La Ue potrebbe ammorbidire la propria posizione sulla Net Neutrality se gli Stati membri si trovassero d’accordo su una proposta della Presidenza Italiana al Consiglio Ue che sarà discussa oggi e domani.
La proposta è contenuta in due documenti riservati che Key4biz ha potuto visionare: il primo è una nota che fornisce le ragioni dietro l’approccio proposto dalla Presidenza sul Telecom Single Market (TSM). Il secondo include una serie di proposte sui tre temi cruciali del dibattito, ossia lo spettro radio, il roaming e la net neutrality.
Se il testo sarà approvato dal COREPER, sarà inserito nell’ordine del giorno del Consiglio sulle telecomunicazioni del prossimo 27 novembre e fornirà la base per le future discussioni col Parlamento europeo su quello che ambisce a essere un approccio del tutto nuovo al mercato unico digitale.
Net neutrality
Per quanto riguarda, in particolare, la net neutrality, la Presidenza italiana, sulla base delle discussioni con gli altri Stati membri, propone un approccio del tutto nuovo rispetto al testo proposto a settembre e anche rispetto a quanto approvato ad aprile dal Parlamento europeo, innanzitutto perché si chiede di rimuovere le definizioni di ‘net neutrality’ e ‘servizi specializzati’: una novità che sarebbe senz’altro gradita all’industria europea delle tlc.
“Invece di una definizione di net neutrality ci potrebbe essere un riferimento all’obiettivo di net neutrality, ad esempio in un considerando che risolverebbe i dubbi in caso di contraddizioni con specifiche disposizioni”, si legge nella proposta, che prosegue evidenziando che i sistemi di gestione del traffico dovrebbero essere consentiti “a condizione che siano trasparenti, non discriminatori e proporzionati, e non anticoncorrenziali”. Allo stesso modo deve essere fissato “l’obbligo di mantenere sufficiente capacità di rete per il servizio di accesso a internet a prescindere da altri servizi forniti nel corso dello stesso accesso”.
Misure di gestione del traffico in grado di bloccare, rallentare, alterare, degradare o discriminare specifici contenuti, applicazioni o servizi dovrebbero essere permesse solo in 4 casi: “ordine del tribunale e obblighi legislativi; sicurezza e integrità della rete; controllo di congestione temporanea; su richiesta di un utente”. Queste misure, viene specificato, “non possono essere mantenute più a lungo del necessario”.
Spettro radio
Sul tema dello spettro, tenendo conto dei commenti negativi di molti Stati membri – primi fra tutti Francia e Germania – sulle proposte della precedente Commissione, la proposta italiana, tra le altre cose, esclude di conferire a Bruxelles nuovi poteri per fare specifiche raccomandazioni sullo spettro e “dove la Commissione esercita i suoi attuali poteri di emanare raccomandazioni in base all’articolo 19 della Direttiva Quadro, per quanto riguarda lo spettro dovrebbe chiedere l’opinione del Radio Spectrum Policy Group e del Berec”.
Il testo, oltre a escludere disposizioni specifiche in materia di tempi di concessione delle frequenze per la banda larga senza fili e a fissare a un massimo di 15 anni la durata minima delle licenze nelle bande armonizzate per la banda larga wireless, comprende anche disposizioni sulla promozione di un maggiore accesso al Wi-Fi.
Roaming
La proposta italiana si occupa quindi di roaming, ossia i costi extra che i consumatori pagano per usare il cellulare quando sono all’estero. Commissione e Parlamento europeo spingono per porre fine a queste tariffe entro la fine del 2015, introducendo il principio ‘roam like home’ (paghi come a casa), ma regolatori e Stati membri temono per gli effetti nefasti su un’industria già in forte crisi.
Il testo italiano non specifica una data per l’introduzione del ‘roam like at home’, ma riconosce la necessità di una data specifica per inviare un segnale positivo ai consumatori. Viene inoltre ribadito che “la questione è molto complessa”.
Secondo i commenti di alcuni delegati nazionali, la proposta italiana è “completamente nuova”, ma la sua approvazione necessiterebbe di un considerevole “slancio politico” per trovare un compromesso accettabile tra le ragioni della politica e quelle dell’industria.
Domani si conoscerà comunque l’esito delle trattative e se gli Stati membri approveranno la proposta italiana come base per un approccio generale al mercato unico delle telecomunicazioni.