Cresce la popolazione urbana in Europa, secondo i dati delle Nazioni Unite entro il 2050 arriverà all’80% del totale. Città come motori dell’economia territoriale e nazionale, ma anche città che devono trasformarsi, cambiar pelle, divenire più a misura d’uomo e non di automobile, altrimenti l’aria che respiriamo e che respireranno in futuro sarà sempre più velenosa e nociva per la salute dell’uomo.
Aumentando il numero di abitanti in città aumenta necessariamente anche la domanda di mobilità. Il problema di gran parte delle città europee e soprattutto italiane è proprio la mobilità privata, che assieme ai trasporti rappresenta ormai più di un terzo di tutte le emissioni inquinanti del pianeta.
Un tema centrale alle agende europee e locali, questo della mobilità urbana, che è stato approfondito nel nuovo Rapporto “Living. Moving. Breathing. Ranking of 4 Major Italian Cities in Sustainable Transport“ che è stato realizzato da Santhosh Kodukula & Frederic Rudolph – Wuppertal Institute, per conto di Greenpeace.
Lo studio analizza la mobilità urbana di 4 grandi città italiane: Milano, Torino, Roma e Palermo.
Per misurare e valutare la sostenibilità di questi 4 sistemi di mobilità urbana, il rapporto analizza 21 indicatori che rappresentano il grado di efficienza del trasporto pubblico, la mobilità attiva (pedonale e ciclistica), il livello di sicurezza stradale, la qualità dell’aria e le politiche di incentivo alla mobilità sostenibile (mobility management).
Complessivamente, Milano ha raggiunto il miglior punteggio, seguita da Torino, Roma e quindi Palermo.
Nel dettaglio vediamo le singole performance per ognuna delle voci esaminate:
trasporto pubblico locale, Milano è risultata prima, con 11.5 punti, Palermo ultima con 5 punti.
Le città sono state valutate rispetto alla percentuale di spostamenti effettuata con mezzi pubblici (modal share), alla convenienza economica del servizio, ai viaggi annui pro capite e alla densità delle fermate/stazioni sul territorio urbano (quindi all’accessibilità del servizio).
sicurezza stradale, Palermo è risultata prima (la città con meno mortalità, ovvero più sicura) con 17 punti, Torino ultima con 11 punti.
Si è considerato il numero di morti tra pedoni e ciclisti – in un anno di riferimento – ogni centomila abitanti, il numero di incidenti ogni milione di spostamenti pedonali o in bicicletta, il peso – in termini di modal share – di pedonalità e ciclabilità.
politiche di mobility management, Milano è risultata prima, con 10.25 punti; Roma e Palermo ultime con 5 punti.
Per tale analisi ha considerato il costo di un’ora di parcheggio, la presenza di low emission zones, di pedaggi per accedere ad alcune aree (congestion pricing), la disponibilità di app per smartphone che consentano di prenotare, gestire o pagare il trasporto pubblico, la disponibilità di servizi di bike sharing o car sharing per chilometro quadrato, la percentuale di tempo aggiunto negli spostamenti dovuto al congestionamento del traffico (congestion index).
Infine, nella categoria della mobilità attiva è stato considerato il peso, in termini di modal share, della mobilità pedonale e ciclistica e la disponibilità di aree verdi.
Palermo è risultata prima, con 3.75 punti; Torino ultima con 3 punti.
Oltre alle classifiche, il Rapporto ha offerto comunque delle indicazioni utili al miglioramento della qualità della vita in città a partire dalla mobilità sostenibile:
molte città italiane hanno seri problemi di inquinamento atmosferico. La riduzione del parco circolante di veicoli con motore a combustione interna (a cominciare dai diesel) è una misura efficace per contrastarlo;
l’utilizzo del trasporto pubblico locale può e deve essere incentivato attraverso l’uso delle tecnologie smart (ovvero, la disponibilità di applicazioni che traccino in tempo reale il funzionamento della rete del TPL, consentano di acquistare o prenotare viaggi, consentano di progettare in maniera efficiente i propri spostamenti);
condizioni di maggiore sicurezza incoraggiano i cittadini a muoversi a piedi o in bicicletta. La presenza di infrastrutture dedicate a pedoni e biciclette rende la città più sicura per chi si sposta a impatto zero sul clima e sull’aria;
il parcheggio del veicolo privato va disincentivato e reso più difficile (in alcune città, è praticamente incentivato). Parcheggi liberi o a basso costo incrementano l’uso dell’auto privata.