Il traffico nelle nostre città deve diminuire e con esso l’utilizzo dell’automobile privata per abbattere livello di inquinamento urbano. Ne va della nostra salute, dell’efficienza dell’ecosistema cittadino nel suo insieme e dell’affermarsi di una nuova idea di mobilità: sostenibile e pulita.
In tutto il mondo si moltiplicano i progetti ‘car-free’, cioè quartieri e intere zone della città interdette al traffico dell’automobile per favorire le aree pedonali, le piste ciclabili e la mobilità alternativa elettrica e/o a combustibili a basso impatto ambientale.
Il magazine Fast Company ha elencato una lista (assolutamente non esaustiva) di sette città ‘car-free’ al mondo, che vede assieme Madrid, Parigi, Chengdu, Amburgo, Helsinki, Copenhagen e la nostra Milano.
Ovviamente, ce ne sono molti altri di progetti cittadini ‘car-free’ in giro per il mondo, ma il magazine americano si è soffermato solo su queste sette grandi realtà urbane, già sede di altre iniziative in chiave smart city.
Iniziando da Milano (con 1 milione di automobili e un tasso di motorizzazione tra i più alti d’Europa), che viene subito definita ‘smoggy city’, per via del fenomeno della nebbia e delle alte concentrazioni di inquinanti nell’aria, il giornale esalta le misure anti traffico e car-free del capoluogo lombardo, partire dai servizi di car sharing e car pooling, passando per i voucher per viaggiare gratis sui mezzi di trasporto pubblico destinati a chi lascia la macchina a casa, fino ai percorsi pedonali e l’utilizzo della bicicletta.
Il concetto che si vuole far passare è che dopo 100 anni di utilizzo massiccio dell’automobile privata, in realtà nelle nostre città si può benissimo vivere senza, spostandosi a piedi, con mezzi alternativi e principalmente pubblici.
Prendere l’auto non è un modo economico per muoversi, né sostenibile (inquina, costoso il mantenimento). Se è vero che in città come Londra una macchina ormai si muove più lentamente di un ciclista e per 106 giorni l’anno si perde il proprio tempo a cercar parcheggio, e che a Los Angeles si rimane 90 ore l’anno bloccati nel traffico, forse è il caso di fermarsi a pensare su quale scelta si deve fare in termini di mobilità per migliorare la nostra qualità della vita.
Madrid, ad esempio, sta progettando nuove strade proprio immaginate per gli spostamenti a piedi e in bicicletta (“streets designed for people”), disincentivando con multe e limitazioni al traffico l’uso della macchina privata.
Parigi, che ha un 60% di cittadini senza auto privata, sta aumentando le aree destinate ai pedoni, come anche il numero di piste ciclabili per la città e di corsie per auto elettriche, grazie ad un progetto che vuole la Capitale di Francia ‘car-free’ entro il 2020.
Un ottimo caso di smart city ideata per muoversi a piedi è Chengdu in Cina, dove in 15-20 minuti si arriva a piedi in ogni posto. A questo si può accostare li mega progetto di Amburgo denominato ‘Green Network’ per muoversi nel verde, a piedi e in bicicletta, attraverso l’intera città tedesca (per circa il 40% del suo territorio), ma anche l’dea di Helsinki di partire dalle periferie per eliminare la auto, collegando tali aree esterne al centro città tramite comodi e veloci mezzi pubblici, oppure sfruttando il car sharing on demand.
Ultima città selezionata dal giornale è Copenhagen, all’avanguardia da decenni nell’ambito della mobilità sostenibile e della tutela del verde urbano, che ha puntato sulla bicicletta per muoversi (lo fa già la metà dei suoi cittadini), come dimostrano le 200 miglia di piste ciclabili già utilizzate e un nuovo enorme progetto per unire le periferie al centro tramite bike lanes ad alto contenuto tecnologico, aumentando ulteriormente le aree cittadine definite ‘car-free’.