Si apre oggi a Washington uno dei più rilevanti processi antitrust della storia americana: Meta, la creatura di Mark Zuckerberg, dovrà dimostrare di non avere violato le leggi sulla concorrenza con l’acquisto di Instagram e WhatsApp. Una delle cosiddette “killer acquisitions” su cui la Federal Trade Commission, l’agenzia antitrust Usa, sta indagando da anni, esattamente dal 2019.
Concorrenza sleale?
Il caso istruito dalla Federal Communication Commissione (FTC), l’agenzia federale americana che si occupa di antitrust, è figlio di un’indagine di 6 anni.
In ballo per Mark Zuckerberg c’è tutto il suo business: non soltanto un giro d’affari pubblicitario da 1,4 trilioni (migliaia di miliardi) di dollari, ma anche la prospettiva di dover vendere Instagram e WhatsApp. Questa ipotesi nel caso la FTC decidesse di procedere con il break up del business tentacolare di Meta, così come 40 anni fa, nel 1984, il gigante telefonico AT&T era stato costretto a rompere il suo monopolio spacchettando l’azienda.
Secondo il New York Times, il caso potrebbe essere risolto con un accordo da parte di Meta. Ma Meta sembra intenzionata a mantenere il vantaggio, come indicato dalle pressioni di Zuckerberg sul Presidente Trump affinché risolvesse la questione, uno sforzo che, a quanto pare, avrebbe intensificato di recente.
Il processo durerà 6 o 7 settimane
L’udienza si aprirà oggi con le dichiarazioni degli avvocati della FTC e di Meta davanti al presidente della corte distrettuale del Columbia, James Boasberg. Il processo potrebbe durare dalle sette alle otto settimane: saranno esaminati faldoni e faldoni di prove, e sentite decine di testimoni, compresi i vertici di Meta.
L’agenzia governativa prevede di chiamare sul banco dei testimoni l’amministratore delegato Mark Zuckerberg, l’ex direttore operativo Sheryl Sandberg e il capo di Instagram Adam Mosseri.
Dovranno definire nel dettaglio i termini dell’acquisizione di Instagram nel 2012, per 1 miliardo di dollari, e di WhatsApp nel 2014 per 19 miliardi. Secondo la FTC, Meta, che già possedeva Facebook, voleva liberarsi di tutti i concorrenti e di fatto creare un monopolio.
L’email schock di Zuckerberg su Instagram
In un’email interna del 2012 che gli avvocati del governo hanno intenzione di presentare, Zuckerberg stesso aveva scritto che l’acquisto di Instagram è stato motivato dal desiderio di “neutralizzare un potenziale concorrente” e ammetteva di bisognava tenersi pronti “a pagare un sacco di soldi”. Secondo la FTC, si tratta della prova di una strategia illegale che ha degradato i servizi e messo gli utenti di Instagram in balia di tonnellate di pubblicità profilata.
Basterà l’amicizia di Trump?
Zuckerberg, terzo uomo più ricco al mondo, sarebbe però sicuro di vincere e respinge gli argomenti dell’antitrust. In aula si difenderà sostenendo che da quando ha rilevato Instagram, i 2 miliardi di utenti hanno apprezzato un miglioramento dei servizi. Fatto non secondario, poi, il patron di Meta si è avvicinato a Donald Trump e per ingraziarsi la nuova amministrazione non soltanto ha donato 1 milione di dollari alla campagna di Trump, ma ha accettato tra l’altro di allentare le regole sulla moderazione dei contenuti nelle sue piattaforme.
E non è detto che questo non ammorbidisca la linea dell’FTC. Di certo, con gli enormi interessi in ballo, il giudice Boasberg non deciderà a cuor leggero. L’antitrust “dovrà affrontare domande difficili sulla tenuta delle sue accuse in tribunale”, ha avvertito.
Verdetto atteso anche dalle altre Big tech
Il verdetto è largamente atteso da tutti i grandi player del tech per capire l’orientamento futuro della FTC. Il nuovo presidente Andrew Ferguson gestirà nei prossimi anni i casi antitrust in un momento in cui molte importanti aziende tecnologiche si trovano ad affrontare accuse simili.
Ex procuratore generale, Ferguson è noto per le sue critiche alle piattaforme di social media, che ha accusato di censurare gli utenti. Ora il settore si chiede se continuerà questa azione legale contro una delle aziende più importanti del settore, soprattutto perché Zuckerberg è ora visto come un alleato di Trump.