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Minerali critici per veicoli elettrici, negoziati UE-USA. Dombrovskis: “Accesso equo al mercato americano”

IRA e settore auto, l’Europa cerca l’accordo con gli americani

Le imprese europee non possono permettersi di perdere competitività nel settore della mobilità elettrica. È fondamentale che possano accedere alle catene di approvvigionamento occidentali dei minerali critici necessari alla realizzazione delle batterie per i veicoli elettrici, in condizioni di parità con i concorrenti statunitensi e di paesi terzi, come il Cile, la Repubblica di Corea e il Giappone.

Per questo, la Commissione europea ha adottato direttive di negoziato per un accordo con gli Stati Uniti sul tema dei minerali critici. L’accordo a cui si lavora dovrebbe consentire alle imprese dell’Unione europea (UE) di ottenere uno status equivalente a quello dei partner degli accordi di libero scambio con gli Stati Uniti.

Un punto questo su cui Europa e Stati Uniti si confrontano da tempo, fin da quando il Presidente americano Joe Biden ha firmato l’IRA (Inflaction Reduction Act), la legge statunitense sulla riduzione dell’inflazione, che ha introdotto un regime di crediti per i veicoli puliti che però devono rispettare dei requisiti stringenti.

Tra questi, che almeno una parte del contenuto di minerali critici della sua batteria deve essere stata riciclata in America del Nord o estratta e lavorata negli Stati Uniti o in un paese con cui gli USA hanno concluso un accordo di libero scambio o un accordo sui minerali critici.

Senza un accordo, quindi, le imprese europee rischiano di venire escluse dalle catene di approvvigionamento americane, soprattutto nel settore automobilistico, con danni ai livelli di competitività e alla capacità di esportazione.

Nel 2022 l’UE ha esportato materie prime critiche utili per questo settore per un valore di 8,3 miliardi di euro.

Dombrovskis (UE): “Le imprese chimiche e minerarie dell’UE devono poter rifornire sia i produttori di veicoli elettrici Ue sia americani”

Negoziare un accordo sui minerali critici con gli Stati Uniti è fondamentale affinché l’UE, in quanto alleato degli USA, riceva nell’ambito della Legge sulla riduzione dell’inflazione un trattamento analogo a quello dei paesi che hanno concluso un accordo di libero scambio con gli USA”, ha spiegato Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo responsabile per il Commercio.

L’accordo farà sì che le imprese chimiche e minerarie dell’UE godano di un accesso equo e senza attriti al mercato statunitense e possano rifornire sia i produttori di veicoli elettrici dell’UE che quelli statunitensi. Abbiamo bisogno di compiere progressi rapidi su questo accordo mirato, in modo che le imprese dell’UE ricevano lo stesso trattamento delle imprese statunitensi nell’ambito della Legge sulla riduzione dell’inflazione”, ha sottolineato Dombrovskis.

La chiusura del negoziato, nelle intenzioni e le speranze di Bruxelles, rafforzerà anche la cooperazione per lo sviluppo di tecnologie pulite nell’ambito della transizione verde, “e amplierà l’accesso a fonti di minerali critici sostenibili, affidabili ed esenti da violazioni dei diritti dei lavoratori”, ha precisato il vicepresidente europeo.

I vantaggi attesi dell’accordo UE-USA sui minerali critici

Secondo la Commissione, infatti, servirà a rafforzare diversi ambiti di concorrenza, sia interna, sia internazionale: dalla normativa sull’industria a zero emissioni nette a quella sulle materie prime critiche; dall’agevolazione degli scambi alla cooperazione per la sostenibilità del settore delle materie prime critiche; dalla promozione dei diritti dei lavoratori al rafforzamento delle catene di approvvigionamento, che dovranno essere più sostenibili ed eque grazie a norme comuni.

Ora non resta che attendere il via libera ad un nuovo round di negoziati sul tema e vedere come gli americani si orienteranno. L’IRA, d’altronde, è nato proprio per favorire le imprese americane rispetto a tutte le altre, anche quelle degli alleati.

Il Consiglio comunque esaminerà la proposta e deciderà in merito, dopo di che la Commissione potrà avviare negoziati formali con Washington al fine di concludere rapidamente l’accordo.

Unione europea e Stati Uniti avevano annunciato l’intenzione di avviare dei negoziati per un accordo sui minerali critici lo scorso marzo, ribadendo le buone intenzioni nella dichiarazione comune del Consiglio UE-USA per il commercio e la tecnologia lo scorso 31 maggio. Vedremo come andrà a finire, ma non sarà semplice per l’Europa ottenere lo status di equità per le proprie imprese.

Secondo il testo dell’Inflaction Reduction Act, infatti, per ottenere i preziosi crediti d’imposta le aziende dovranno rispettare delle norme molto severe: tutte le batterie per auto elettriche in vendita negli USA dovranno contenere almeno il 50% di materie prime “made in US”, cioè estratte/riciclate/riusate a livello locale, e l’asticella salirà all’80% entro il 2027.

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