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Mic, ritirato bando “10 % della copia privata” per la creatività giovanile (se ne riparlerà nel 2023)

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Notizie esplosive nel mondo della cultura e dei media. Gli uffici del Collegio Romano costringono il Ministro Franceschini a scivolare su una buccia di banana: scompare decreto sulla distribuzione del 10 % dei ricavi da “copia privata” per i giovani autori. Le ambizioni ecumeniche del Presidente Anica Rutelli si scontrano con le contraddizioni interne del sistema.

Due notizie “esplosive” agitano e stanno per agitare il mondo culturale e mediale italiano: una delle due si pone come notizia in anteprima anzi in esclusiva IsICult per “Key4biz” nell’economia di questa rubrica “ilprincipenudo”; la seconda notizia è stata anticipata ieri dalla versione web dello storico mensile “Prima Comunicazione” (diretto da Alessandra Ravetta).

Le due notizie non hanno alcuna interazione diretta, ma sono entrambe sintomatiche sia di un qual certo deficit tecnico del “policy making” pubblico (la prima), sia di una difficoltà nella gestione delle “contraddizioni interne” dell’associativismo nel settore delle imprese culturali e creative italiche (la seconda): incredibile, ma vero… il decreto ministeriale che aveva definito la ripartizione dei flussi da “copia privata” a favore della creatività giovanile è stato ritirato dal Ministero della Cultura; la seconda notizia non è meno deflagrante, perché 4 tra le maggiori società di produzione aderenti all’Anica hanno deciso di mettere in discussione la loro adesione all’associazione confindustriale presieduta da Francesco Rutelli

Procediamo con ordine.

Il decreto sulla distribuzione del 10 % dei ricavi da “copia privata” per i giovani autori: appare e scompare!

Il 18 maggio 2022 sul sito web del Ministero della Cultura è stato pubblicato un decreto (datato 12 maggio) a firma del Ministro Dario Franceschini, che sembrava rimettere in moto una commendevole previsione di legge che era stata avviata anni fa, che vincola un 10 % dei flussi della cosiddetta “copia privata” a favore di interventi per la creatività giovanile.

La notizia è stata segnalata soltanto dalla qualificata agenzia stampa specializzata AgCult, diretta da Ottorino De Sossi (vedi “MiC, pubblicato l’atto d’indirizzo per la promozione culturale dei giovani autori”) e da “Key4biz” (vedi “Key4biz” del 18 maggio 2022, “Tra Rai e Siae, dalle belle parole alle buone pratiche…”).

Si ricordi che, a partire dal 2016, la quota del 10 % dei compensi di “copia privata” era stata destinata, ogni anno, alle commendevoli iniziative Siae, denominate dapprima “Sillumina. Copia privata per i giovani, per la cultura” e poi “Per Chi Crea”, promosse per finanziare i progetti dei giovani autori.

Era emerso rinnovato diffuso interesse e naturale sana aspettative per i bandi, che la Società Italiana Autori Editori avrebbe dovuto presto pubblicare, per rendere operativo l’atto di indirizzo ministeriale.

Ricordiamo sinteticamente le origini della norma: la “Manovra” 2016 ha stabilito che una quota dei compensi incassati dalla Siae per la “copia privata “sia destinata alla promozione culturale nazionale internazionale. In particolare ha stabilito che “al fine di favorire la creatività dei giovani autori, il 10 per cento di tutti i compensi” è destinato dalla Siae “sulla base di apposito atto di indirizzo annuale del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, ad attività di promozione culturale nazionale e internazionale”. L’atto di indirizzo del 12 maggio individuava quindi, per l’annualità 2022, le priorità culturali e le tipologie di progetti, che la Siae dovrà finanziare (ormai: avrebbe dovuto finanziare!) per favorire la creatività dei giovani autori, dei giovani artisti, interpreti ed esecutori fino ai 35 anni di età residenti sul territorio nazionale, “al fine di rendere le nuove generazioni attori principali nella promozione della cultura italiana contemporanea, anche con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo del confronto e del dialogo interculturale”.

Ooops, ci siamo sbagliati ! Error 404…

Non è così.

Come dire?! Ooops, ci siamo sbagliati.

Qualcuno, al Collegio Romano (la storica sede centrale del Ministero) si deve essere sbagliato.

L’atto è stato ritirato, e sul link originario appare il mitico codice “404” (ovvero “non trovato”), sull’indirizzo specifico della Direzione Generale Biblioteche e Diritto d’Autore del Ministero della Cultura, retta da Paola Passarelli, che ha competenza in materia giustappunto di diritto d’autore.

Incredibile? Incredibile, ma vero.

Qualcuno ha scoperto che l’atto conteneva un errore marchiano, perché l’atto, riguardante l’annualità 2022, non era valido, in quanto il decreto cosiddetto “Cura Italia” (ovvero il Decreto Legge n. 18/2020, entrato in vigore il 18 marzo 2020 e divenuto definitivamente legge dello Stato il 30 aprile 2020) aveva originariamente stabilito, all’articolo 90, che “eccezionalmente” – causa effetti della pandemia Covid – la quota del 10 % dei compensi incassati nell’anno 2019 per la riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi (la cosiddetta “copia privata”, appunto) fosse destinata al sostegno degli autori, degli artisti interpreti ed esecutori e dei mandatari colpiti dalla grave crisi in atto nel settore culturale e dello spettacolo a causa dell’emergenza Covid-19 (vedi il nostro intervento su “Key4biz” del 5 giugno 2020, “Fase 2, tutti gli interventi del Governo per Media e Cultura”).

Giustamente, considerando lo stato di emergenza, non avrebbe avuto senso allocare risorse, nel corso del 2020, per attività culturali ed artistiche ovvero iniziative giovanili che non potevano che essere realizzate se non via web, dati gli impedimenti alla libera circolazione delle persone, per le note drastiche decisioni assunte dal Governo per prevenire la diffusione della pandemia.

La misura emergenziale veniva rinnovata anche per l’anno successivo: a fine settembre 2021, si aveva notizia dell’avvenuta pubblicazione del Decreto n. 311 del 13 agosto 2021 del Ministro della Cultura, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, previsto dall’articolo 90 del Decreto Legge n. 18-2020 “Cura Italia”, che attribuiva nuovamente – “eccezionalmente” – ad autori, artisti e mandatari le risorse finanziarie provenienti dalla quota del 10 % della “copia privata”, insieme al provvedimento con le modalità per le relative domande che dovevano essere presentate entro il 21 ottobre 2021…

Il 12 milioni di euro relativi ai compensi incassati nell’anno 2020 sono stati così ripartiti: il 45 %, pari 5,4 milioni, è stato destinato agli autori; un altro 45 %, pari ad altri 4,5 milioni è stato destinato agli artisti interpreti ed esecutori; il 10 %, pari a euro 1,2 milioni di euro è stato destinato ai lavoratori autonomi che svolgono attività di riscossione dei diritti d’autore in base ad un contratto di mandato con rappresentanza, ovvero i cosiddetti “mandatari”.

Interpretando però correttamente la normativa vigente, la quota di ripartizione a favore direttamente di autori ed artisti e dei mandatari vale anche per il flusso relativo all’anno 2021, e quindi… se ne riparla per il 2023, per i flussi relativi all’anno 2022.

“Eccezionalmente”: vale non soltanto per i flussi del 2019 e del 2020 ma anche per quelli del 2021

In effetti, durante l’iter dell’Atto Senato n. 2144 dell’anno scorso è stato deciso che la norma venisse applicata anche con riferimento agli incassi relativi al 2021. Questa decisione è stata assunta attraverso il comma 1-bis dell’A. S. 2144, ovvero con il cosiddetto “Decreto Sostegni” (il decreto legge è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 19 marzo 2021). Si legge infatti, negli atti dell’iter del provvedimento, dell’inserimento del comma 1-bis: le Commissioni V e VI hanno proposto l’inserimento con l’approvazione dell’emendamento 36.5, che ha esteso temporalmente l’ambito di applicabilità della disciplina, che destina il 10 % dei compensi per copia privata incassati dalla Società Italiana degli Autori ed Editori (Siae) al sostegno di autori, artisti interpreti ed esecutori e lavoratori autonomi che svolgono attività di riscossione dei diritti d’autore in base ad un contratto di mandato con rappresentanza con gli organismi di gestione collettiva, invece che a iniziative volte a promuovere la creatività dei giovani autori… L’emendamento in esame disponeva nello specifico che la richiamata disciplina – di cui all’articolo 90, co. 1, del D.L. 18/2020 (L. 20/20202) che è a tal fine novellato – fino ad allora “circoscritta” al 10 per cento dei compensi per copia privata incassati negli anni 2019 e 2020, si applicasse anche con riferimento agli incassi relativi all’anno 2021. E così finisce per recitare l’articolo 36 comma 1-bis della Legge, che recepisce l’emendamento 36.5: “Destinazione del 10% dei compensi per copia privata”). Il decreto-legge del 22 marzo 2021 n. 41 è stato convertito, con modificazioni, dalla Legge 21 maggio 2021, n. 69.

Come dire?! Norma sbagliata?! Norma giusta?! Tra il marzo ed il maggio dell’anno scorso era arduo prevedere se il 2022 sarebbe stato effettivamente l’anno della effettiva “normalità”.

Crediamo però che un Parlamento più attento e sensibile alle esigenze dei giovani artisti, autori, organizzatori culturali avrebbe potuto, ad inizio 2022, correggere la norma e riassegnare queste risolse ai destinatari originari.

Si è trattato di una piccola burla ministeriale, e di una buccia di banana sulla quale “gli uffici” hanno fatto però scivolare anche il Ministro Dario Franceschini.

Immaginiamo che qualcuno, al Collegio Romano, ne pagherà (giustamente) le conseguenze.

Punto. Se ne riparla nel 2023, quindi, per quanto riguarderà gli incassi relativi al 2022…

Dettaglio, non marginale: cancellato dalla sezione della Direzione Biblioteche e Diritto d’Autore, l’atto è ancora in bella mostra nella sezione del sito web Ministero della Cultura che si intitola “Atti a firma del Ministro”, considerando che l’atto (che reca la data del 12 maggio 2022 come protocollazione) è giustappunto a firma di Dario Franceschini: trattasi del Decreto Ministeriale n. 204 in data 11 maggio 2022, intitolato “Atto di indirizzo per la promozione culturale nazionale e internazionale dei giovani autori, ai sensi dell’articolo 1, comma 335, della Legge 28 dicembre 2015, n. 208”).

Immaginiamo che il Ministro stia per firmare un nuovo “atto di indirizzo” che confermerà quel che è stato previsto negli ultimi due anni (il flusso andrà a beneficio di autori, artisti interpreti esecutori, e mandatari).

Con buona pace dei giovani… ovvero delle “nuove generazioni, attori principali nella promozione della cultura italiana contemporanea”…

Un minimo di pubblicità di questa curiosa e silenziosa rimozione, ovvero una onesta autocritica per la misteriosa corrigenda sarebbe atto dovuto, anche in termini di trasparenza amministrativa e di rispetto della comunità culturale italiana.

4 “big player” dell’industria audiovisiva italiana escono dall’Anica?! Cattleya (Itv Studios), Wildside (Fremantle), Groenlandia (Banijay) e Picomedia (Asacha Media Group)…

Passando dal fronte “pubblico” a quello “privato”: ieri è giustappunto “Prima Comunicazione” a lanciare la notizia in anteprima anzi in esclusiva: alle 9:38 pubblica una breve (firmata dalla “Redazione”) intitolata simpaticamente “Bye Bye Anica”.

Quattro società di produzione di primo piano – Cattleya di Riccardo Tozzi (controllata dalla britannica Itv Studios), Wildside di Mario Gianani (controllata dalla britannica Fremantle), Groenlandia di Matteo Rovere (controllata da Banijay) e Picomediadi Roberto Sessa (controllata dalla francese Asacha Media Group) – hanno deciso di uscire dall’Anica…

Prima Comunicazione scrive che “la notizia verrà confermata oggi con un comunicato stampa in cui si spiegheranno i motivi della decisione”. La presa di posizione arriva dopo l’intervista di colui che guida i produttori di Anica, Benedetto Habib (titolare della Indiana Production) che il 22 maggio, al quotidiano “La Repubblica”, parlando della crisi del cinema italiano, ha sottolineato come uno dei motivi il fatto che importanti produttori italiani sono diventati di proprietà di gruppi internazionali. Che è il caso giustappunto delle 4 società in questione…

Secondo “Prima”, però, il vero problema sarebbe la decisione di Francesco Rutelli, Presidente di Anica di avere promosso l’allargamento dell’associazione in sei “Unioni” in cui hanno trovato posto anche gli “Editori Media Televisivi” e cioè Amazon Digital Uk ltd, Chili, Netflix Service Italy, Viacon International Media Networks Italia (che esprime il Presidente Jaime Ondarza) e Walt Disney Company Italia, che sono tra le più importanti controparti di lavoro dei produttori…

La progettualità “ecumenica” (e finanche un po’ “democristiana”?!) dell’ex Sindaco di Roma (1993-2001) nonché ex Ministro ai Beni e alle Attività Culturali (2006-2008) si sta dimostrando eccessivamente ardita ed ambiziosa, allorquando gli interessi in gioco sono tanti, plurali e spesso in conflitto tra loro e l’intero sistema culturale è sconvolto – a causa della rivoluzione digitale e web – da nuovi modelli di business e da radicali cambi di paradigmi…

Ecco il testo dell’annunciato comunicato stampa: non c’è annuncio di una fuoriuscita formale, ma si confermano le tensioni in atto: “alla luce delle recenti notizie apparse su alcuni organi di stampa, Cattleya, Groenlandia, Picomedia e Wildside chiariscono quanto segue: tra le suddette società e l’Anica è in atto un importante confronto su alcuni temi di vitale importanza per il settore. Da tempo riteniamo che la capacità di rappresentanza del mondo della produzione audiovisiva da parte dell’Unione sia carente, e crediamo sia datata la distinzione fra produttori cinematografici e televisivi”. Si tratta di una affermazione ideologica (mediologica) non da poco, si converrà.

E continuano: “pensiamo, inoltre, sia fuori luogo la commistione fra produttori indipendenti e filiali di servizi media e lamentiamo l’assenza di un adeguato rapporto fra produttori e filiera, sia cinematografica sia di servizi media. Auspichiamo una seria riflessione sul prodotto audiovisivo, nel contesto dei cambiamenti e dei trend che stanno avvenendo a livello locale e internazionale: tutto questo con l’obiettivo di far sì che nel nostro Paese il mercato non solo non si contragga, ma possa continuare a crescere, con impatti positivi sull’occupazione, sull’indotto culturale ed economico italiano”.

In verità si auspica un confronto dialettico, ma al tempo stesso i 4 dissidenti “auspicano la nascita di uno spazio più inclusivo, una casa di produttori indipendenti, che accolga, sostenga e promuova il dialogo nel nostro settore per discutere le evidenti criticità attuali e le sfide del futuro”. Insomma, restano con un piede dentro l’Anica, ma con l’altro sono già fuori.

I 4 produttori dissidenti passano dall’Anica all’Apa?

I ben informati sanno che i 4 potenziali “fuoriusciti” hanno bussato alla porta dell’Associazione dei Produttori AudiovisiviApa (ovvero l’ex Apt) ed hanno trovato il Presidente Giancarlo Leone pronto ad accoglierli a braccia aperte.

Al di là dello scontro in atto, questa vicenda conferma le perplessità che abbiamo manifestato più volte rispetto ad alcune interpretazioni della “Legge Franceschini”, ovvero della norma approvata a fine 2016, che sta iniettando nel sistema cinematografico ed audiovisivo nazionale risorse pubbliche in quantità crescente (siamo arrivati a 750 milioni di euro).

La norma, nella sua interpretazione e nei tanti decreti attuativi, corre due rischi:

  • privilegiare più la “fiction” televisiva che il prodotto cinematografico destinato alla distribuzione “theatrical”, ed è un problema non da poco, considerando la crescente allocazione di risorse (mitico “tax credit” incluso) a favore dell’audiovisivo non cinematografico;
  • sta rafforzando, senza dubbio, il tessuto produttivo del sistema audiovisivo nazionale, nel suo complesso, ma con la prospettiva che gli appetiti di gruppi stranieri finiscano per essere soddisfatti da una normativa che dovrebbe invece stimolare lo sviluppo di un immaginario “made in Italy”.

Torneremo presto su queste complesse vicende.

Clicca qui, per il decreto ministeriale “rimosso”, a firma del Ministro Dario Franceschini, “Atto di indirizzo per la promozione culturale nazionale e internazionale dei giovani autori”, datato 11 maggio 2022, protocollato il 12 maggio, pubblicato sul sito web del Ministero il 18 maggio 2022.

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