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Meta lancia l’anti-Twitter. Da domani negli Usa arriva ‘Threads’, ma scoppia la polemica sui dati che raccoglie. È a rischio in UE?

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Si chiama ‘Threads’ il nuovo social di Meta nato per competere con Twitter. Disponibile da domani negli Usa e da venerdì in tutto il mondo solo per dispositivi iOS. Il fondatore di Twitter punta il dito sui tanti dati che raccoglierà. Ma anche Twitter non scherza: raccoglie dati anche per monitorarci e cederli ai siti web di altre aziende.

Dopo diversi scontri a colpi di post e tweet, Mark Zuckerberg ce l’ha fatta a lanciare il guanto di sfida a Elon Musk, proprietario di Twitter.

Domani Meta lancerà il social anti-Twitter, si chiama ‘Threads’ e sarà disponibile da domani negli Usa e da venerdì in tutto il mondo solo per dispositivi iOS. Anche se per quanto riguarda l’UE il suo arrivo non è così scontato, secondo questo articolo dell’Indipendent. Il giornale cita un portavoce della Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC), secondo il quale, il regolatore irlandese non avrebbe dato l’ok al rilascio nell’UE. ll motivo? Perché la nuova piattaforma Threads è progettata per importare dati da Instagram, comprese le informazioni comportamentali e pubblicitarie. Staremo a vedere. Nel frattempo, Meta non ha commentato quest’aspetto.

L’attacco diretto a Twitter

Il nome ‘Threads’ è un diretto richiamo ai thread, che, ormai, caratterizzano Twitter da alcuni anni.

L’attacco è, quindi, diretto e per niente velato ed arriva nel momento di maggiore malumore per la maggioranza degli utenti di Twitter, a cui Elon Musk ha imposto anche il limite sul numero di post visualizzabili al giorno: 6.000 per gli abbonati a Twitter Blue, 600 per i non paganti. Raggiunto tale limite, l’app non aggiorna più i contenuti, restando di fatto poco utile. 

Come funziona Threads

Threads sarà collegata a Instagram, con una dashboard simile a Twitter, e si basa, prevalentemente, su post brevi e testuali come Twitter. 

La principale differenza è che i già gli iscritti a Facebook o Instagram possono ereditare l’elenco dei contatti che seguono e quindi partire da una base utente già importante. 

Un elemento che non sarà sottovalutato da vip e influencer, che potranno usare sin da subito Threads con un pubblico ampio. Elemento particolare del social dovrebbe essere l’utilizzo di un protocollo decentralizzato per la sua gestione, in maniera simile a quanto avviene su Mastodon e Bluesky, due delle alternative a Twitter emerse negli ultimi mesi. 

“Threads è il luogo in cui le community si riuniscono per discutere di tutto, dagli argomenti che ti interessano oggi a ciò che sarà di tendenza domani. Qualunque cosa ti interessi, puoi seguire e connetterti direttamente con i tuoi creatori preferiti e altri che amano le stesse cose o creare un tuo fedele seguito per condividere le tue idee, opinioni e creatività con il mondo” si legge nelle note del Play Store. In cui è anche possibile prendere visione dei tanti dati degli utenti che Threads raccoglierà. Ecco quali sono.

E proprio su questo aspetto ha puntato l’indice il fondatore di Twitter Jack Dorsey, scrivendo “Tutti i tuoi Thread sono di nostra proprietà”.

Ma anche Twitter non scherza nella raccolta massiva di dati. Infatti, raccoglie dati sia collegati agli utenti sia per “monitorarti” e da cedere poi ai siti web di altre aziende. E parliamo di dati che vanno dagli acquisti fino alla posizione.

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