Il sabotaggio da parte di Vincent Bollorè al progetto di un grande broadcaster paneuropeo, battezzato Media For Europe (MFE) e fortemente voluto da Mediaset, va a buon fine. Vince Vivendi con la sua tattica dilatoria e ostruzionistica, che ha fruttato la pronuncia favorevole del Tribunale di Madrid. Per ora è Mediaset a incassare una sconfitta forse inattesa che però azzera la partita. L’amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi ci vuole riprovare, e ripresenterà un nuovo piano su basi rinnovate e meno “ostili” nei confronti della minoranza. Ma di certo Berlusconi non si può fare illusioni, la battaglia legale con Bollorè non è per nulla finita. Anzi. Il finanziere bretone, secondo azionista di Mediaset con una quota vicina al 30% per quanto congelata e sterilizzata dall’Agcom, non molla l’osso e farà valere i suoi diritti fino alla fine. E intanto il 3 settembre si pronuncia la Corte di Giustizia europea, sulla liceità della Legge Gasparri nel quadro della normativa Ue, alla base della pronuncia Agcom che a suo tempo ha blindato il 28,8% delle quote di Vivendi in Mediaset in un trust (Simon Fiduciaria) dopo la scalata giudicata ostile del 2016 da parte dei francesi al Biscione. Francesi che contemporaneamente detengono una quota del 25% in Tim.
Cosa succederà?
MFE, il tribunale di Madrid conferma sospensione
Il tribunale di Madrid ha respinto la richiesta di Mediaset Spagna di revocare le misure provvisorie concordate dallo stesso organo giudiziario nell’ottobre scorso, con la conseguenza che gli accordi approvati dall’assemblea dei soci per la fusione con la società controllante, Mediaset Italia, rimangono sospesi. Di fatto, la conferma della sospensione cautelare da parte del Tribunale di Madrid mantiene un ostacolo alla realizzazione del progetto Media For Europe (MFE) che, come annuncia una nota dell’azienda,“Mediaset ripresenterà al più presto su nuove basi”.
Il Tribunale Commerciale di Madrid n. 2 ha inoltre respinto una nuova causa intentata da Vivendi (titolare del 28,8% di Mediaset Italia) nel giugno scorso, che ha cercato di bloccare il processo di fusione.
Silvio Berlusconi (foto Ansa)
La nota Mediaset
“La richiesta legale di Vivendi accolta oggi (ieri) dal Tribunale di Madrid ha causato un grave danno a Mediaset, alla controllata spagnola Mediaset Espana, a tutti gli azionisti delle due società oltre che a tutto il sistema televisivo europeo.
Ma poiché la nascita di nuovo broadcaster paneuropeo è oggettivamente resa sempre più indispensabile dal nuovo scenario economico, Mediaset ripresenterà al più presto su nuove basi l’operazione MFE-MEDIAFOREUROPE. D’altra parte, che il tentativo di Vivendi di bloccare la strada all’unione delle forze di importanti player tv internazionali fosse puramente strumentale è noto a tutti. Un tentativo che non si è fermato nemmeno dopo l’emergenza sanitaria che ha gravemente colpito il settore televisivo europeo. Uno stop da cui le aziende avrebbero voluto reagire ripartendo subito grazie allo slancio di MFEMEDIAFOREUROPE”.
“E invece è stato perso tempo prezioso per la sequenza di ricorsi e appelli lanciati da Vivendi subito dopo il tentativo di scalata a Mediaset avvenuto nel dicembre 2016. Una strada che persino l’ultima sentenza Tribunale di Milano (28 maggio 2020) ha giudicato effetto di un interesse concorrenziale teso a bloccare il progetto europeo di Mediaset di cui, viceversa, la Corte ha pienamente riconosciuto il fondamento. Peraltro, che l’azione legale spagnola fosse solo una manovra dilatoria è dimostrato da una circostanza singolare: la scelta effettuata da Vivendi di acquistare in extremis solo l’1% delle azioni di Mediaset Espana e di averlo fatto con intenti pretestuosi solo “dopo” l’annuncio del progetto di fusione che ha poi sùbito contestato. A quale scopo entrare in un’azienda se non si è d’accordo con le sue strategie?
Perso tempo prezioso
Un gesto irrazionale che fa il paio, in Italia, con la rinuncia del gruppo francese a esercitare il diritto di recesso in ragione del proprio disaccordo sulla costituzione di MFE-MEDIAFOREUROPE. Anche il Tribunale di Milano ha segnalato che il gruppo francese era nelle condizioni di esercitare il recesso, tutela a cui Vivendi ha invece deciso di rinunciare con l’obiettivo di intralciare i destini futuri di Mediaset cercando di trarre benefici dai danni provocati.
Ma il disegno non andrà a buon fine: poiché la necessità di un’unione televisiva europea è resa ancora più urgente dalla crisi di mercato generata dal Covid, Mediaset proseguirà nel progetto di sviluppo internazionale che verrà presto ripresentato seguendo una nuova strada. Con un assetto che garantisca sempre gli indispensabili vantaggi industriali e assicuri una governance solida e definita. In modo da evitare tranelli e capricci di chi è interessato solo a manovre finanziarie strumentali.
La replica di Vivendi
“Il nostro unico obiettivo è sempre stato, ed è ancora, difendere l’interesse di tutti gli azionisti di minoranza coinvolti dalla fusione”. Lo ha affermatoun portavoce di Vivendi commentando la decisione del tribunale di Madrid, rispondendo a Mediaset. “Non è desiderio di Vivendi fermare qualsiasi possibile sviluppo del sistema televisivo europeo. Naturalmente, Vivendi è ancora disponibile a costruire un rapporto sostenibile con Mediaset”, ha aggiunto.