Dopo sette anni di indagini, i pm di Parigi hanno chiesto il rinvio a giudizio per l’ex presidente di France Telecom, Didier Lombard, con l’accusa di aver messo in atto, tra il 2008 e il 2009, una politica di destabilizzazione dei lavoratori della compagnia telefonica per spingerli a lasciare l’azienda.
In quel periodo l’allora France Telecom, ora diventata Orange, aveva avviato un feroce piano di ristrutturazione per guadagnare la flessibilità che il management riteneva necessaria per portare a termine la privatizzazione e per rispondere all’avvento dei servizi web.
Il piano prevedeva 22 mila licenziamenti e l’obbligo per circa 14 mila dipendenti, molti dei quali prossimi alla pensione, di affrontare trasferimenti coatti o situazioni di lavoro degradanti. Vessazioni, nascoste sotto l’accattivante titolo ‘Time to Move‘, che scossero a tal punto i lavoratori da innescare una tragica serie di suicidi: 58 persone si sono tolte la vita in tre anni, di cui 35 tra il 2008 e il 2009.
Lombard – che guidava l’azienda dal 2005 – lasciò l’azienda nel 2010 proprio in seguito alle critiche sulla gestione di questa crisi. E’ accusato di ‘molestie morali’, in sostanza di mobbing.
L’inchiesta della procura di Parigi coinvolge anche Olivier Barberot – ex responsabile delle risorse umane – e l’ex numero due della compagnia, Louis-Pierre Wenes, oltre ad altri 4 dirigenti. Anche per loro è stato chiesto il rinvio a giudizio.
Nella sua requisitoria, il Pm ha accusato France Telecom di aver messo in atto, dal 2007, una politica aziendale che ha avuto effetti ‘destabilizzanti’ sui dipendenti e tale da creare ‘un clima di ansia professionale’.
Il Pubblico ministero ha citato 39 casi: 19 suicidi, 12 tentati suicidi e 8 casi di grave depressione.
Spetterà ora al giudice istruttorio stabilire la fondatezza delle ipotesi accusatorie e decidere se mandare tutti a processo.
Se riconosciuti colpevoli, la legge francese prevede una pena di un anno di reclusione e 15.000 euro di multa.
Fin da subito, Lombard era finito nell’occhio del ciclone per il suo atteggiamento arrogante e per la scarsa empatia dimostrata nei confronti della crisi in seno all’azienda: aveva definito ‘una moda’ quella dei suicidi, attirando le feroci critiche dei sindacati e le ire dei familiari dei dipendenti che si erano tolti la vita, ed era circolato anche un video in cui era stato immortalato a parlare con tono sprezzante ai lavoratori per avvisarli della criticità della situazione. Nel video, Lombard spiegava ai dipendenti – in particolare a quelli delle divisioni periferiche – che “è finita l’epoca della pesca delle cozze”, e che “chi pensa di poter riposarsi sugli allori, e starsene tranquillo, si sbaglia”. Ai dirigenti dell’azienda, nel 2006, disse che nel 2007 avrebbe portato a termine il piano “in un modo o in un altro”, cacciando i dipendenti “dalla porta o dalla finestra”.
Le cose non andarono proprio così, purtroppo: il piano di mobilità coatta venne infine sospeso, ma l’immagine dell’azienda ne è uscita distrutta e Lombard, che fino alla fine ha goduto dell’appoggio del governo, il 1° marzo 2010 ha infine dovuto cedere le proprie mansioni a Stephane Richard.
L’arrivo di Richard segna una svolta nell’atteggiamento dell’azienda, che per la prima volta riconosce il suicidio di un dipendente come un incidente sul lavoro ma coincide anche con l’apertura, da parte di un tribunale di Besancon, di un dossier per ‘omicidio colposo’ nei confronti di France Telecom in seguito al suicidio di un dipendente che si era tolto la vita nell’estate del 2009, dopo essere stato sottoposto a uno dei tanti trasferimenti forzati nell’ambito del piano di mobilità dei dirigenti, senza l’adeguata formazione e con in più l’onere di dover raggiungere obiettivi molto gravosi.
Secondo un report dell’Ispettorato del lavoro, quella morte non era da considerarsi un suicidio ma un “omicidio colposo per negligenza”: la società è stata quindi riconosciuta penalmente responsabile della violazione dell’articolo 121-3 del codice penale per “…aver deliberatamente messo in pericolo la vita altrui”.
L’inchiesta dell’Ispettorato ha chiarito senza ombra di dubbio che “…la direzione era a conoscenza dell’esistenza di un grave rischio legato alla salute mentale dei dipendenti”, dal momento che sia i medici del lavoro che la società Technologia – incaricata da France Telecom di stilare un rapporto sul livello di stress dei lavoratori – avevano evocato i rischi psicosociali della situazione creatasi in seno al gruppo.
Orange è la prima azienda dell’indice CAC 40 a essere coinvolta in un’indagine per mobbing.