Meta chiuderà nel 2026 Workplace, il social network per aziende concorrente di Microsoft Teams e Slack. Era stata utilizzata all’interno dell’azienda a partire dal 2014 e poi resa disponibile al pubblico nel 2016.
Una fonte interna della holding di Mark Zuckerberg ha riferito al sito specializzato TechCrunch che Workplace sarà chiusa per focalizzare gli sforzi della società sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale e del metaverso. Secondo il sito The Verge, la piattaforma è stata messa in crisi dalla concorrenza soprattutto con le tante alternative nate o esplose durante la pandemia da Covid-19 quando molte persone hanno lavorato in smart working.
Meta: “Abbandoniamo per poterci concentrare su AI e metaverso”
Workplace funzionerà fino al 31 agosto 2025, poi non si potranno più mandare nuovi messaggi ma solo leggere e scaricare quelli vecchi. Dall’1 giugno 2026 tutti i dati della piattaforma saranno cancellati. Meta suggerisce agli utenti che lo desiderano di trasferirsi sulla piattaforma Workvivo, di proprietà di Zoom.
“Stiamo abbandonando Workplace per poterci concentrare sulla costruzione di tecnologie AI e di metaverso che riteniamo possano rimodellare radicalmente il modo in cui lavoriamo. Nei prossimi due anni offriremo ai clienti la possibilità di passare al prodotto Workvivo di Zoom, l’unico partner privilegiato di Meta per la migrazione”, ha fatto sapere una fonte interna al Gruppo.
Metaverso: la divisione Reality Labs migliora ma resta in rosso
La divisione Reality Labs dell’azienda, la sua divisione di ricerca e attività di realtà virtuale e sviluppo del metaverso, ha registrato ad aprile una perdita di 3,8 miliardi di dollari durante i tre mesi terminati il 31 marzo.
Ma ciò detto, per il Metaverso non è stata detta la parola fine. Le perdite di Reality Labs, per quanto ingenti, si sono ridotte considerevolmente rispetto al trimestre precedente (17%) e leggermente rispetto all’anno precedente (3,7%). Resta il fatto che il Metaverso continua ad essere un grosso problema per Zuckerberg. “È stato un buon inizio anno”, ha detto Zuckerberg alla presentazione della trimestrale di aprile. “Continuiamo a fare progressi costanti anche nella costruzione del metaverso”.
Zuckerberg continua a crederci
Quel che è certo è che la fase di hype tecnologico intorno al metaverso in genere si è sgonfiata in modo repentino, sostituita peraltro da un’analoga fase di esaltazione dell’Intelligenza Artificiale. Vedremo nei prossimi mesi se il metaverso sarà in grado di riguadagnare terreno e interesse.
A quanto pare, Mark Zuckerberg continua a crederci: “In futuro, sarai in grado di teletrasportarti istantaneamente come un ologramma per essere in ufficio senza doverti spostare, a un concerto con gli amici o nel soggiorno dei tuoi genitori per restare in pari. Ciò aprirà più opportunità, indipendentemente da dove vivi. Potrai dedicare più tempo a ciò che conta per te, ridurre i tempi nel traffico e le emissioni di carbonio”. Queste le affermazioni di Zuckerberg su un futuro nel metaverso.
Il nuovo chip per l’AI di Meta
Ma il gigante di Menlo Park sta allargando il proprio focus verso altri settori per competere con OpenAI sul fronte dei LLM e dell’intelligenza artificiale.
Un mese fa il colosso di Menlo Park ha presentato il nuovo modello di chip per l’intelligenza artificiale (AI) di Meta, che secondo i suoi ingegneri sarà tre volte più efficiente del primo.
Si tratta della nuova versione del Meta training and inference accelerator (Mtia) V1,dedicata specificatamente allo sviluppo e il potenziamento dell’AI generativa dell’azienda.
Un lavoro fatto in casa, sia a livello software, sia hardware, che consente a Meta di controllare l’intero flusso stack, che va dal frontend (l’interfaccia utente e le interazioni con l’applicazione) al backend (l’esecuzione dell’applicazione e la comunicazione con eventuali altri app, compresa l’elaborazione dati).
“Poiché controlliamo l’intero stack, possiamo ottenere una maggiore efficienza rispetto alle GPU disponibili in commercio“, hanno scritto Eran Tal, Nicolaas Viljoen, Joel Coburn e Roman Levenstein nell’articolo di lancio della nuova versione dell’Mtia sul blog di Meta.
Un lavoro a lungo termine
Il nuovo modello di chip però al momento non è ancora utilizzato per lo sviluppo diretto dell’AI proprietaria, più che altro è impiegato nel potenziamento degli algoritmi di classificazione e raccomandazione.
Il prossimo passaggio, secondo quanto affermato dalla società nel testo di presentazione, sarà dedicato proprio al rafforzamento della sua AI, come fa ad esempio Google, con il suo chip AI TPU v5p che addestra i modelli di grandi dimensioni e la famiglia di chatbot Gemini 1,5 Pro.
“Mtia sarà una parte importante della nostra tabella di marcia a lungo termine per costruire e scalare l’infrastruttura più potente ed efficiente possibile per i carichi di lavoro IA unici di Meta“, hanno affermato gli ingegneri di Meta.