Sono state 211 le risposte tra enti pubblici, compagnie private e singoli riguardo le 11 questioni relative alla diffusione nella UE dell’ mHealth.
La consultazione pubblica, svolta dalla Commissione Europea, è durata 4 mesi (da aprile a luglio 2014) con l’intento di verificare la possibile attuazione di mHealth in un futuro prossimo. Alcuni degli argomenti in esame sono stati la protezione dati; lo stato di avanzamento del quadro giuridico comunitario applicabile; la sicurezza del paziente e la trasparenza delle informazioni; il ruolo dell’ mHealth nei sistemi sanitari e la parità di accesso.
Tutti argomenti che hanno avuto riscontri positivi tra gli intervistati. Infatti 97 su 211 intervistati ritiene che debbano essere adottati forti strumenti di sicurezza e privacy per costruire la fiducia degli utenti. Un dato certamente confermato da più della metà degli intervistati che ha aggiunto di volere un rafforzamento in termini d privacy e protezione dati su tutti i dispositivi mHealth.
Quasi la metà degli intervistati chiede maggiore sicurezza nei confronti del paziente e per quanto riguarda la trasparenza delle informazioni, che, a detta loro, dovrebbe avvenire per mezzo di sistemi di certificazione o etichettatura.
Inoltre, un quinto degli intervistati ritiene siano necessari delle conferme sul costo e sull’efficacia di mHealth , qualora ci fosse un’applicazione.
D’altro canto, quasi in risposta ai dubbi suscitati dal progetto, uno studio sperimentale condotto nei paesi nordici ha dimostrato come mHealth potrebbe generare una riduzione del 50-60% nelle notti in ospedale e la ri-ospedalizzazione per i pazienti con malattia polmonare ostruttiva cronica. Lo stesso studio ha stimato che mHealth potrebbe ridurre la spesa complessiva di assistenza agli anziani del 25%.