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Meta e Amazon sempre più ‘Trumpizzate’: addio ai programmi DEI (diversità, equità e inclusione). Solo Apple dice no

La trumpizzazione di Meta è conclusa. Dopo l’addio al fact-checking, la società di Mark Zuckerberg ha annunciato l’addio ai programmi DEI, importanti iniziative legate alla diversità, equità e inclusione. È la sigla con cui vengono chiamati quei programmi aziendali che hanno lo scopo di creare una cultura e un ambiente all’interno di un’organizzazione che sia giusto e rispetti i diritti di tutti. 

La notizia è stata diffusa dal sito web Axios che è entrato in possesso del memorandum che Janelle Gale, vicepresidente delle risorse umane, ha pubblicato su Workplace, lo strumento di comunicazione interna di Meta.

“Il panorama legale e politico riguardante gli sforzi di diversità, equità e inclusione negli Stati Uniti sta cambiando,” ha scritto Gale. “La Corte Suprema degli Stati Uniti ha recentemente preso decisioni che segnalano un cambiamento nel modo in cui i tribunali affronteranno il DEI. … Anche il termine ‘DEI’ è diventato controverso, in parte perché viene percepito da alcuni come una pratica che suggerisce un trattamento preferenziale per alcuni gruppi rispetto ad altri.”

Dettaglio delle modifiche annunciate

Citando il “cambiamento del panorama legale e politico,” il memorandum di Meta ha annunciato cinque importanti riduzioni delle iniziative DEI:

  1. Eliminazione del team DEI: Meta non avrà più un team dedicato al DEI. Maxine Williams, responsabile della diversità dell’azienda, assumerà un nuovo ruolo incentrato su accessibilità e coinvolgimento, ha scritto Gale.
  2. Fine dei programmi per l’equità e l’inclusione: Meta costruirà invece programmi “che si concentrino su pratiche giuste e coerenti per ridurre i pregiudizi per tutti, indipendentemente dal loro background,” ha detto Gale.
  3. Conclusione degli sforzi per la diversità dei fornitori: Meta porrà fine agli sforzi per selezionare fornitori provenienti da aziende di proprietà di minoranze. D’ora in poi, l’azienda si concentrerà sul supporto a piccole e medie imprese.
  4. Fine dell’approccio “Diverse Slate” per le assunzioni: Pur continuando a selezionare candidati da background diversi, Meta non utilizzerà più l’approccio che garantisce un pool diversificato di candidati per ogni posizione aperta.
  5. Eliminazione degli obiettivi di rappresentanza: Gli obiettivi di rappresentanza “possono creare l’impressione che le decisioni siano prese in base alla razza o al genere,” ha scritto Gale.

La scelta controcorrente di Apple

Mosse simili sono state intraprese di recente da altre grandi aziende, tra cui Microsoft e Zoom, Anche Amazon ha dichiarato di voler interrompere alcuni dei suoi programmi “Dei”, senza però specificare quali. In una nota del 16 dicembre ai dipendenti, che Amazon ha condiviso venerdì, Candi Castleberry – dirigente delle risorse umane – ha dichiarato che l’azienda sta “smaltendo i programmi e i materiali obsoleti“.

Tra i colossi tecnologici Apple è l’unica che invece non li abolirà. Il consiglio di amministrazione dell’azienda di Cupertino ha ribadito che le iniziative DEI sono fondamentali per la strategia aziendale e che Apple dispone di “un programma di conformità consolidato, capace di gestire al meglio le sue operazioni e politiche interne. Con 80.000 dipendenti, Apple ha oltre 50.000 persone che potrebbero subire discriminazioni se questi programmi venissero aboliti.”

Tutti sul carro di Trump

Questo cambiamento di paradigma nelle politiche aziendali si inserisce in un contesto politico sempre più polarizzato. Il ritorno di Donald Trump e la sua influenza sulla cultura politica americana stanno spingendo molte aziende tech verso un approccio più conservatore come sta facendo Meta.

La scorsa settimana, Meta ha sostituito il suo presidente per gli affari globali, Nick Clegg, con Joel Kaplan, un importante esponente repubblicano ora a capo degli affari globali. Meta ha inoltre promesso una donazione di 1 milione di dollari per l’inaugurazione di Trump e ha aggiunto Dana White, presidente e CEO della Ultimate Fighting Championship (UFC) e stretto alleato di Trump, al suo consiglio di amministrazione.

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