“Comprendo la mossa di Vodafone ma mi sento di escludere l’ipotesi della coabitazione”. Così Marco Patuano, ad di Telecom Italia, in un’ intervista ad Affari & Finanza, ribadisce il concetto e fuga nuovamente ogni dubbio sulla partecipazione della compagnia in condominio con tutti gli operatori sul piano della banda ultra larga attraverso il veicolo Metroweb.
Continua così il braccio di ferro nella partita Metroweb, con Telecom Italia che allontana l’ipotesi coabitazione, rilanciata da Vodafone la scorsa settimana. Le trattative dietro le quinte con il Presidente Cdp, Franco Bassanini, sono però ancora aperte.
“Il tavolo di conversazione con FSI e F2i è aperto. Abbiamo chiarito l’intenzione di realizzare un piano industriale ambizioso che dovrà comunque ottenere il preventivo assenso da parte di tutte le authority” ha aggiunto Patuano.
Quello che sembra chiaro da parte di Telecom Italia è quindi la volontà a non mollare la presa sul piano del Governo sulla banda ultra larga, sottolineando però la problematicità di un condominio e affermando la necessità di un operatore che detenga la maggioranza. “Non esiste un solo caso al mondo in cui una soluzione consortile abbia funzionato. Il motivo è presto detto – ha spiegato Patuano – per realizzare il piano ci vuole un operatore che svolga senza impedimenti un’attività operativa articolata e complessa. Poi occorre un quadro regolatorio adeguato e soci finanziatori che si facciano garanti del rispetto delle regole.” Infatti, “l’operatore che partecipa a Metroweb deve avere nelle sue mani il controllo operativo del progetto. Le modalità con cui si può arrivare a questo obiettivo sono diverse e sono attualmente oggetto di discussione”, chiosa Patuano.
Dello stesso avviso sono il presidente Giuseppe Recchi, e il consigliere di amministrazione Tarak Ben Ammar che evidenziano la difficoltà di un progetto condiviso con gli altri operatori e la necessità per Telecom di continuare da sola con Metroweb. “Gestire la realizzazione di una rete ‘in condominio’ non è efficiente. La rete è fatta di software, server, tecnologie diverse e quindi ciascuno deve poter scegliere in autonomia. Ogni operatore ha sue idee, strategie e modello di business. Si rischia l’impasse. La tecnologia è il primo campo di competizione tra le aziende”, commenta Recchi in un’intervista al Corriere della Sera. Rincara la dose Tarak Ben Ammar ricordando che “Telecom è una grande azienda italiana e nessuno può portarle via i 151 milioni di Km di rete che ha costruito negli anni”. Riguardo Metroweb conclude “Telecom non vuole essere minoritaria.”
Per quanto riguarda invece la quotazione delle torri e la pay tv via banda larga Patuano ha ribadito che la quotazione verrà realizzata entro l’estate aggiungendo che “con la diffusione della rete mobile 4G poseremo altre 4-5 mila antenne che andranno a integrare quelle già esistenti e ad aumentare il valore della società.” Mentre la pay tv nelle case via banda larga con Sky è prevista per dopo Pasqua.