Continua a far discutere la decisione del Governo di innalzare il limite di pagamento in contanti da mille a 3 mila euro. Il provvedimento è stato inserito nella Legge di Stabilità dal Governo per spingere i consumi, ma ha sollevato diverse critiche, fra cui quelle di nomi illustri come l’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani e il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, che ha definito questa misura un ‘pannicello caldo’ contro i veri problemi del paese, cioè l’evasione e la corruzione. Ne abbiamo parlato con l’onorevole Sergio Boccadutri, responsabile dell’Area Innovazione del Pd, primo firmatario della proposta di legge sull’ePayment, secondo cui in definitiva “Ognuno deve poter pagare come meglio ritiene”.
Key4biz. Cosa pensa dell’innalzamento della soglia di pagamento in contante a 3 mila euro?
Sergio Boccadutri. Faccio una premessa. Il limite di pagamento in contante a mille euro è stato introdotto dal Governo Monti nel dicembre 2011. L’obiettivo era promuovere gli strumenti di pagamento elettronico e aumentare la tracciabilità delle transazioni. Guardando i dati, però, si è visto che il limite di mille euro non ha prodotto il risultato sperato, perché in questo periodo (dal 2013 al 2014 ndr) il valore delle banconote circolanti invece di diminuire è aumentato.
Key4biz. Perché negli ultimi tre anni il contante in circolazione è aumentato?
Sergio Boccadutri. Le motivazioni possono essere le più diverse, ma il fatto è che non c’è alcuna relazione fra il limite di pagamento massimo fissato a mille euro e il contante circolante.
Key4biz. Quindi porre dei limiti è sbagliato?
Sergio Boccadutri. Io stesso, che nel 2013 avevo proposto un limite di pagamento in contante a 500 euro, mi sono dovuto ricredere e oggi, con i dati a disposizione, mi sono reso conto che limitando le soglie di pagamento in contanti non si incide sul vero problema, che è appunto il contante circolante, è questa la causa che può generare ulteriore evasione e corruzione. Anche se oggi le modalità di corruzione si sono evolute persino a forme “legali”, dall’assunzione di un parente, a fatture per servizi professionali. Sempre più difficili da individuare.
Key4biz. Come si fa a ridurre il contante in circolazione?
Sergio Boccadutri. Il punto ora è che in un paese dove quasi l’80% delle transazioni avviene in contanti, a fronte di una media europea che sta scendendo sotto il 60%, dobbiamo incentivare la moneta elettronica. Soltanto così, soprattutto dal lato dei consumatori, è possibile ridurre la circolazione del contante.
L’incentivo alla moneta elettronica si fa non fissando dei limiti ai pagamenti in contanti, ma con degli interventi più mirati.
Key4biz. Quali sono gli incentivi allo studio? L’obbligo di POS in vigore dall’anno scorso è stato accolto fra mille polemiche da negozianti e professionisti per i costi connessi…
Sergio Boccadutri. Gli incentivi devono riguardare in primo luogo i professionisti e i commercianti, che sono stati i primi ad accogliere positivamente l’innalzamento del limite di pagamento in contante a 3 mila euro definendola come una misura di libertà. Ma allo stesso modo anche i consumatori devono essere liberi di pagare come preferiscono, per questo tutti i professionisti e i negozianti devono munirsi di POS: se i consumatori vogliono uscire con 5 euro nel portafoglio, devono poterlo fare senza problemi. I consumatori devono essere messi in condizione di poter pagare tutto quello che vogliono e per gli importi che desiderano con carta di credito e carte di debito.
Key4biz. Ma commercianti e professionisti restano contrari, soprattutto per micropagamenti.
Sergio Boccadutri. Vorrei ricordare che in Italia la gestione del contante costa 10 miliardi di euro l’anno, pari a 166 euro l’anno compresi i bambini. Costi che alla fine vengono tutti ribaltati sui consumatori. Bisogna poi aggiungere i costi occulti del contante, che riguardano perdita, furto, rapina ed errore che non sono calcolati nel computo complessivo.
In più, ai commercianti e ai professionisti ricordo che il 9 dicembre entrerà in vigore un nuovo regolamento europeo, volto a ridurre le commissioni interbancarie con dei tetti allo 0,3% per carte di credito e dello 0,2% carte di debito. Commercianti e professionisti non hanno più scuse adesso per non accettare i pagamenti con la carta.
Key4biz. Sono previste sanzioni per chi non si adegua all’obbligo di POS?
Sergio Boccadutri. A questo punto, dopo l’entrata in vigore del nuovo regolamento Ue sulle commissioni interbancarie, se professionisti e commercianti non si adegueranno ritengo che debbano scattare delle sanzioni e in tal senso farò un emendamento. Se c’è un “cap” alle commissioni interbancarie, allora ci deve essere anche una sanzione per chi non si adegua e frena la moneta elettronica. Se impedisci alle persone di usare uno strumento di pagamento tracciabile, è prefigurabile l’introduzione di sanzioni. Questa per me è una misura adeguata contro la corruzione e l’evasione. Ognuno deve poter pagare come meglio ritiene.
Key4biz. La norma che limita i pagamenti in contanti a 3 mila euro agisce soltanto sui trasferimenti fra privati, la PA è esclusa dal provvedimento. Perché?
Sergio Boccadutri. Mantenere il limite dei mille euro nella Pubblica Amministrazione è fondamentale per non andare a toccare la cassa e per non interrompere il processo di digitalizzazione della PA. Nella PA tutti i movimenti si devono fare in modalità elettronica perché stiamo lavorando all’eliminazione del contante nella PA. Avere flussi tracciabili significa poter canalizzare le informazioni e poterle gestire meglio: significa ad esempio avere meno costi di riconciliazione e significa adeguare il sistema alla fatturazione elettronica. D’altro canto, non si toccano nemmeno stipendi e pensioni che continueranno ad essere erogati con strumenti alternativi al contante come il bonifico per evitare problemi di sicurezza. E’ di ieri la notizia dell’assalto di una portavalori a Bari. Insomma ci sarebbero enormi rischi se ogni mese gli uffici postali o i ministeri dovessero essere approvvigionati di contanti per pagare pensioni o stipendi.