In esposizione fino al prossimo 24 aprile a Spazio all’Arte, sede romana della Casa d’aste Capitolium Art in via delle Mantellate 14b a Roma, le opere di Bruno Pellegrino, alte maschere in ferro disegnate a fuoco che sembrano interrogarsi e porre interrogativi a chi li guarda, e di Nicola Rivelli, dorati Cosmic Bullets rappresentazione di quello che non si vede dell’uomo, della sua essenza, che paiono vagare nell’etere sotto lo sguardo, diverso dall’una all’altra, delle maschere.
La Politica e l’Arte nel percorso di vita e di lavoro di entrambi gli artisti, un punto di contatto che l’allestimento di Willy Zuco ha inteso valorizzare pensando all’arte come capace di mostrare alla società dove stiamo andando e dove potremmo andare e alla politica come l’insieme di forze capaci di gestire il passaggio, la transizione verso il futuro. Con la consapevolezza che tutto può essere realizzato così come si crea un’opera d’arte.
L’antidoto dell’arte
L’arte come “antidoto” è l’interpretazione che emerge dal Catalogo della mostra, che ospita un’introduzione dello stesso Willy Zuco e i testi critici dello storico dell’arte Marco Meneguzzo. Non a caso strada tentata da tanti famosi uomini politici del passato, uno per tutti il Napoleone autore di pièces teatrali e novelle, o come le esperienze artistiche di Amintore Fanfani, Ottaviano Del Turco, Bettino Craxi. Un’arte fortemente attrattiva per alcune specifiche categorie professionali all’apparenza distanti da tutto quanto compone la leggenda romantica della figura dell’artista, forse proprio per quanto l’essere artista lo ponga, comunque, al di sopra del giudizio altrui, in qualche modo intoccabile. Politici di rango sono stati gli stessi Bruno Pellegrino e Nicola Rivelli, e se dal punto di vista artistico l’uno predilige la pittura, l’altro la scultura, sembra tuttavia accomunarli l’adesione all’arte come “rifugio” dopo esperienze relazionali coinvolgenti e pubbliche come quelle che offre il prolungato impegno politico.
Dai volti alle maschere
La matrice intimista di Bruno Pellegrino, la cui opera era caratterizzata fino a qualche anno fa da una forte impronta espressionista, si rivela nella ossessione per i volti, da ultimo divenuti ‘maschere’, più simboliche che rappresentative di qualcuno o qualcosa. Una scelta coraggiosa, nell’epoca dei visi delle persone mistificati dai filtri della comunicazione web, quella di mettere al centro di un’opera d’arte proprio il volto. L’artista è reduce da una grande mostra al Maxxi di Roma, Personae, dove le sculture bidimensionali esposte, in quel caso in ferro dipinto, tranne alcune, erano affiancate da installazioni video. Nella mostra in corso, Bruno Pellegrino ricava dal ferro grezzo opere figurative, rivelando una versatilità fondata su un attento studio dei classici e su una moderna capacità di rielaborazione fantastica. Le grandi maschere monocrome presenti nella mostra in corso, tutte realizzate nel 2016, poste a dialogo con le sculture “Cosmic Bullets” di Nicola Rivelli, testimoniano, negli occhi in particolare, una straordinaria vitalità espressiva la cui finalità è quella di indagare l’ambito, la sfera esistenziale e psicologica dell’essere umano. La sensazione è quella di sentirsi osservati, interpellati, ma anche accompagnati e scortati lungo il sentiero che apre all’esperienza di un viaggio visivo tra volti anonimi o forse familiari, reali o forse soltanto immaginari.
Involucri dorati segnati, come noi, dalla vita
Sono un’evoluzione dei suoi vasi le sette sfere di Nicola Rivelli, involucri fluttuanti nello spazio bianco della galleria, mescolati al pubblico della galleria. È dal 2016 che l’artista si dedica al ciclo Cosmic Bullets, sculture vascolari in terracotta realizzate presso la storica Bottega Giustianini di San Lorenzello e bronzo prezzo la fonderia artistica De Luca, e rilette in chiave concettuale. Nicola Rivelli è un artista proiettato verso l’esterno, come richiede la pratica della scultura, attivo tra Italia e Cina, dove è vissuto a lungo e dove ha realizzato diverse opere, inclusa la scultura mascotte degli XI Giochi nazionali cinesi, “Taishan Kid”, per la quale è stato onorato da una emissione filatelica con la sua effige. Ad ispirarlo quindi tanto l’osservazione di fenomeni artistici contemporanei come le avanguardie pop cinesi quanto la tradizione napoletana della sua formazione, quella della scuola Vincenzo Gemito. Sfere in cui ha riversato sé stesso. Pulsioni, idee, emozioni che affiorano alla mente dell’artista per lasciarsi modellare e plasmare. “Cosmic Bullets”, perché sono “proiettili cosmici” quelli che attraversano le sfere, allo stesso modo dei sentimenti che attraversano (e minano) nei diversi momenti la sua anima: Indifferenza, Invidia, Gelosia, Cattiveria, Corruzione, Ingiustizia, Giustizia, il Bene e il Male, l’amicizia e l’odio, Eros e Thanatos, elementi tutti in eterna antitesi. Ceramiche smalto oro liquido, sette quelle esposte, realizzate nel 2022.
Un vernissage di successo
L’inaugurazione di giovedì scorso della mostra – che resterà aperta al pubblico fino al 24 aprile, dal lunedì al venerdi dalle 10 alle 19 – è stata un successo di pubblico, una “festa” l’ha definita uno degli artisti, tra esponenti della politica di ieri e di oggi e diversi noti critici, giornalisti e addetti ai lavori accanto ai tanti appassionati. Il responsabile di Spazio all’Arte, Vincenzo Maria Zuco, vi ha ravvisato la conferma del buon percorso tracciato, verso la definizione di un luogo dedicato sì all’esplorazione dell’arte e delle sue manifestazioni e tendenze, ma anche e soprattutto bacino di incontro, di inedite relazioni e di scambio sui grandi temi che attorno all’arte e con essa si muovono.