzerà l’intero sistema cinematografico-audiovisivo nazionale. Il titolo dell’articolo ci sembra un po’ forzato, ma il senso (anche politico) emerge evidente: preferire la “selezione” rispetto agli “automatismi”, nell’intervento dello Stato, ovvero “Bonus fiscali nel cinema solo per i film selezionati da commissione di esperti”. Rispetto alle critiche (che, secondo il giornalista, “fioccano da sinistra”), Borgonzoni risponde: “ci siamo confrontati a lungo, da oltre un anno, con tutte le rappresentanze di categoria e il riscontro da parte loro è stato molto positivo. Le critiche spesso sono mosse da singoli o da chi vuole solo sollevare polemiche”. 

In verità, basterebbe riascoltare il workshop (webinar) promosso domenica scorsa 4 agosto da Emanuele Caruso di Obiettivo Cinema – di cui abbiamo riferito con attenzione su queste colonne – al quale hanno partecipato oltre 200 professionisti, per comprendere che non sembra che sia tutto esattamente positivo: e che dire del famoso incontro al Cinema Adriano di Roma del 5 aprile scorso, partecipato da migliaia di operatori del settore, nel quale vennero manifestate molte critiche e variegate proposte (anche se la Sottosegretaria non accolse l’invito a intervenire)?! Proposte che non sono certo state recepite nel Decreto Tax Credit del 10 luglio… 

Alcune tesi della Sottosegretaria (che ri-emerge sui media, su questi temi, da un silenzio durato qualche settimana): “il sistema precedente ha fatto perdere lo slancio allo studio della sceneggiatura…” e, ancora, “oggi troviamo film che parlano di grandi personaggi della storia italiana interpretati da attori stranieri…”. 

Un passaggio – in particolare – dell’intervista merita essere focalizzato: nello spostamento dell’asse dell’intervento pubblico da meccanismi automatici verso procedure selettive, sostiene la Sottosegretaria, così rispondendo alla domanda sul taglio di 130 milioni di euro destinati al credito di imposta: “non esiste. Quelle risorse sono state spostate sui ‘selettivi’. Cosa che, peraltro, ci è stata chiesta più volte anche dal Consiglio Superiore del Cinema”. 

Michele Lo Foco, membro del Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo (nominato dal Ministro Gennaro Sangiuliano) non la pensa proprio così: alla domanda se effettivamente fosse stato il Csca a chiedere che le risorse del Fondo Cinema e Audiovisivo a favore del Tax Credit venissero ridotte a favore dei Contributi Selettivi, ha risposto in modo netto e chiaro: “in verità, è un argomento che non è stato nemmeno accennato, dato che il ‘riparto’ è giunto al Consiglio sigillato e indiscutibile”. Insomma, il “trade-off” (come direbbe un economista) tra la variabile “tax credit” e la variabile “criteri selettivi” non è stato finora affrontato dal Consiglio Superiore.

In effetti, era già pubblica la notizia che la proposta di riparto” del 696 milioni di euro del Fondo Cinema e Audiovisivo per l’anno 2024 è stata sottoposta agli 11 membri del Csca nella mattinata stessa della prima riunione, quella di insediamento, del Consiglio, ovvero il 3 aprile scorso. 

Il consigliere Lo Foco ribadisce: “sarebbe tanto utile al settore… se il Consiglio potesse esaminare i documenti in tempo”.

E va dato atto che, in occasione dell’ultima riunione del Csca, il 29 luglio, la Sottosegretaria Borgonzoni ed il Direttore Generale Borrelli hanno chiesto al Csca di esprimersi sulla bozza del Decreto “Contributi Selettivi” (che IsICult ha deciso di pubblicizzare attraverso Key4biz, per superare quella pratica di circolazione semi-clandestina che purtroppo spesso caratterizza questi documenti: vedi “Key4biz” del 2 agosto 2024, “Anteprima. Cine-audiovisivo, la bozza del “Decreto Contributi Selettivi”). Si segnala “en passant” che nessuna voce è giunta (pubblicamente), almeno su questo decreto (questo sì è ancora in lavorazione), che è importante non meno del decreto sul credito di imposta. Alcuni prevedono che anche questo provvedimento sarà oggetto di una presentazione in occasione del Festival di Venezia.

A proposito di bolli e ceralacca… viene da osservare che anche il Decreto “Tax Credit Produzione” del 10 luglio è stato sottoposto a consultazione con alcune associazioni, la settimana scorsa, dopo che era stato già… “sigillato” (firmato, protocollato, bollinato), e quindi ormai (anch’esso) “indiscutibile”.

A proposito del Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo (presieduto da Francesca Assumma), dopo l’innesto (cooptazione) dell’ex parlamentare del Movimento 5 Stelle l’attore Nicola Acunzo (a seguito della morte della psicologa Vera Slepoj: vedi “Key4biz” del 26 luglio 2024, “Il Foglio” provoca e prospetta la “privatizzazione” della Rai. Il commento”), è verosimile che ci sarà presto una novella “sostituzione in campo”, dato che è di ieri la notizia ufficiale che la già Capo dell’Ufficio Legislativo del Ministero dell’Economia e Finanze, Daria Perrotta, è stata elevata (prima donna nella storia d’Italia) al ruolo apicale di Ragioniere dello Stato (al posto di Biagio Mazzotta, chiamato a presiedere il Gruppo Fincantieri). Daria Perrotta è infatti una degli 11 membri del Consiglio Superiore Cinema e Audiovisivo, ed è verosimile che vada a rassegnare le proprie dimissioni, dato il livello estremamente impegnativo del nuovo incarico.

Critiche dal M5S sul decreto Tax Credit: Gaetano Amato (“nel 2025 morte il 90 per cento delle imprese di produzione medio-piccole”) e Anna Laura Orrico (“un bancomat per le multinazionali”)

Intanto, segnali di insofferenza vengono manifestati dalle opposizioni (da alcuni partiti), rispetto ai novelli decreti in materia di cinema e audiovisivo: va notato che la resistenza maggiore è manifestata senza dubbio da parlamentari del Movimento 5 Stelle. Ieri ha preso posizione un deputato particolarmente attivo in Commissione Cultura, Gaetano Amato, che è intervenuto in Aula sostenendo: “Giulio Tremonti da ministro asseriva che con la cultura non si mangia. Siete stati bravi a dimostrare come tanti vostri amici finalmente mangiano con la cultura grazie alle poltrone che avete moltiplicato. Penso al Centro Sperimentale di Cinematografia, o al Teatro di Roma, dove avete raddoppiato i direttori pur di nominare Luca De Fusco. E Giffoni? Un festival straordinario unico al mondo a cui avete tagliato i fondi dicendo che dovevate finanziare altri festival. Tanti festival per tanti amici togliendo a un solo festival anche se è un’eccellenza internazionale. Siete stati veloci a fare tutto questo. Peccato che non abbiate agito con la stessa velocità per i professionisti dello spettacolo. Là state procedendo con più lentezza, e oggi siete qua, per il secondo anno consecutivo, a chiederci di votare una ulteriore proroga perché non siete stati in grado di metter in piedi applicativi utili al settore…”. Denuncia Amato: “intanto il cinema e lo spettacolo muoiono lentamente. Se Mollicone si occupasse meno di ‘Peppa Pig’ o di metter in dubbio sentenze sulle stragi paventando complotti di Stato, e di più delle materie riguardanti la Commissione che, ahinoi, presiede, forse si sarebbe risparmiato dichiarazioni riguardanti il gran fermento che vive il cinema italiano. Oltre il 60 per cento degli addetti ai lavori è fermo. I produttori che hanno prodotto domanda di finanziamento tra dicembre e gennaio scorsi sono ancora in attesa di ricevere una risposta, perché siete passati dai vecchi 60 giorni a 12-15 mesi. Il nuovo regolamento Tax Credit giace in qualche cassetto e nel 2024 e nel 2025 saranno morte il 90 per cento delle piccole e medie imprese cinematografiche. Solo le piccole e medie, perché da voci di corridoio avete stabilito che per poter accedere al Tax Credit bisogna avere alle spalle una delle 20 case di distribuzione più grandi d’Europa, che ovviamente non distribuiscono film opere prime e seconde, né i cosiddetti film difficili. In un solo colpo vi siete liberati di giovani autori e di piccole imprese, senza preoccuparvi minimamente di quante famiglie sarebbero andate sul lastrico azzerando la produzione”. Secondo il deputato pentastellato, lo scenario sarebbe drammatico…

È intervenuta ieri anche un’altra esponente del Movimento, la deputata Anna Laura Orrico (già Sottosegretaria alla Cultura, nel Governo “giallo-rosso” guidato da Giuseppe Conte, dal settembre 2019 al febbraio 2021; da notare che Borgonzoni è stata la sua predecessora e successora in quell’incarico), che criticando il rinnovo della delega che il Parlamento ha assegnato al Governo in relazione al nuovo “Codice dello Spettacolo” (spettacolo dal vivo, non cinema) fino all’agosto del 2025, ha criticato specificamente il nuovo Decreto sul “Tax Credit Produzione”: secondo Orrico, il Governo “ha trasformato il Tax Credit – pensato per supportare con risorse pubbliche le produzioni che hanno importanti contenuti sociali o non hanno alle spalle grandi case di distribuzione – in un bancomat per le grandi major nazionali, ma soprattutto per quelle straniere, che fingono di essere italiane per ottenere finanziamenti pubblici”. 

L’espressione “bancomat” è forse eccessiva, ma efficace, e va ricordato che è utilizzata da Michele Lo Foco nella introduzione al suo volume “Morte del cinema italiano”, edito qualche mese fa (sottotitolo “Come la sinistra ha distrutto uno strumento della cultura italiana”, pubblicato per i tipi di Brè Edizioni di Treviso): “Veltroni e Franceschini hanno, con la collaborazione di qualche ministro inefficiente sotto tutela, come Bondi, trasformato il cinema in un bancomat fantasioso e immateriale, e non possiamo che augurarci che da questa base, con un nuovo ministro, possa ripartire una nuova coscienza e un nuovo fare, che si traduce, in greco, con il termine: poesia”.  

Anche la deputata pentastellata ha indirizzato una richiesta al Ministro (e – si noti – alla Sottosegretaria), ovvero di dare maggiore ascolto alle categorie: “al Ministro Sangiuliano rivolgo un appello: ascolti di più le categorie. Se non vuole ascoltare l’opposizione, lasci che almeno chi è del mestiere possa incidere sulle decisioni prese dalla politica”.

Si registra il silenzio del Ministro Gennaro Sangiuliano, da qualche tempo, su queste vicende. Si ha conferma che la delega che il Ministro ha assegnato alla Sottosegretaria sia netta e – come dire?! – totale, anche alla luce di superiori intese assunte tra i segretari di partito (e specificamente Giorgia Meloni e Matteo Salvini).

Maurizio Gasparri (Forza Italia) auspica “ulteriori interventi sul Tax Credit” a favore delle nuove imprese e dei produttori medio-piccoli

Da segnalare che ieri l’agenzia stampa specializzata AgCult ha diramato un dispaccio, che conferma l’incontro che Maurizio Gasparri ha avuto con alcuni rappresentanti di categoria (ne abbiamo scritto noi stessi su queste colonne): nella veste di Presidente del Gruppo dei senatori di Forza Italia, Gasparri ha incontrato le principali associazioni dei produttori del cinema italiano, in particolare i rappresentanti di AnicaAgiciCnaConfartigianato. L’incontro è stato organizzato da Emma Perrelli, consigliere della Segreteria romana di Forza Italia con delega al cinema, su richiesta degli stessi produttori. Si è discusso dello stato del settore ed in particolare del decreto sul “Tax Credit” del Ministero della Cultura (quello ormai famoso del 10 luglio). Gasparri, dopo aver ascoltato le osservazioni della categoria, ha assicurato un dialogo costante da parte del suo partito, “perché l’industria italiana del cinema va tutelata per l’importanza della sua produzione creativa e culturale, per l’immagine dell’Italia nel mondo e per la rilevanza imprenditoriale ed economica del nostro cinema”. Secondo questa nota, sarebbe stato il senatore Gasparri a stimolare in qualche modo l’incontro che c’è stato la scorsa settimana tra la Sottosegretaria delegata ed alcuni esponenti delle associazioni. Gasparri ha auspicato “che ulteriori interventi sul tax credit possano considerare il ruolo delle nuove imprese e di quelle medio piccole, vera ricchezza dell’economia nazionale italiana”. Sembra di poter leggere tra le righe di questa presa di posizione che Forza Italia ritenga quindi opportuna l’esigenza di novelli “interventi”: ovvero “correzioni” alle “correzioni di rotta” messe in atto con il Decreto interministeriale del 10 luglio?! Queste correzioni non saranno però possibili attraverso i “decreti direttoriali”, che sono atti di rango inferiore rispetto al “decreto interministeriale”. La questione è quindi attualmente assai complessa, perché si dovrebbe intervenire con un decreto ministeriale integrativo…

Il Ministro dell’Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti “benedice” Giampaolo Rossi nella veste di futuro Amministratore Delegato della Rai, e non esclude la prospettiva della “privatizzazione” del servizio pubblico

Per quanto riguarda la Rai, dopo il comunicato stampa diramato ieri l’altro martedì firmato dai Capigruppo in Commissione Vigilanza di ben 5 partiti – Stefano Graziano (Pd), Dario Carotenuto (M5s), Maria Elena Boschi (Iv), Angelo Bonelli (Avs), Giuseppe De Cristofaro (Avs), Maria Stella Gelmini (Azione) – che hanno sostenuto che serve una “riforma della governance aziendale”, ma non hanno esplicitamente richiesto al Governo di attendere l’esito dell’udienza di fronte al Tar del Lazio rispetto al ricorso presentato da 4 dei 72 candidati al Consiglio di Amministrazione, quel è certo che l’elezione dei membri del Consiglio di Viale Mazzini non avverrà giovedì 12 settembre (come pure sarebbe stato calendarizzato dalla conferenza dei capigruppo), ma “data da destinarsi”.

Nel mentre, va registrata una presa di posizione del Ministro Giancarlo Giorgetti, in occasione della sua conferenza stampa di ieri pomeriggio: “per quanto riguarda i vertici della Rai ricordo che il Mef in base alla normativa – che non abbiamo fatto noi ma un governo di sinistra – ha margine di autonomia per quanto riguarda l’Amministratore Delegato. Ritengo che Rossi sia una persona assolutamente in grado di fare questo mestiere”. Questa dichiarazione mette fine alle voci di ipotesi alternative alla designazione di Giampaolo Rossi alla guida di Viale Mazzini. Rispetto alla presidenza (il toto-nomine sta continuando a dare Simona Agnes come sicura), ha sostenuto che la scelta “non dipende solo da me”, e ci sono altri tipi di valutazione, tra cui quelle della Commissione di Vigilanza.

Alla domanda sulle voci di possibile privatizzazione della tv pubblica, il Ministro ha così risposto: “prima di arrivare a parlare di privatizzazione della Rai, bisogna capire cosa si intende per servizio pubblico. Quando abbiamo definito cosa è servizio pubblico e interesse pubblico… poi possiamo valutare le ipotesi di privatizzazione parziale”. 

Si tratta di una affermazione suscettibile di variegate interpretazioni.

[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”. 

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