Sembra stia crescendo nei consumatori europei la predisposizione a spendere un po’ di più per i servizi di comunicazione fissa e questo dato di fatto, insieme alla crescita della domanda di velocità di connessione più elevate, permette agli operatori di aumentare il prezzo dei servizi e, quindi, i ricavi.
E’ quanto emerge dal report Moody’s “Telecommunications – EMEA: Price Increases Underpin Revenue Growth and Stable Outlook”.
“Gli utenti, sono disposti a pagare di più in cambio di servizi migliori e le telco continueranno a offrire velocità maggiori di connessione, più capacità, contenuti e servizi aggiuntivi, maggiore sicurezza e capacità di storage cloud per giustificare gli aumenti dei prezzi”, ha spiegato l’analista Carlos Winzer.
“Nei prossimi 12-18 mesi i ricavi del settore dovrebbero crescere tra 1-2%. Con l’aumento dei ricavi e i costi tenuti sotto controllo, la redditività potrà finalmente migliorare e l’industria continuerà a tenere i margini su livelli elevati, passando da circa il 35% al 36% entro il 2017”, spiega Moodys.
Resteranno elevati, tuttavia, anche i livelli di investimento dato che molti operatori europei sono alle prese con la necessità di incrementare la copertura della fibra ottica per soddisfare i piani nazionali ed europei. Questo condizionerà i flussi di cassa dei principali operatori europei, da Orange a Deutsche Telekom e Telecom Italia.
Per gli analisti anche il nuovo approccio regolamentare della Commissione europea – più orientato verso la promozione investimenti nelle reti ultraveloci che verso i prezzi ai consumatori – favorirà la ripresa delle telco. Sono però da escludere, almeno per i prossimi 12-18 mesi, sia nuove fusioni sui mercati nazionali – dopo il merger Wind/3 Italia – che fusioni tra operatori di paesi diversi per vari motivi: la mancanza di sinergie significative, la mancanza della flessibilità finanziaria necessaria per portare a termini operazioni tanto complesse e il mai spento desiderio dei Governi di proteggere i loro incumbent.
Secondo Moody’s, infine, le maggiori telco europee – Telefonica, DT, Vodafone, Telia e Telecom Italia – potrebbero procedere alla vendita di asset per ridurre il debito e aumentare gli investimenti per sostenere la futura crescita dei ricavi.