I veicoli elettrici (Electric Vehicles o semplicemente EV) offrono molti vantaggi da un punto di vista ambientale e della qualità della nostra vita ed eccezionali opportunità commerciali, ma rappresentano anche una grande sfida per la rete di distribuzione elettrica, per l’industria automobilistica e per i legislatori.
Il progetto “COTEVOS”, finanziato dall’Unione europea con 4,3 milioni di euro e concluso nel 2016, ha appena aggiornato il suo Libro Bianco “Business Opportunities and Interoperability Assessment for EV Integration”, concentrandosi proprio su crescita economica, infrastrutture e interoperabilità.
Quest’ultima consentirebbe a numerosi fornitori di scambiarsi informazioni, semplificando in questo modo la comunicazione e abbattendo le barriere. In quanto correlata alla mobilità elettrica e ai sistemi di distribuzione energetica, questa funzione è uno dei punti principali del libro, in cui vengono trattati anche le tecnologie necessarie, i possibili modelli commerciali e l’architettura del sistema EV.
Il documento presenta una bozza di tabella di marcia per la valutazione dell’interoperabilità e lo sviluppo di test, mentre la presentazione di buone prassi offre agli attori del settore preziosi spunti sul futuro sviluppo dell’emobility nel suo complesso.
Nel 2015, le vendite di automobili elettriche hanno raggiunto la pietra miliare dell’1 % del mercato e Transport and Environment ha segnalato una diffusione di 500 000 unità alla fine del 2016, dato poi portato a 750 mila dall’Agenzia internazionale dell’energia, registrando un aumento del 40% su base annua.
L’anno scorso il parco auto elettriche (a batteria e ibride) ha raggiunto a livello mondiale le 2 milioni di unità, il 60% in più sul 2015, secondo il “Global EV Outlook 2017” dell’Agenzia internazionale dell’energia.
Nei giorni scorsi l’Electric Vehicle Initiative, programma internazionale di sostegno e promozione alla mobilità elettrica a cui hanno aderito 16 nazioni, tra cui Germania, India Cina, Giappone, Gran Bretagna, USA, Sudafrica e Svezia, ha inoltre annunciato la volontà di raggiungere entro il 2030 l’obiettivo di portare le auto elettriche a batteria al 30% del mercato complessivo dei veicoli a trazione elettrica.
Tuttavia, benché l’Europa rappresenti il secondo mercato a livello mondiale, con vendite particolarmente sostenute in Norvegia e nei Paesi Bassi, non esiste un mercato unico europeo per le automobili elettriche. Ciò significa che non esistono infrastrutture comuni per la vendita e la ricarica degli EV.
Il Progetto “COTEVOS” (Concepts, Capacities and Methods for Testing EV systems and their interoperability within the Smartgrids) ha affrontato temi quali l’ampia gamma di modalità di ricarica, i vincoli di stabilità della rete e la domanda dei consumatori, oltre a un mercato europeo per gli EV nuovi e usati, e una maggiore flessibilità nello scegliere i fornitori di energia.
Al fine di agevolare la diffusione dell’emobility in tutta Europa, il progetto ha adottato un approccio di verifica comune nel processo di valutazione della conformità e interoperabilità, per rafforzare la nozione di verifica unica delle attrezzature.
Oggi le auto elettriche coprono una piccolissima porzione delle vetture in circolazione e bisognerà aspettare il 2040 per raggiungere le 600 milioni di vetture ipotizzate come base minima, pari al 60% del parco mondiale attuale, per mantenere il riscaldamento medio del pianeta sotto i 2°C in base a quanto stabilito dall’accordo di Parigi sul clima (COP 21).